Claudia Cardinale: moglie del professore (nei flashback)
Dominique Sanda: madre del professore (nei flashback)
Philippe Hersent: portiere
Guy Tréjean: antiquario
Jean-Pierre Zola: Blanchard
Umberto Raho: maresciallo di Polizia Bernai
Enzo Fiermonte: commissario di Polizia
Romolo Valli: Michelli
Margherita Horowitz: cameriera
Doppiatori originali
Massimo Foschi: il professore
Adalberto Maria Merli: Konrad Huebel
Roberta Paladini: Lietta Brumonti
Renato Cortesi: Stefano
Livia Giampalmo: madre del professore (nei flashbacks)
Trama
Il professore
Un professore statunitense sessantenne vive ritirato tra libri e quadri nella sua casa in un antico palazzo di Roma, ereditato dalla madre italiana. Un giorno la sua quiete viene turbata dall'insistenza della marchesa Bianca Brumonti, che riesce a farsi affittare dal professore l'appartamento al piano di sopra per darlo al suo giovane amante e mantenuto Konrad.
Tra la marchesa, sua figlia Lietta e il suo compagno Stefano e Konrad, viene a formarsi un singolare gruppo di famiglia, nel quale l'anziano gentiluomo viene forzato a entrare, salvo poi accorgersi alla fine che quest'intrusione ha significato per lui un ritorno alla vita e alle relazioni umane.
Il tragico suicidio di Konrad riporterà l'ordine iniziale nella vita del professore, allontanando la burrascosa famiglia, ma lasciandolo anche più consapevole della morte che s'avvicina.
Ispirazione
Il personaggio del professore interpretato da Burt Lancaster è dichiaratamente ispirato alla figura di Mario Praz. Del resto, il nome inglese del film (Conversation piece) cita le Scene di conversazione di Praz (libro pubblicato nel 1971 per l’editore Bozzi) e questi ammise poi di esservi riconosciuto[1]. Si tratta di un'ascendenza che la critica ascrive alla comune sensibilità verso la teatralità degli atteggiamenti[2].
Casting
Prima ancora che le riprese iniziassero, vennero messe in circolazione le foto del provino della quindicenne Claudia Marsani senza camicetta, e si arrivò persino a chiederne conto al regista. Il quale rispose semplicemente: "Oh bella, ho fatto togliere la camicetta alla ragazzina perché deve fare una scena di nudo nel film, e volevo essere sicuro che fosse bella anche svestita."[3]
Il ruolo della marchesa Bianca Brumonti era stato inizialmente proposto dal regista ad Audrey Hepburn la quale declinò, affermando di non voler legare il suo nome a un ruolo torbido e immorale come quello.[senzafonte]
Colonna sonora
La colonna sonora contiene, oltre al tema musicale tratto dalla Sinfonia concertante e all'aria per soprano Vorrei spiegarvi, oh Dio di Wolfgang Amadeus Mozart, anche brani di musica leggera: Desiderare e Momenti si momenti no di Caterina Caselli e Testarda io di Iva Zanicchi.
Accoglienza
Il film si piazzò al ventesimo posto della classifica italiana dei film più visti della stagione 1974-1975[4].
Omaggi
Nel 2013, nel documentario Ritratto di sceneggiatore in un interno diretto da Rocco Talucci, lo sceneggiatore Enrico Medioli, insieme a Claudia Cardinale, Caterina D'Amico e Giorgio Ferrara, racconta la genesi della pellicola e quali suggestioni letterarie ci sono dietro alcuni personaggi del film.
Riconoscimenti
David di Donatello 1975
Miglior film a Luchino Visconti
Miglior attore straniero a Burt Lancaster
Nastri d'argento 1975
Regista del miglior film a Luchino Visconti
Migliore produzione a Rusconi Film
Miglior attrice debuttante a Claudia Marsani
Migliore fotografia a Pasqualino De Santis
Migliore scenografia a Mario Garbuglia
Nomination Migliore soggetto a Enrico Medioli
Nomination Migliore sceneggiatura a Suso Cecchi D'Amico, Enrico Medioli e Luchino Visconti
Nomination Migliore attrice protagonista a Silvana Mangano
Nomination Migliore colonna sonora a Franco Mannino
1975 - Seminci
Espiga de oro a Luchino Visconti
1978 - Awards of the Japanese Academy
Miglior film straniero
Note
Da un’ispirazione profetica doveva essere animato Luchino Visconti quando (a sua stessa confessione in interviste sui giornali) prendendo le mosse dalle mie 'Scene di conversazione' pel suo film 'Ritratto di famiglia in un interno' metteva a protagonista un vecchio professore assistito da un’anziana domestica (qui evidentemente alludeva a una situazione simile alla mia), ma anche immaginava che nello stesso casamento venisse ad abitare una banda di giovani drogati e dissoluti. Che è pressappoco quello che è accaduto, ma soltanto dopo la presentazione del film, nel palazzo dove abito. Il film, come potei constatare, è rispettoso verso il mio sosia, e forse esagera nei riguardi dei coinquilini, di cui dirò solo che, venendo richiesto dal più notorio di essi, della dedica di un mio libro, vi scrissi: “Per (seguiva il nome) vicino di casa, lontano d’idee”: Mario Praz, La casa della vita.
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