Decalogo 5 è il quinto dei dieci mediometraggi realizzati dal regista Krzysztof Kieślowski per la TV ed ispirati ai dieci comandamenti.
Decalogo 5 | |
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Titolo originale | Dekalog, pięć |
Paese di produzione | Polonia |
Anno | 1988 |
Durata | 57 min |
Rapporto | 4:3 |
Genere | drammatico |
Regia | Krzysztof Kieślowski |
Sceneggiatura | Krzysztof Piesiewicz e Krzysztof Kieślowski |
Produttore | Ryszard Chutkowski |
Fotografia | Sławomir Idziak |
Montaggio | Ewa Smal |
Musiche | Zbigniew Preisner |
Scenografia | Halina Dobrowolska |
Costumi | Hanna Ćwikło e Małgorzata Obłoza |
Interpreti e personaggi | |
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«Non uccidere» |
(Quinto comandamento) |
Jacek è un poco di buono. È un teppista, un vandalo, completamente privo di senso morale.
Piotr, invece, è un uomo dai sani principi, che crede nella giustizia ma non nella pena capitale, che considera inutile: sin dai tempi di Caino, considera, nessuna pena è mai stata un valido deterrente.
Jacek, senza alcun motivo apparente se non per la propria malvagità, uccide un taxista, un uomo comunque sgradevole come lui. Viene arrestato e tocca proprio a Piotr, appena diventato avvocato, difenderlo in tribunale. Tutto è inutile, e Jacek viene condannato.
Piotr si sente in colpa: forse poteva fare di più, forse poteva aiutare quel ragazzo. Ma la condanna è decisa: pena di morte.
Prima dell'esecuzione, Jacek chiede di parlare con Piotr. L'assassino non sembra più così malvagio, chiede all'avvocato di parlare con la madre, dopo l'esecuzione, e farsi seppellire nella tomba di famiglia. Le parole sono pugnalate nel cuore di Piotr, che è ancora convinto che la pena capitale sia una barbarie. Quello che avverrà dopo, non farà che confermarglielo.
Jacek, all'ultimo secondo, infatti, si ribella all'impiccagione a cui è stato condannato: scalcia e cerca di fuggire. Tutti gli sono addosso e lo bloccano, proprio come lui era stato addosso bloccando il taxista mentre l'uccideva. Sembra non esserci alcuna differenza fra l'omicidio commesso da Jacek e quello commesso dallo Stato.
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