Estate violenta è un film del 1959 diretto da Valerio Zurlini.
Estate violenta | |
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Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1959 |
Durata | 98 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico |
Regia | Valerio Zurlini |
Soggetto | Valerio Zurlini |
Sceneggiatura | Valerio Zurlini, Suso Cecchi D'Amico, Giorgio Prosperi |
Produttore | Silvio Clementelli |
Produttore esecutivo | Giuseppe Bordogni |
Casa di produzione | Titanus, Société Générale de Cinématographie |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Tino Santoni |
Montaggio | Mario Serandrei |
Musiche | Mario Nascimbene |
Scenografia | Dario Cecchi, Massimiliano Capriccioli |
Trucco | Franco Freda, Thea Boggiatto |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Estate 1943. Carlo Caremoli, figlio ventenne di un gerarca fascista, raggiunge in treno un gruppo di suoi amici in vacanza a Riccione. Il giovane, grazie a rinvii per motivi di studio e anche grazie all'influenza del padre, è riuscito a evitare la partenza per il servizio militare. In un'atmosfera spensierata e in un ambiente assolutamente lontano dalle difficoltà in cui versa l'Italia a causa della guerra, vediamo questo gruppo di giovani della buona borghesia passare le giornate tra spiaggia, feste e gite in barca. Tra Carlo e Rossana si sviluppa una simpatia che potrebbe sfociare in un legame sentimentale.
La vita tranquilla di questa brigata di amici è interrotta da un aereo della tedesca Luftwaffe che vola a bassissima quota lungo il litorale terrorizzando i bagnanti. Nella confusione che ne segue, Carlo si imbatte in Colomba, una bambina che si è smarrita, e fa conoscenza con Roberta, la madre della bambina, offrendosi di riaccompagnarle a casa.
Roberta è un'affascinante trentenne che conduce una vita monotona e appartata con sua madre e con una governante. Suo marito, eroe della Regia Marina, è morto in un'azione di guerra e le donne passano le giornate ricevendo talvolta visite di ufficiali e di subordinati che vengono a rendere omaggio alla memoria del caduto.
Qualche giorno dopo, alla barca dei ragazzi che fanno il bagno al largo, si avvicina Roberta che chiede di poter riposare un attimo prima di riprendere a nuotare. L'ostilità con la quale viene accolta da Rossana, che stenta a rivolgerle la parola, la costringe ad abbandonare quasi subito la barca e a tornare a nuoto verso la riva. Carlo percepisce il disagio e, quasi per scusarsi, si reca successivamente in visita a casa della vedova proponendole un'escursione verso la vicina San Marino, alla ricerca di generi alimentari che in città scarseggiano. Roberta, malgrado i consigli della madre che diffida del giovane e della famiglia da cui proviene (il padre è un ras violento della prima ora e la madre era soprannominata Pompadour), dopo un primo imbarazzato diniego decide di uscire con lui. Nel corso della passeggiata a San Marino, i due si scambiano impacciate confidenze ma l'attrazione è sempre più forte e Carlo si fa promettere un'ulteriore gita al castello di Gradara, famoso per l'episodio di Paolo e Francesca.
Al ritorno a casa, Roberta trova ad attenderla Maddalena, giovane sorella del marito. In lacrime, Maddalena le chiede ospitalità e le confida di aver dovuto fuggire suo malgrado dal luogo in cui viveva lasciando sola la madre che, caparbiamente, non ha voluto staccarsi dalla sua casa, nonostante il pericolo dei bombardamenti.
Maddalena viene subito accettata nella compagnia di amici e una sera viene invitata, insieme a Roberta, per una serata al circo. Durante lo spettacolo viene a mancare la luce e tutto il gruppo si sposta a casa di Carlo, dove al suono di vecchi dischi - alcuni stranieri - si formano le coppie e si comincia a ballare. Dopo un gioco di sguardi e di sottintesi, Carlo e Roberta si ritrovano al buio in giardino e, mentre si baciano, vengono sorpresi da Rossana che fugge via piangendo.
Il giorno dopo Roberta cerca di convincere Carlo a non tornare più e a dimenticare quello che è successo fra loro, ma Carlo vince facilmente le sue resistenze.
Il 25 luglio la radio annuncia la caduta del governo Mussolini e trasmette la dichiarazione del maresciallo Badoglio. Le case del fascio vengono prese d'assalto, i gerarchi pestati, ma il padre di Carlo riesce a fuggire e la casa viene requisita per accogliere degli sfollati. Intanto la passione di Carlo e Roberta si consuma in incontri sulla spiaggia e poi addirittura a casa di lei, dove Carlo passa tutta la notte. La madre di Roberta le ricorda le sue responsabilità di madre e di vedova di una medaglia d'oro. Intanto Maddalena, visibilmente a disagio, decide di lasciare la casa e di ripartire.
In una notte passata ancora una volta sulla spiaggia davanti al Grand Hotel Riccione, i due vengono sorpresi da un militare di ronda che scopre che i documenti di rinvio di Carlo sono scaduti e gli intima di presentarsi l'indomani al Comando militare di Bologna. Roberta non vuole perdere il suo amante e gli propone di andare a Rovigo per nascondersi insieme in una villa disabitata di sua proprietà. Il treno su cui salgono è costretto però a fermarsi in aperta campagna a causa di un terribile bombardamento: nell'amaro impatto con la realtà, tra morte e distruzione Carlo si sente richiamato ai suoi doveri e chiede a Roberta di tornare indietro dalla bambina, mentre lui sceglie di andare incontro al suo futuro.
Il film presenta diverse inquadrature con il promontorio di Gabicce sullo sfondo. Il litorale tra Fano e Pesaro e uno scorcio del Montefeltro dall'alto di San Marino.
Il Mereghetti. Dizionario dei film (1993): **½
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