Così parlò Bellavista è un film commedia italiano del 1984, tratto dal romanzo omonimo, sceneggiato e diretto da Luciano De Crescenzo. Nel 1985 è uscito il seguito diretto sempre da Luciano De Crescenzo, Il mistero di Bellavista.
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«Professo', permettete? Un pensiero poetico»
(Luigino il poeta)
Così parlò Bellavista
Luciano De Crescenzo e Renato Scarpa in una scena del film
I Fatebenefratelli: i fratelli Pasquale e Vincenzo Sorrentino
Carmine Faraco: Vincenzino, il camorrista
Vincenzo Falanga: il camorrista al mercato
Trama
Gennaro Bellavista è un professore di filosofia in pensione, che si diletta a esporre le sue teorie al proprio cenacolo di discepoli, composto dagli amici Salvatore, Saverio e Luigino. In particolare, riallacciandosi scherzosamente alle categorie sociologiche esposte nel trattato tedesco Gemeinschaft e Gesellschaft, egli distingue l'umanità in «uomini d'amore», come i napoletani, e «uomini di libertà», come i milanesi. La sua vita tranquilla viene disturbata dall'arrivo del dottor Cazzaniga, il nuovo direttore del personale dell'Alfasud: costui, proveniente da Milano, va ad occupare un appartamento all'interno dello stesso stabile di Bellavista. Immediatamente si nota il contrasto tra le abitudini di Cazzaniga, che è ligio al dovere, puntuale, preciso e quelle più confusionarie degli amici del professore che, ad esempio, non si spiegano come mai Cazzaniga, nonostante sia il direttore del personale, voglia andare al lavoro in perfetto orario.
«In questo mondo del progresso, in questo mondo pieno di missili e bombe atomiche, io penso che Napoli sia ancora l'ultima speranza che resta all'umanità per sopravvivere.»
(Professore Bellavista)
Ma Bellavista si trova ad affrontare problemi molto più seri: sua figlia Patrizia è rimasta incinta del suo fidanzato Giorgio e i due hanno intenzione di sposarsi. Ma Giorgio, nonostante sia laureato architetto, è disoccupato e la coppia deve così trasferirsi suo malgrado nella casa del professore. L'occasione di cambiare le cose si presenta quando lo zio di Giorgio, avendo deciso di ritirarsi, cede la sua attività di rivendita di articoli religiosi al nipote. La coppia, tuttavia, scopre presto il vero motivo del ritiro: il negozio è terra di confine tra due clan camorristici che chiedono entrambi il pizzo, costringendo così la coppia alla chiusura forzata. La soluzione arriverà a sorpresa grazie al Cazzaniga: rimasti entrambi bloccati in ascensore, Bellavista scoprirà nel nuovo inquilino un «uomo d'amore» e si pente di averlo giudicato male. Cazzaniga, grazie a un suo cognato, procurerà un posto di lavoro al Nord per Giorgio, e la coppia si trasferirà a Milano.
Bellavista e Cazzaniga discutono quindi su dove sia meglio far nascere il bambino, se a Napoli o Milano.
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La scena di Bellavista e Cazzaniga in ascensore è tratta da un'esperienza realmente vissuta da Luciano De Crescenzo che è poi alla base della sua decisione di diventare scrittore. Infatti, come narra lo stesso De Crescenzo in un'intervista, un giorno si ritrovò bloccato in ascensore con un dirigente della Mondadori. A quest'ultimo, De Crescenzo (all'epoca ancora ingegnere) confidò di avere problemi di liquidità e fu così che il dirigente gli propose di scrivere un libro che fu poi Così parlò Bellavista.
Riconoscimenti
1985 - David di Donatello
Miglior regista esordiente a Luciano De Crescenzo
Migliore attrice non protagonista a Marina Confalone
1985 - Nastro d'argento
Miglior regista esordiente a Luciano De Crescenzo
Migliore attrice non protagonista a Marina Confalone
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