Il caso Mattei è un film del 1972, diretto da Francesco Rosi e dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente dell'ENI, morto in un attentato aereo il 27 ottobre 1962.
Franco Graziosi: Ministro delle partecipazioni statali
Elio Jotta: gen. commissione d'inchiesta
Salvo Licata: giornalista
Giuseppe Lo Presti: personalità siciliana
Andrea Artoni: controllore di volo (sé stesso)
Dario Michaelis: ufficiale dei carabinieri
Camillo Milli: giornalista in televisione
Blaise Morrissey: petroliere americano
Michele Pantaleone: sé stesso
Ferruccio Parri: sé stesso
Renato Romano: giornalista
Francesco Rosi: sé stesso
Giuseppe Rosselli: giornalista
Jean Rougeul: funzionario americano
Ugo Zatterin: sé stesso
Edy Biagetti: guardia del corpo di Mattei
Doppiatori originali
Mariano Rigillo: Mauro De Mauro
Richard McNamara: il Petroliere a Montecarlo
Silvio Spaccesi: segretario di Mattei
Jacques Stany: tecnico aeronautico francese
Carlo Baccarini: Ufficiale aeronautica militare
Romano Malaspina: voce narrante su Thyraud De Vosjoli
Ha vinto il Grand Prix per il miglior film al 25º Festival di Cannes ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.[1] Nello stesso festival Gian Maria Volonté, protagonista di entrambi i film, ebbe una menzione speciale.[2]
Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[3]. Nonostante ciò, il film non è mai stato distribuito in DVD.
Trama
Il film inizia dopo la morte di Enrico Mattei, precipitato con il suo aereo nella campagna di Bascapè, presso Pavia, durante il ritorno da un viaggio in Sicilia, precisamente a Gagliano Castelferrato, in circostanze mai del tutto chiarite, con la rievocazione del periodo trascorso alla guida dell'AGIP e dell'ENI.
Nominato nel 1945 commissario straordinario dell'AGIP, con il difficile compito di liquidarla svendendola a privati o grandi compagnie, Mattei contravviene alla disposizione, mantiene abilmente la società in vita e addirittura la rafforza, evitando in questo modo la vendita. Grazie alla scoperta di giacimenti di idrocarburi nel biennio 1946-1948 la rete dell'Agip riesce ad ergersi come una grande compagnia europea.
Mattei, spregiudicato ma geniale, cerca di dimostrare che può esistere un'efficiente industria italiana degli idrocarburi e, a tale scopo, decide di offrire, ai paesi arabi e africani produttori di greggio, condizioni di sfruttamento delle loro risorse più vantaggiose di quelle proposte dai rappresentanti dei giganteschi trust anglo-americani del petrolio, le cosiddette sette sorelle, inimicandoseli mortalmente.
Gli interessi petroliferi stranieri, sfruttando le connivenze con i servizi segreti italiani, riusciranno a eliminare Mattei con un attentato dinamitardo camuffato da incidente aereo.
Critica
Unendo la cronaca alla ricostruzione documentaria, Francesco Rosi elabora in questo film un'articolata strategia narrativa, intrecciando le informazioni provenienti dalle diverse fonti e accostando vari punti di vista, dall'intervista, all'inchiesta, al reportage televisivo,[4] senza rinunciare a intervenire direttamente, mettendosi in scena, ponendo quesiti e sollecitando risposte.[5]
Il caso Mattei è un giallo politico[6] che esce dalle convenzioni, attraendo sia per la composizione narrativa a mosaico, sia per il ritmo serrato del racconto, che vaglia di volta in volta le diverse ipotesi sulla morte di Mattei senza però avvalorarne alcuna.[5] Le rotture improvvise del filo conduttore, le accelerazioni, gli inserti documentari, le apparizioni dello stesso Rosi, unite alle divagazioni sulla vita del primo presidente dell'Eni, fanno del Caso Mattei uno dei migliori film-inchiesta del cinema italiano e uno dei più personali del regista.[4][5]
Riconoscimenti
Festival di Cannes 1972
Grand Prix e menzione speciale a Gian Maria Volonté
Curiosità
Negli ultimi giorni del luglio del 1970 il regista contattò il giornalista de L'Ora Mauro De Mauro per ricostruire le ultime ore di vita vissute di Mattei a Gagliano, nell'ennese. L'intento del regista Rosi era di ottenere piccoli particolari da inserire nella sceneggiatura. De Mauro, allettato dall'importanza del compito assegnatogli e dal buon compenso promessogli dalla Vides, iniziò immediatamente le sue ricerche. Andò a Gagliano dove grazie al signor Puleo, gestore del locale cinema, riuscì a procurarsi il nastro con l'ultimo discorso fatto dal Mattei; chiese colloqui anche con Graziano Verzotto, uomo politico e amministratore dell'Ente Minerario Siciliano (da molti indicato come molto vicino alla cosca di Giuseppe Di Cristina) e con Vito Guarrasi, personaggio molto ambiguo vicino tanto ad Amintore Fanfani quanto ai Servizi Segreti Statunitensi. Il 16 settembre del 1970 De Mauro venne sequestrato proprio sotto casa sua in viale delle Magnolie a Palermo e non fu mai più ritrovato.
Nel cast del film figura anche il giornalista Furio Colombo nella parte del giovane assistente di Mattei.
Bibliografia
Antonio La Torre Giordano, Luci sulla città - Palermo nel cinema dalle origini al 2000, ASCinema - Archivio Siciliano del Cinema, prologo di Goffredo Fofi, prefazione di Nino Genovese, Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 2021, ISBN 978-88-8243-518-9
Note
(EN) Awards 1972, su festival-cannes.fr. URL consultato il 6 settembre 20141 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
Enrico Mattei, su italiani.rai.it. URL consultato il 27 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2019).
Il caso Mattei, su retedeglispettatori.it. URL consultato il 6 settembre 2014.
Il caso Mattei (PDF), su apav.it. URL consultato il 6 settembre 2014.
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