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Il cavaliere inesistente è un film a tecnica mista del 1971 diretto da Pino Zac e prodotto dall'Istituto Luce che combina attori in carne ed ossa e personaggi di animazione, utilizzando per le riprese la tecnica della Stop-motion. Il film è ispirato dall'omonimo romanzo di Italo Calvino del 1959. Il film è conosciuto anche con il titolo "The Nonexistent Knight".

Il cavaliere inesistente
titolo di testa
Paese di produzioneItalia
Anno1971
Durata97 min
Generecommedia, fantastico, animazione
RegiaPino Zac
SoggettoItalo Calvino (romanzo)
SceneggiaturaTommaso Chiaretti, Pino Zac
Casa di produzioneIstituto Luce
Distribuzione in italianoItalnoleggio Cinematografico
FotografiaEmanuele Piccirilli
MontaggioMauro Bonanni
Effetti specialiJirí Simunek
MusicheSergio Battistella, Mario Migliardi
ScenografiaGino Giuliani
Interpreti e personaggi
  • Renato Cominetti: Agilulfo (voce)
  • Stefano Oppedisano: Torrismondo, Rambaldo, Rinaldo
  • Lana Ruzickova: Teodora, Bradamante, Priscilla, Sofronia
  • Evelina Gori: Sorella Candida
  • Pilar Castel
  • Tony Erè
  • Adriana Facchetti
  • Marina Fiorentini
  • Rita Oriolo Forzano
  • Dina Perbellini
  • Rita Perego
  • Nunù Sanchioni
  • Rosabianca Scerrino

Trama


Agilulfo è il migliore dei paladini di Carlo Magno. Nobile e ligio al dovere; in realtà non è altro che un'armatura vuota, tenuta in piedi dalla sua sola volontà d'essere e quindi non può mai abbandonare la sua “coscienza di essere”: se ciò dovesse accadere, cesserebbe di esistere. Durante una marcia con l'esercito, Carlo Magno designa uno scudiero per Agilulfo, Gurdulù, un uomo “che c'è, ma che non sa di esserci”, che accompagnerà il cavaliere per le sue avventure. In una notte, Agilulfo fa conoscenza anche di Rambaldo, giovane cavaliere schieratosi nell'esercito di Carlo Magno per vendicare la morte del padre.

Rambaldo si innamora di Bradamante, anch'ella paladina, ma innamorata di Agilulfo, nel quale vede incarnato l'ideale del cavaliere perfetto. Una sera il cavaliere Torrismondo, seccato dalla fredda perfezione di Agilulfo, mette in dubbio la legittimità della sua investitura a cavaliere, affermando che Sofronia, la principessa salvata dai briganti dal cavaliere per diventare tale, non era che una serva dei Cavalieri del Valhalla. Quindi il cavaliere è costretto a partire, accompagnato da Gurdulù, in cerca di Sofronia, unica in grado di provare la regolarità della sua investitura. La paladina Bradamante cerca di seguirlo, a sua volta inseguita da Rambaldo. Anche Torrismondo decide di partire, schifato dalla degradazione dell'esercito di Carlo Magno, per trovare i Cavalieri del Valhalla, coi quali è cresciuto e unici ritenuti da lui degni di stima e rispetto, dai quali però verrà a loro volta deluso. Dopo varie peripezie per tutti i cercatori, Agilulfo trova Sofronia in Marocco, nel palazzo del sultano.

Riuscito a portarla via da lì, la conduce dove dovrà poi incontrare Carlo Magno e la nasconde, per la notte, in una grotta. Qui però la trova Torrismondo, che la porta via con sé essendosi innamorato di lei, quindi Agilulfo, non potendo dimostrare la sua ragion d'esser cavaliere, cessa di esistere. Bradamante, per la disperazione di aver perso il suo amato, si ritira in convento da cui però verrà portata via da Rambaldo. Quest'ultimo, rivestitosi con la bianca armatura di Agilulfo, riesce infine a conquistare l'amore di Bradamante.


Differenze con la storia del libro



Riferimenti e allusioni



Recensioni



Note


  1. Il Cinematografo, su cinematografo.it. URL consultato il 16 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Voci correlate



Collegamenti esterni


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