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I colori della vittoria (Primary Colors) è un film del 1998 diretto da Mike Nichols, tratto dal romanzo a chiave Primary Colors: A Novel of Politics (1996) del giornalista e commentatore politico Joe Klein, incentrato sulla vittoriosa campagna elettorale di Bill Clinton per l'elezioni presidenziali del 1992, che lo stesso Klein all'epoca ebbe modo di seguire da vicino per conto del settimanale Newsweek[1][2][3].

Disambiguazione – "Primary Colors" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Primary Colors (disambigua).
I colori della vittoria
Il candidato presidenziale Stanton (John Travolta) in una scena del film
Titolo originalePrimary Colors
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1998
Durata143 min.
Generedrammatico
RegiaMike Nichols
SoggettoJoe Klein (romanzo)
SceneggiaturaElaine May
FotografiaMichael Ballhaus
MontaggioArthur Schmidt
MusicheRy Cooder
ScenografiaBo Welch, Tom Duffield e Cheryl Carasik
CostumiAnn Roth, Gary Jones
Interpreti e personaggi
  • John Travolta: Gov. Jack Stanton
  • Emma Thompson: Susan Stanton
  • Billy Bob Thornton: Richard Jemmons
  • Kathy Bates: Libby Holden
  • Adrian Lester: Henry Burton
  • Maura Tierney: Daisy Green
  • Larry Hagman: Gov. Fred Picker
  • Caroline Aaron: Lucille Kaufmann
  • Diane Ladd: Mamma Stanton
  • Paul Guilfoyle: Howard Ferguson
  • Tony Shalhoub: Eddie Reyes
  • Kevin Cooney: Lawrence Harris
  • Brian Markinson: Randy Culligan
  • Robert Klein: Norman Asher
  • Rob Reiner: Izzy Rosenblatt
  • Susan Kussman: Ella Louise
  • Robert Symonds: Senatore Bart Nilson
  • Chelcie Ross: Senatore Charles Martin
  • Allison Janney: Miss Walsh
  • Scott Burkholder: Danny Scanlon
  • Mykelti Williamson: Dewayne Smith
Doppiatori originali
  • James Earl Jones: annunciatore della CNN
Doppiatori italiani
  • Claudio Sorrentino: Gov. Jack Stanton
  • Emanuela Rossi: Susan Stanton
  • Angelo Nicotra: Richard Jemmons
  • Vittoria Febbi: Libby Holden
  • Danilo De Girolamo: Henry Burton
  • Claudia Razzi: Daisy Green
  • Antonio Colonnello: Gov. Fred Picker
  • Maria Pia Di Meo: Lucille Kaufmann
  • Franco Zucca: Howard Ferguson
  • Saverio Moriones: Eddie Reyes
  • Mino Caprio: Randy Culligan
  • Pietro Biondi: Norman Asher
  • Angiolina Quinterno: Ella Louise
  • Dante Biagioni: Senatore Bart Nilson
  • Saverio Indrio: Senatore Charles Martin
  • Vittorio Stagni: Danny Scanlon
  • Roberto Stocchi: Dewayne Smith

Presentato fuori concorso al 51º Festival di Cannes[4], il film ebbe scarso successo al botteghino, incassando appena 52 milioni di dollari a fronte d'un budget di 65[5][6][7], ciononostante la buona accoglienza riservatagli dalla maggior parte della critica[8][9][10][11][12][13][14][15].


Trama


Henry Burton, giovane idealista nipote di un leader che ha combattuto per i diritti civili, decide di partecipare, sia pure dopo molte incertezze, alla campagna per le elezioni primarie del partito democratico in favore di Jack Stanton, governatore di uno stato del sud.

Del team fanno parte anche: sua moglie Susan, Libby Holden, ex compagna di college di Jack (fanaticamente legata alla causa, dichiaratamente omosessuale e decisissima a risolvere ogni problema) e la giovane Daisy Green, scelta come consulente per i massmedia e Richard Jemmons, stratega tanto brillante quanto improbabile; soprattutto ci sono gli Stanton, travolgenti nel carattere, pieni di entusiasmo e decisi a vincere per entrare nella storia.

La campagna elettorale va avanti freneticamente e gli umori cambiano in rapida successione. Gli scandali sessuali sono quelli che più mettono in difficoltà il team: prima una segretaria denuncia una relazione extraconiugale con Jack e poi il padre di una ragazzina di colore dichiara addirittura che la figlia è incinta di Stanton; questi scandali vengono messi a tacere con enorme fatica ma purtroppo Libby, a causa della profonda delusione per l'accaduto si suicida. Successivamente, durante una tribuna politica televisiva, il candidato avversario ha un malore e, ricoverato in ospedale, è costretto a rinunciare al proseguimento della campagna. Il nuovo candidato viene però incastrato dallo staff di Jack grazie a un dossier su un traffico di cocaina.

La campagna elettorale è andata avanti senza esclusione di colpi ed Henry, duramente provato, vorrebbe dimettersi ma Jack lo convince a rimanere. Arrivano finalmente le elezioni, Stanton viene eletto presidente ed Henry è tra coloro a cui stringe la mano il giorno della vittoria.


Riconoscimenti


Premio oscar 1999 - Nomination a Kathy Bates come migliore attrice non protagonista.


Note


  1. David Lauter, What the Movie Gets —and What It Doesn't, in Los Angeles Times, 15 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2012).
  2. Faye Fiore, Just What He Didn't Need Right Now; Movies: Will 'Primary Colors,' a thinly veiled slice of presidential life, hurt or help Bill Clinton?, in Los Angeles Times, 2 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).
  3. Columnist's Mea Culpa: I'm Anonymous (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2011)., Doreen Carvajal, The New York Times, July 18, 1996
  4. (EN) Official Selection 1998, su festival-cannes.fr. URL consultato il 3 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2013).
  5. Primary Colors, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 29 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2014).
  6. Robin Rauzi, 'Grease' Beats 'Primary' but Doesn't Rock the Boat; Box office: Revived musical enjoys a $13-million opening, but Oscar-winner 'Titanic' is No. 1 for the 15th straight weekend., in Los Angeles Times, 30 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2010).
  7. Robert W. Welkos, Travolta Films Tail 'Titanic', in Los Angeles Times, 31 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2012).
  8. Primary Colors (1998), su Rotten Tomatoes, Fandango. URL consultato il 24 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2021).
  9. Primary Colors, su Metacritic. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  10. PRIMARY COLORS (1998) B, in CinemaScore (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2018).
  11. Roger Ebert, Primary Colors, Chicago Sun Times, 20 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2012).
  12. Lisa Schwarzbaum, Primary Colors, Entertainment Weekly, 27 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2012).
  13. Kenneth Turan, Inspired Insinuation, in The Los Angeles Times, 20 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2012).
  14. Margaret A. McGurk, Primary by a landslide, The Cincinnati Enquirer, 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2011).
  15. Todd McCarthy, Primary Colors, Variety, 12 marzo 1998. URL consultato il 24 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2012).

Collegamenti esterni


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[en] Primary Colors (film)

Primary Colors is a 1998 American comedy-drama film directed by Mike Nichols. The screenplay by Elaine May was adapted from the novel Primary Colors: A Novel of Politics, a roman à clef about Bill Clinton's first presidential campaign in 1992, which was originally published anonymously, but in 1996 was revealed to have been written by journalist Joe Klein, who had been covering Clinton's campaign for Newsweek.[4][5][6] The film starred John Travolta, Emma Thompson, Billy Bob Thornton, Kathy Bates, Maura Tierney, Larry Hagman, and Adrian Lester.
- [it] I colori della vittoria

[ru] Основные цвета (фильм)

«Основные цвета» (англ. Primary Colors) — фильм, трагикомедия режиссёра Майка Николса 1998 года с Джоном Траволтой в главной роли. Сюжет основан на одноимённом романе (англ.) Джо Клейна. Фильм был номинирован на премию «Оскар» за лучший адаптированный сценарий и получил премию BAFTA за лучший сценарий.



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