Gli ultimi saranno ultimi è un film drammatico italiano del 2015 diretto da Massimiliano Bruno, con come protagonista Paola Cortellesi.
Gli ultimi saranno ultimi | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2015 |
Durata | 103 min |
Genere | drammatico |
Regia | Massimiliano Bruno |
Soggetto | Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti |
Sceneggiatura | Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Gianni Corsi, Furio Andreotti |
Produttore | Fulvio Lucisano, Federica Lucisano |
Casa di produzione | Italian International Film, Lucisano Media Group, Rai Cinema con il contributo del MiBACT in collaborazione con Banca Popolare di Sondrio e Cera di Cupra |
Distribuzione in italiano | 01 Distribution |
Fotografia | Alessandro Pesci |
Montaggio | Luciana Pandolfelli |
Musiche | Maurizio Filardo |
Scenografia | Sonia Peng |
Costumi | Alberto Moretti |
Interpreti e personaggi | |
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Il film è basato sull'omonima pièce teatrale scritta da Massimiliano Bruno e interpretata da Paola Cortellesi.[1] Il titolo del film è tratto dal breve racconto di Vincenzo Fiore, Esilio metafisico pubblicato prima su Il Mattino e successivamente nella raccolta voluta da Franco Dragone Cairano. Relazioni felicitanti.
Al cinema ha incassato in totale 2 453 000 euro.[2]
In un paese del Lazio, Anguillara, la gentile Luciana lavora in una fabbrica tessile, è sposata con Stefano, provetto meccanico disoccupato perché non vuole lavorare come dipendente presso altri e dunque si limita a fare piccoli scambi commerciali strampalati per arrotondare.
Luciana è una donna serena, vive una vita semplice ma piena, ha una storia familiare particolare ma è benvoluta da tutti in paese e presso la fabbrica in cui lavora. Desidera tanto un figlio da Stefano. La vita paesana è segnata dalla solita routine, ma anche dalle battute e dalle frecciatine con gli amici.
Benché la coppia viva in un paese di campagna, si verifica una strana interferenza radio in quanto sono state impiantate delle antenne di radio Maria proprio alle porte del borgo e le numerose radiazioni elettromagnetiche hanno fatto sì che ogni oggetto metallico domestico riproduca le trasmissioni di una radio cattolica.[3]
Nel paese arriva dal Veneto il timido Antonio Zanzotto, trasferito nel corpo di polizia lì in seguito a un incidente con un suo giovane collega. Ciò gli attira la diffidenza dei colleghi ma lui trova rifugio solo nella madre che viene per un periodo a visitarlo.
Quando Luciana rimane incinta di Stefano, tutto si complica perché non le viene rinnovato il contratto dopo che una sua collega aveva informato il direttore della sua gravidanza e Stefano non lavora da mesi.
Intanto Antonio medita di scappare dal paese, perché viene ulteriormente vessato dai colleghi, per essersi invaghito di Manuela. Quest'ultima è una donna transgender che lavora come parrucchiera e come cubista nei fine settimana, Antonio ne è attratto anche perché Manuela è stata l'unica persona gentile con lui. Antonio però ingenuamente ignora che Manuela sia trans e quando lo scopre reagisce male e tronca ogni rapporto, dimostrando solo una profonda transfobia.
Luciana ormai disoccupata cerca in vari modi di guadagnare qualche soldo, per esempio facendo la cameriera per un catering gestito dalla sua più cara amica Rossana. Ma i pasticci di Stefano che si mette sempre più nei guai con i suoi "affari" la fanno sprofondare sempre più verso l'impotenza e la disperazione.
Durante la festa in stile medievale del paese e nell'imminenza del parto, Luciana scopre che Stefano, dopo una lite con lei, è andato a trovare a casa una giovane donna: la donna si sente tradita, e in più apprende subito dopo dal suo ex-capo che non ci sono speranze che possa essere riassunta dalla ditta dove lavorava, che anzi è in crisi e programma altri licenziamenti.
Presa dalla rabbia raggiunge a piedi gli uffici della fabbrica, decisa a riottenere il suo lavoro con la forza. Prima fa un ultimo tentativo di convincere l'ex datore di lavoro col ragionamento poi, respinta e presa da una più acuta disperazione, sottrae la pistola a uno dei due vigilantes della fabbrica. Prima spara in aria poi tiene sotto la minaccia della pistola due impiegati e il direttore che l'aveva licenziata. A quel punto le si rompono le acque. Il poliziotto Antonio che, passando di lì per caso, ha riconosciuto il colpo di pistola, irrompe e spara a Luciana, ferendola ad un seno. Subito dopo, di fronte ai colleghi accorsi, consegna l'arma e il cinturone al suo superiore e si allontana. È stata chiamata un'ambulanza il cui personale medica Luciana e la assiste durante il parto. Accanto a lei c'è Stefano che era andato a cercarla: in quel momento nasce Mario.
Stefano per il bene della famiglia si decide a trovarsi un posto come meccanico cosicché per la famiglia le cose infine si sistemano.
Le riprese del film, iniziate il 18 maggio 2015 e concluse il 19 luglio dello stesso anno[4], si sono svolte interamente nel Lazio, in particolare a Nepi, in provincia di Viterbo, nel comune di Ronciglione e sul lago di Bracciano.[5]
«Nostro Signore ha detto che "gli ultimi saranno i primi", ma non ha detto di preciso quando.» |
(Frase pronunciata da Luciana, nonché tagline del film) |
Il trailer del film è uscito in anteprima sul sito dell'ANSA.[6] Il film viene distribuito nelle sale cinematografiche il 12 novembre 2015.[7]
Il film, già durante la sua anteprima mondiale ai David di Donatello 2016 e ai Nastri d'argento, ha ricevuto il plauso della critica. Il Cinema Locatelli ne ha scritto a proposito: "Gli ultimi saranno ultimi è la rigida applicazione narrativa dello schema manicheo nel quale il popolo (i poveri, gli sfruttati, gli umiliati e offesi, gli ultimi, i diseredati, i proletari, i sottoproletari) ci ha sempre ragione, essendo di sua natura, di massima bontà e immacolata innocenza, mentre ad aver torto marcio sono invariabilmente i ricchi, malvagi irrimediabili."[8]
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(aiuto). URL consultato il 31 luglio 2022.![]() |