Gabriela (Gabriela, cravo e canela) è un film del 1983 diretto da Bruno Barreto.
Gabriela | |
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Titolo originale | Gabriela, cravo e canela |
Lingua originale | Portoghese |
Paese di produzione | Brasile, Italia |
Anno | 1983 |
Durata | 102 min |
Genere | commedia |
Regia | Bruno Barreto |
Soggetto | Jorge Amado |
Produttore | Ibrahim Moussa e Harold Nebenzal |
Fotografia | Carlo Di Palma |
Musiche | Antônio Carlos Jobim |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il soggetto è basato sul romanzo Gabriella, garofano e cannella di Jorge Amado.
Ilhéus, stato di Bahia, 1925. Nacib Saad, detto "il turco" - ma vero brasiliano, anche se di madre napoletana e padre arabo, questo almeno nel film: nel romanzo originale di Amado, Nacib era d'origine interamente siriana - gestisce il «bar Vesuvio».
L'uomo scopre del tutto casualmente che il colonnello Jesuino Mendonça ha ucciso a revolverate sua moglie, dona Sinhazinha Guedes Mendonça e il dottor Osmundo Pimentel, dentista, amante della donna. Nacib ha anche un altro problema, stavolta personale: è rimasto improvvisamente senza cuoca. Così finisce per portarsi a casa, come domestica, Gabriela, incontrata casualmente, tutta sporca di fango, al "mercato degli schiavi". Presto però, se n'innamora e se la sposa, producendo, su interessamento dell'avvocato Tonico Bastos, documenti falsi dal momento che la fidanzata è senza famiglia e senza patria. Si amano passionalmente ed istintivamente, anche se le diverse origini e cultura comportano cambiamenti di vita e d'abitudini per entrambi.
Un giorno, Nacib sorprende la moglie tra le braccia di Tonico: secondo la legge brasiliana potrebbe ucciderla, ma, consigliato dagli amici, si separa da lei dopo la dichiarazione di annullamento di matrimonio per errore di persona. I due però, pur vivendo separati, non si rassegnano: è lei che prende l'iniziativa e lui la riaccetta. E tutto ricomincia daccapo, come prima del matrimonio.
Contrastanti le dichiarazioni di Mastroianni in merito. Prima d'iniziare il film, infatti, Marcello comunica ai giornali: «Non prevedo difficoltà a fare questo personaggio: Nacib è arabo, è mediterraneo, quindi molto simile all'italiano. È semplice, vuole vivere, sopravvivere e amare. Ed io mi sento molto vicino a lui [...]. Ho letto il libro e mi è subito piaciuto, ho letto il soggetto e l'ho trovato ottimo, ho conosciuto Barreto e abbiamo subito simpatizzato. Perché non avrei dovuto accettare? Non ho comunque visto Donna Flor e i suoi due mariti, il film di Barreto presentato anche in Italia, ma tutti lo hanno elogiato».[1]. In seguito, durante una partecipazione televisiva alla trasmissione-contenitore domenicale di RAI 1, Domenica in (edizione 1983-84), a una domanda del conduttore Pippo Baudo su Sônia Braga, l'attore risponde testualmente «È una "cozza" nera!» Sorpreso e convinto che si tratti di una gaffe, Baudo riprende affettuosamente l'attore, magnificando la Braga quale sex-symbol e diva delle tele-novelas, al che Marcello rincara la dose e tentando di riparare, perfeziona la frase in «Beh, è una BELLA cozza nera!»[2]
Secondo i critici brasiliani il film è costato tre milioni di dollari; il solo Mastroianni avrebbe percepito 600.000 dollari[3]
In seguito alla sua prima distribuzione in Brasile, il film scontenta parecchi critici locali. Il noto quotidiano «O estado de S. Paolo», definisce la pellicola «la grande delusione dell'anno». Lo stesso Jorge Amado, dopo aver assistito alla proiezione, elogia simpaticamente gli attori e pronostica un notevole successo di pubblico, ma critica altresì il fatto che il personaggio interpretato da Mastroianni, il siriano Nacib Saad, sia stato quasi trasformato in un italiano. I giornali locali aggiungono che «gli attori non hanno colpa del fallimento». Per «O Globo» sono inoltre eccessive le scene d'erotismo.[3]
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