Basato sul libro Entre Prójimos: el conflicto armado interno y la política de la reconciliación en el Perú dell'antropologa Kimberly S. Theidon,[1] il film affronta le conseguenze sociali e i traumi lasciati da uno dei periodi più sanguinosi della storia del Perù, quello legato all'organizzazione guerrigliera Sendero Luminoso e alla repressione che esercito e polizia operarono anche sulla popolazione civile durante gli anni ottanta e novanta.
È stato proiettato in anteprima alla 59ª edizione del Festival di Berlino, dove si è aggiudicato l'Orso d'oro e il Premio FIPRESCI.[2]
Nel 2010 è stato designato dall'Academy come film rappresentante il cinema peruviano e candidato per l'Oscar al miglior film straniero.[3]
Trama
Fausta è una giovane donna che vive con l'anziana madre in una baraccopoli alla periferia di Lima. Ogni giorno le due donne comunicano cantando e la madre le ricorda che, essendo nata negli anni del terrorismo senderista in cui gli stupri erano all'ordine del giorno, è stata allattata con il "latte del dolore" e destinata a contrarre la malattia della "teta asustada" (la "tetta spaventata"), il morbo della paura che ruba l'anima. Per questo motivo, Fausta ha fatto del suo corpo un vero e proprio terreno: incapace di liberarsi dal terrore nei confronti degli uomini, ha inserito nella vagina una patata a mo' di scudo per impedire a chiunque di usarle violenza. La morte della madre la spinge verso un lungo percorso personale che la porterà ad affrontare le sue paure e a conquistare la libertà.
Produzione
Il film è stato girato nell'area suburbana di Manchay, nel Distretto di Pachacamac a sud-est di Lima, e nel vicino distretto residenziale di Cieneguilla.[4]
Distribuzione
Il film è stato distribuito in Spagna a partire dal 13 febbraio 2009, il giorno dopo la prima mondiale avvenuta al Festival di Berlino.[5] In seguito ha partecipato a molte altre manifestazioni internazionali.
Date di uscita
Spagna (La teta asustada) – 13 febbraio 2009
Perù (La teta asustada) – 12 marzo 2009
Argentina (La teta asustada) – 9 aprile 2009
Italia (Il canto di Paloma) – 8 maggio 2009
Svizzera (The Milk of Sorrow) – 17 giugno 2009
Francia (Fausta) – 17 giugno 2009
Brasile (A Teta Assustada) – 28 agosto 2009
Austria (The Milk of Sorrow) – 4 settembre 2009
Taiwan (La teta asustada) – 4 settembre 2009
La regista Claudia Llosa al Festival del cinema di Guadalajara 2009
Svezia (Faustas pärlor) – 11 settembre 2009
Colombia (La teta asustada) – 16 ottobre 2009
Norvegia (Faustas perler) – 16 ottobre 2009
Ungheria (Fausta éneke) – 29 ottobre 2009
Germania (Eine Perle Ewigkeit) – 5 novembre 2009
Paesi Bassi (La teta asustada) – 3 dicembre 2009
Polonia (Gorzkie mleko) – 1º gennaio 2010
Messico (La teta asustada) – 15 gennaio 2010
Grecia (To gala tis thlipsis) – 25 febbraio 2010
Regno Unito (The Milk of Sorrow) – 30 aprile 2010
Panama (La teta asustada) – 7 maggio 2010
Danimarca (Faustas perler) – 20 maggio 2010
Slovenia (La teta asustada) – 10 giugno 2010
Portogallo (A Teta Assustada) – 1º luglio 2010
Stati Uniti (The Milk of Sorrow) – 27 agosto 2010
Giappone (悲しみのミルク) – 2 aprile 2011
Corea del Sud (밀크 오브 소로우: 슬픈 모유) – 22 agosto 2013
Cile (La teta asustada) – 16 marzo 2015
Festival internazionali
Festival internazionale del cinema di Berlino – 12 febbraio 2009
Festival internazionale del cinema di Guadalajara – Marzo 2009
International Istanbul Film Festival – 4 aprile 2009
CPH:PIX – 18 aprile 2009
Festival internazionale del cinema di Karlovy Vary – 6 luglio 2009
Motovun Film Festival – 27 luglio 2009
Festival de Gramado – Agosto 2009
Festival de Cine de Lima – Agosto 2009
Cinemanila International Film Festival – Ottobre 2009
Festival du nouveau cinéma – Ottobre 2009
Bogotá Film Festival – Ottobre 2009
Vancouver International Film Festival – 1º ottobre 2009
Busan International Film Festival – 12 ottobre 2009
BFI London Film Festival – 19 ottobre 2009
AFI Film Festival – 31 ottobre 2009
Festiwal Filmy Swiata ale kino! – 19 novembre 2009
Festival internazionale del cinema di Salonicco – 21 novembre 2009
Festival internazionale del cinema di Dubai – 11 dicembre 2009
Havana Film Festival – Dicembre 2009
Palm Springs International Film Festival – 9 gennaio 2010
Seattle International Film Festival – 21 maggio 2010
Durban International Film Festival – 26 luglio 2010
Pelicula Spanish Film Festival – 1º ottobre 2010
Aichi International Women's Film Festival – 8 settembre 2011
Critica
Il film ha ottenuto recensioni positive da parte della critica. Il sito Rotten Tomatoes riporta l'81% di recensioni professionali con giudizio positivo e un voto medio di 6,8 su 10, mentre il sito Metacritic assegna al film un punteggio di 68 su 100 basato su 10 recensioni.[6][7]
Adam Lee Davies, Little White Lies: «Si sviluppa in una sorprendente opera di semplicità sconvolgente che descrive in dettaglio una società afflitta che sta lentamente affrontando il suo passato».[8]
Boyd van Hoeij, Variety: «In un primo momento il film sembra un lento studio etnografico sulla vita nella grande città in Perù. Solo gradualmente diventa chiaro che il secondo lungometraggio di Claudia Llosa allinea perfettamente forma e contenuto».[9]
Ella Taylor, The Village Voice: «In questo bellissimo, ipnotico e meravigliosamente insolito secondo lungometraggio della regista e sceneggiatrice Claudia Llosa, l'esperienza traumatica della guerra civile degli anni ottanta delle donne peruviane viene trasmessa attraverso il canto e, si dice, attraverso il latte delle loro madri».[10]
Peter Brunette, The Hollywood Reporter: «Il film è splendidamente girato e contiene una miriade di immagini inquietanti...»[8]
Sheri Linden, Los Angeles Times: «Le metafore sono così cristalline e la storia si svolge a un ritmo così volutamente e spesso esageratamente lento, che l'impatto del dramma è attenuato... Magaly Solier offre un'interpretazione di feroce ma frustrante discrezione».[11]
V.A. Musetto, New York Post: «Claudia Llosa predilige inquadrature ampie e lunghe riprese, che conferiscono un'aria di realismo all'allegoria splendidamente rappresentata... Magaly Solier è avvincente come adolescente. Ha poco da dire, dato che la telecamera rimane fissa sul suo viso inespressivo».[8][11]
India Bourke, Time Out: «Claudia Llosa documenta teneramente il lento e surreale processo di riabilitazione personale e comunitaria in un film che cerca di porre fine al dolore della guerra civile di una nazione».[12]
Jon Frosch, Film Journal International: «Un film peruviano commovente e graziosamente elaborato che lotta per respirare sotto il peso di troppe allegorie e simbolismi».[13]
Joshua Rothkopf, Time Out: «Il trauma è sepolto e raramente vi si fa accenno in questo tranquillo pezzo di realismo magico, ma non si può negare il dolore quando arriva... La trasformazione anticipata non avviene mai, il film sembra soffocato».[8][11]
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera: «Il film procede... registrando più che veramente mettendo a confronto due mondi che faticano a comunicare, di cui non nasconde le ingenuità e le perfidie, ma che acquistano una consistenza narrativa soltanto in funzione della "presa di coscienza" di Fausta, finalmente capace di confrontarsi con le proprie ossessioni solo quando comincia a prendere coscienza dei propri "diritti"».[14]
Riconoscimenti
2009 – Festival internazionale del cinema di Berlino Orso d'oro a Claudia Llosa Premio FIPRESCI a Claudia Llosa
2009 – Festival internazionale del cinema di Guadalajara Miglior film a Claudia Llosa Miglior attrice a Magaly Solier
2009 – Cinemanila International Film Festival Candidatura per il Premio Lino Brocka a Claudia Llosa
2009 – Festival de Gramado Kikito d'oro per il miglior film a Claudia Llosa Kikito d'oro per il miglior regista a Claudia Llosa Kikito d'oro per la miglior attrice a Magaly Solier
2009 – Bogotá Film Festival Miglior film a Claudia Llosa
2009 – Havana Film Festival Premio Grand Coral a Claudia Llosa Miglior direzione artistica a Susana Torres e Patricia Bueno
2009 – Festival de Cine de Lima Miglior film peruviano a Claudia Llosa Miglior attrice a Magaly Solier Premio CONACINE a Claudia Llosa
2009 – Festival du nouveau cinéma Miglior attrice a Magaly Solier Quebec Film Critics Award al miglior film a Claudia Llosa
2010 – Premio Oscar Candidatura per il Miglior film in lingua straniera
2010 – Premio Goya Candidatura per il Miglior film straniero in lingua spagnola a Claudia Llosa
2010 – Asociación de Cronistas Cinematográficos de la Argentina Candidatura al Condor d'argento per il miglior film straniero a Claudia Llosa
2010 – Premio Ariel Candidatura per il miglior film iberoamericano a Claudia Llosa
Colonna sonora
Oltre a canzoni composte ed eseguite da Magaly Solier, incluse alcune con il testo di Claudia Llosa (Tapón, Lavar tu ropa, Heridita, Quizás algún día), nel film sono presenti brani dei gruppi di cumbia peruviana e rock strumentale Los Destellos (Cerveza, Amor porqué me matas, Cariñito Serrano, Horizontes) e Los Pakines (Boquita de bombón, Cada vez que te hago el amor) e del gruppo punk rock La Sarita (Guachiman).[15]
The Milk of Sorrow, su timeout.com, www.timeout.com. URL consultato l'11 luglio 2018.
Film Review: The Milk of Sorrow, su filmjournal.com, www.filmjournal.com. URL consultato l'11 luglio 2018 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2018).
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2025 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии