I viaggiatori della sera è un film del 1979 scritto, diretto e interpretato da Ugo Tognazzi, tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Simonetta.
I viaggiatori della sera | |
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Paese di produzione | Italia, Spagna |
Anno | 1979 |
Durata | 130 min |
Genere | drammatico, fantascienza |
Regia | Ugo Tognazzi |
Soggetto | Umberto Simonetta (romanzo), Sandro Parenzo |
Sceneggiatura | Ugo Tognazzi, Sandro Parenzo |
Produttore | Franco Committeri |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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È l'ultimo dei cinque film diretti da Tognazzi; coprodotto con la Spagna, venne girato nelle Canarie. Fu distribuito in Spagna con il titolo Los viajeros del atardecer.
Nel 1980, per fronteggiare il problema del sovrappopolamento, una recente legge ha stabilito che ogni cittadino, al raggiungimento del 50º anno di età deve, sotto la sorveglianza del cosiddetto Esercito della Salute Pubblica (ESP), trasferirsi in un villaggio-resort, per trascorrervi quella che è definita una vacanza.
Orso e Niky, coniugi e coetanei, pur controvoglia, devono raggiungere il villaggio a cui sono stati assegnati, accompagnati nel viaggio dai figli, che invece, perfettamente aderenti al nuovo sistema politico, ritengono assolutamente giusta la nuova legge.
Il villaggio si rivela essere una dorata prigione, la cui vita è dominata da periodiche riunioni in cui è obbligatorio partecipare a giochi di carte e una lotteria, con premio la partenza per una crociera: nessuno dei vincitori di queste crociere ha mai fatto ritorno al villaggio, dal che gli ospiti del villaggio deducono che i vincitori in realtà vengano soppressi. Il fatto è accettato con rassegnazione dagli ospiti, che preferiscono svagarsi dedicandosi ad attività sessuali, vissute da tutti in piena libertà.
Anche Orso e Niki, per motivi diversi, hanno relazioni extraconiugali. La prima è Niky che, forse per allentare il rapporto di amore che la lega a Orso, prefigurando già una dolorosa separazione, si concede a un suo vecchio spasimante per poi avere un rapporto con un giovane giardiniere, pagandolo con alcuni maglioni.
Orso, ferito, si lascia andare anche lui a una relazione con un'addetta al campo, Ortensia, la quale gli rivela di far parte di un'organizzazione segreta che vuole aiutare gli anziani intenzionati a scappare.
Sia Orso che Niky decidono di fuggire, ma, visto che il piano di fuga non può scattare prima che si tenga un'altra sessione del gioco, devono assolutamente sopravvivere alla tornata successiva. Perciò si rivolgono a Simoncini, uno degli ospiti del villaggio che è lì da più tempo di tutti e che, a suo dire, ha trovato, mediante una serie di complicatissimi calcoli, un sistema per perdere sempre ad ogni sessione del gioco e quindi di non essere mai selezionato per la crociera. Purtroppo, nonostante l'aiuto dell'uomo, Niky viene selezionata per la cosiddetta crociera. Sul pontile per l'imbarco i due, consapevoli che non si vedranno mai più, si salutano con un ultimo bacio, confessandosi il loro amore.
Orso, distrutto dal dolore, rinuncia ai propositi di fuga e aspetta solo il momento in cui anche lui verrà sorteggiato ed eliminato. Ma durante la periodica visita dei figli e del nipotino si accorge che l'ESP sta per scoprire due fuggitivi (uno di essi è Bertani) nascosti in un furgone guidato da Ortensia. Per creare un diversivo prende una pistola a una delle guardie e minaccia di uccidere Antonluca, il nipotino. Salito col bambino-ostaggio sul furgone di Ortensia, riesce a uscire dal villaggio, quindi si separa dai fuggiaschi, ormai salvi. Inseguito dall'ESP, senza più alcun interesse né a scappare né a vivere, rinchiuso in un vecchio museo galleggiante abbandonato, pieno di animali imbalsamati ormai estinti, Orso muore per un colpo di pistola, probabilmente sparato, per gioco o per errore, dal nipotino.
«[…] Ugo Tognazzi gioca la carta della regia cinematografica con l'intenzione di imbastire una commedia amara e grottesca proiettando nel futuribile "Esercito della Salute Pubblica" l'insensibilità e il disinteresse della società di oggi verso i problemi della terza età. A giudizio della critica, il film è diseguale, indulgendo su una comicità a volte grossolana che mortifica il drammatico spunto di partenza. Note positive sono la fotografia di Ennio Guarnieri e la prova della versatile Ornella Vanoni.» |
(Fantafilm[1]) |
«Buono lo spunto iniziale, ma la seconda parte [...] vanifica gli intenti crepuscolari dell'impostazione.» |
(Il Mereghetti. Dizionario dei film 1993) |
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