I maniaci è un film a episodi del 1964, diretto da Lucio Fulci, interpretato tra gli altri da Walter Chiari, Enrico Maria Salerno e Barbara Steele.
I maniaci | |
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Titolo originale | I maniaci |
Paese di produzione | Spagna, Italia |
Anno | 1964 |
Durata | 90 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | commedia |
Regia | Lucio Fulci |
Soggetto | Castellano e Pipolo |
Sceneggiatura | Castellano e Pipolo, Vittorio Vighi, Mario Guerra, Lucio Fulci |
Produttore | Giancarlo Marchetti |
Casa di produzione | Cineproduzioni Hesperia |
Distribuzione in italiano | Astoria (1964) |
Fotografia | Riccardo Pallottini |
Montaggio | Ornella Micheli |
Musiche | Ennio Morricone, Carlo Rustichelli |
Scenografia | Aurelio Crugnola e Riccardo Domenici |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Episodi | |
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Un carro funebre viene truccato da un abile meccanico perché possa raggiungere elevate velocità.
Un capoufficio è costretto per una scommessa persa a far prostituire la moglie; quest'ultima incontrerà un sottoposto del marito che si farà pagare caro il silenzio.
Un automobilista preme sempre più sull'acceleratore per non farsi superare, fino a che non si accorge di essere su una strada a fianco dell'aeroporto, e che quello che lo sta sorpassando è un jet in fase di decollo.
Due donne, l'una la moglie l'altra l'amante di un industriale, sospettano, viste le sue ingiustificate assenze, la presenza di una terza donna. In realtà l'uomo, molto più candidamente, si dedica a partitelle amatoriali di calcio.
Due coniugi in auto discutono sullo stile di guida, e finiranno contro un autocarro.
Due amici continuano a lamentarsi su varie questioni politiche, prima durante il ventennio, e successivamente con lo stessa dialettica qualunquista nell'epoca contemporanea.
Marito e moglie battono la campagna in cerca di oggetti d'antiquariato: finiranno in un convento, dove acquisteranno numerosi manufatti antichi che, alla fine, si riveleranno oggetti prodotti in serie da un mobilificio locale.
Lo scrittore Ilario Baietti chiede consigli ad un esimio collega che lo spinge alla trasgressione, rinnegando poi pubblicamente le sue posizioni.
Un frequentatore di locali notturni a luci rosse, una volta nella propria abitazione, nello svestirsi adotta lo stesso stile delle spogliarelliste.
Un ministro ripete sempre la stessa risposta ad ogni domanda dei giornalisti: “Abbiamo provveduto a fare nominare una commissione che... nel quadro di un maggiore e più alto ideale di giustizia”.
Un automobilista lombardo fa salire in macchina un emigrante siciliano; i pregiudizi di entrambi li porteranno a fuggire l'uno dall'altro abbandonando l'auto.
Due coppie di coniugi si sfidano nell'acquisto di vari beni a suon di cambiali. Arriveranno alla vecchiaia, indebitandosi anche per il funerale.
Due ladri, nel tentativo di svaligiare un appartamento, assistono involontariamente agli incontri clandestini della cameriera con un militare e del padrone di casa con la sua amante.
La colonna sonora del film comprende La mia mania cantata da Gianni Morandi nei titoli di testa e di coda, e il brano Mezzanotte presentato al festival di Sanremo 1964 dal trio di origine cubana Los Hermanos Rigual. Altri brani musicali: Ciò che rimane (alla fine di un amore), cantata da Nico Fidenco, Pel di carota, cantata da Rita Pavone e Ogni volta cantata da Roby Ferrante.
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