Estate in città (Summer in the City) è un film del 1970, il primo lungometraggio diretto da Wim Wenders.
Estate in città | |
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Titolo originale | Summer in the City |
Lingua originale | tedesco |
Paese di produzione | Germania Ovest |
Anno | 1970 |
Durata | 125 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,33:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Wim Wenders |
Sceneggiatura | Wim Wenders |
Produttore | Wim Wenders/Hochschule für Fernsehen und Film München (HFF) |
Casa di produzione | Gray City, inc., V.O. Filmes, Road Movies GmbH, Wim Wenders Produktion, PRO-JECT Filmproduktion |
Fotografia | Robby Müller |
Montaggio | Peter Przygodda |
Interpreti e personaggi | |
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Il film inizia a Monaco di Baviera. Il protagonista Hanns, un giovane di circa trent'anni, viene scarcerato ed è atteso e prelevato da un uomo che gli annuncia un incontro necessario con un certo Jonas. Hanns esce dall'auto con un pretesto, cammina senza meta per strade degradate finché non scopre che è inseguito dalla sua ex banda. Fugge da un'amica a Berlino e le racconta del tempo della sua prigionia e di un libro che sta leggendo. Vede su un giornale una sua foto scattata a Berlino. Deve perciò lasciare la città in fretta. Vorrebbe andare a New York, ma i preparativi per il viaggio richiederebbero troppo tempo. Vola infine ad Amsterdam.
Nel 1969 la " Hochschule für Fernsehen und Film" (Scuola Superiore di Televisione e Cinema) di Monaco, che Wenders frequenta dal 1967 al 1970, mette a disposizione dello studente la somma di 15.000 marchi per il film-tesi conclusivo del ciclo di studi. Sfidando le limitazioni imposte dal budget, il regista gira in cinque giorni il suo primo lungometraggio."[1]. È un film in 16 mm, bianco e nero, e come in numerosi film successivi il cameraman è Robby Müller. Wenders si ritaglia anche un piccolo ruolo di attore: interpreta l'amico del biliardo.
Il film contiene già molti dei temi ricorrenti di Wenders [2]:
Wenders rifiuta il "découpage" classico e si sottrae alla regola dello"... spezzettamento e della condensazione drammatica" , predilige una "scrittura grezza", "povera", "essenziale", (usa il bianco e nero e per rispettare la realtà fa durare molto a lungo le inquadrature non ricorrendo quasi mai al campo-controcampo)[3] In Summer in the City, Wenders usa per la prima volta una ripresa dall'ala di un aeroplano. Immagini simili si troveranno in molti dei suoi film successivi.[4]
Un elemento importante del film è la musica. La colonna sonora include brani di The Lovin' Spoonful, The Kinks, Chuck Berry, Gene Vincent, The Troggs e Gustav Mahler. A parte i festival, il film non è mai stato proiettato al cinema perché Wenders non aveva i diritti sulla musica utilizzata.[5] La maggior parte delle canzoni proviene dal lavoro dei The Kinks:
1) Wait till the summer comes along
2) Too much on my mind
3) See my friends
4) I am free
5) I wonder where my baby is tonight
6) Tired of waiting for you
7) Days
8) Rainy day in June.
Hanns, seduto in poltrona accanto a un amico, guarda Alphaville, un film di Jean Luc Godard: lo spettatore non vede le immagini ma ascolta soltanto il sonoro.
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