Figli/Hijos è un film italiano del 2002 diretto da Marco Bechis.
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Figli/Hijos | |
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Paese di produzione | Italia, Argentina |
Anno | 2002 |
Durata | 92 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Marco Bechis |
Sceneggiatura | Lara Fremder e Marco Bechis |
Fotografia | Fabio Cianchetti |
Montaggio | Jacopo Quadri |
Musiche | Jacques Lederlin |
Scenografia | Caterina Giargia |
Interpreti e personaggi | |
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Argentina, 1977. Una giovane donna desaparecida sta partorendo, mentre fuori alcuni uomini aspettano, in attesa di prendere il neonato: la donna però partorisce due gemelli e, dato che l'ostetrica riesce a nascondere la bambina, soltanto il maschietto viene portato via.
Milano, 2001. Dopo oltre vent'anni la giovane Rosa contatta Javier e cerca di convincerlo del fatto che sono fratelli gemelli, separati alla nascita dalla brutalità del regime argentino. A Barcellona incontrano l'ostetrica che assistette al parto gemellare e racconta loro la vicenda. I due si sottopongono allora al test del DNA, che però risulta negativo: tra loro non ci sono legami di sangue. Javier, comunque, capisce di non essere figlio naturale della propria famiglia e di essere stato pure lui sottratto alla propria vera madre: il suo "padre adottivo" pilotava uno dei tanti aerei da cui venivano gettati nell'oceano i desaparecidos, vivi o morti che fossero. Javier, appassionato di paracadutismo, fa un ennesimo lancio, in cui però si lascia cadere ripensando a quei terribili lanci di morte.
Il film si conclude con Rosa e Javier che prendono parte ad una manifestazione pubblica di protesta nei confronti di un gerarca del regime rimesso in libertà.
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Il regista italiano, con il film Garage Olimpo del 1999, aveva presentato uno spaccato del regime dittatoriale e della guerra sporca svoltasi in Argentina dal 1976 al 1983, con la drammatica pagina dei desaparecidos.
Con Hijos torna sull'argomento, mettendo a fuoco il tema dei tanti bambini nati durante gli anni della dittatura, che ancora neonati furono sottratti con la forza alle loro famiglie naturali e "dati in adozione" alle famiglie di gerarchi o amici del regime. Questi bambini, oggi trentenni, sono cresciuti ignorando le proprie origini e il proprio passato: le Nonne di Plaza de Mayo si adoperano per rintracciarli e informarli.
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