Basato sulla vita del pugile Rubin Carter, la sceneggiatura è stata ideata da Armyan Bernstein e Dan Gordon sulla base del libroLazarus e Hurricane di Sam Chaiton e Terry Swinton nonché dall'autobiografia dello stesso Rubin Carter.
Nella colonna sonora del film è presente Hurricane di Bob Dylan, scritta nel 1975 per sostenere Rubin Carter nella sua battaglia legale.
Trama
Rubin 'Hurricane' Carter (Denzel Washington) vive una gioventù difficile, crescendo in un'America razzista nella quale i neri scontano ancora retaggi di discriminazione e violenza. Messo in riformatorio per un reato "non commesso" (aveva ferito un pedofilo che prima aveva cercato di appartarsi con un suo amico e poi di fargli del male), ne esce, fuggendo, dopo 8 anni. Si arruola nell'esercito ma al suo ritorno viene nuovamente incarcerato per la fuga dal riformatorio.
Scontata la pena diviene un pugile professionista, arrivando a sfidare il campione del mondo dei pesi medi. Nell'incontro viene sconfitto ai punti dalla decisione dei giudici, presa per ragioni razziali secondo quanto si lascia intendere.
Poco dopo viene accusato e condannato ingiustamente a tre ergastoli per triplice omicidio. Mentre sconta la condanna a vita, Carter scrive la sua autobiografia, che arriverà poi nelle mani di un ragazzo di Brooklyn.
Il ragazzo si rivede in lui e lo contatta via lettera ricevendo risposta e iniziando un carteggio. Prenderà a cuore la storia di Carter al punto da coinvolgere nel caso alcuni suoi amici canadesi che se ne occuperanno personalmente fino a giungere alla liberazione.
Accoglienza
Incassi
La pellicola fu un buon successo al botteghino. Con un budget di 50 milioni di dollari, la pellicola ne incassò quasi 74 milioni, riuscendo dunque a coprire il costoso budget iniziale.[1]
Critica
Dalla critica il film ricevette molte critiche positive, anche se la storia è stata visibilmente romanzata.[2] In particolare la prova recitativa di Denzel Washington nel ruolo di Carter è stata premiata al Festival di Berlino 2000 con l'orso d'argento, un Golden Globe e gli ha valso la nomination come miglior attore ai Premi Oscar 1999. Anche Norman Jewison venne premiato con il Prize of the Guild of German Art House Cinemas. Il film ricevette in tutto sei riconoscimenti internazionali.[3]
Riconoscimenti
2000 - Premio Oscar
Nomination Miglior attore protagonista a Denzel Washington
2000 - Golden Globe
Miglior attore in un film drammatico a Denzel Washington
Nomination Miglior film drammatico
Nomination Migliore regia a Norman Jewison
2000 - Festival di Berlino
Orso d'Argento a Denzel Washington
Premio Speciale a Norman Jewison
Nomination Orso d'oro a Norman Jewison
2000 - Chicago Film Critics Association Award
Nomination Miglior attore protagonista a Denzel Washington
2000 - Satellite Award
Nomination Miglior attore in un film drammatico a Denzel Washington
2000 - Screen Actors Guild Award
Nomination Miglior attore protagonista a Denzel Washington
2000 - Image Award
Miglior attore protagonista a Denzel Washington
Inesattezze storiche
Il film contiene diverse inesattezze storiche, tutte tali da dare di Rubin un ritratto di vittima ingiustamente perseguitata che non corrisponde propriamente alla realtà.
Egli non accoltellò un pedofilo per proteggere lui e un suo amico (come mostrato nel film), in realtà fu un'aggressione con rapina.[4]
Carter andò in carcere all'età di 14 anni, e prima della carriera di pugile, è stato condannato per tre rapine a mano armata.[4]
Nella carriera militare fu richiamato quattro volte dalla Corte Marziale ed in seguito congedato per inadeguatezza al servizio, pertanto non è vero il suo ritorno come soldato decorato.[4]
Non è vero che le due giurie erano entrambe formate per intero da persone bianche, la seconda conteneva due persone di colore e anche loro erano convinti della colpevolezza di Carter.[2]
Gli investigatori canadesi non scoprirono nessun nuovo indizio e non furono mai minacciati né subirono attentati.[2]
Il critico cinematografico David Denby di The New Yorker ha infatti definito il film "falso ed evasivo...una favola di stampo liberal".[5]
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