Enrico II Plantageneto, re d'Inghilterra, preoccupato per il destino del regno dopo la sua morte convoca la moglie Eleonora d'Aquitania, i tre figli ed il re francese Filippo in un castello bretone con la scusa di festeggiare il Natale. In quei pochi giorni i corridoi e le camere del castello diventano teatro di orrende cospirazioni, violente liti, scenate di gelosia. Alla fine il risultato sarà una nuova distribuzione dei poteri all'interno del regno, soprattutto nelle mani di Eleonora.
Produzione
L'attore irlandese Peter O'Toole interpreta per la seconda volta Enrico II d'Inghilterra, dopo averlo già interpretato nel 1964 nella pellicola Becket e il suo re di Peter Glenville, stavolta in un periodo successivo rispetto a fatti narrati nel precedente film. Per la sua interpretazione, come nella precedente pellicola, fu candidato all'Oscar come miglior attore protagonista, ma nemmeno in questa occasione riuscì a vincere l'ambita statuetta.
Quando Katharine Hepburn (Eleonora d'Aquitania) dice che ha avuto sei figlie e cinque maschi commette un errore, poiché Eleonora d'Aquitania dal re di Francia (Luigi VII, da cui poi scelse di divorziare) ebbe due figlie (Maria e Alice), mentre da Enrico II ebbe tre femmine, cioè in totale cinque femmine, mentre per il numero dei figli maschi non commette errori e neanche per gli anni di matrimonio.
Era Adele non Alice (interpretata da Jane Merrow) il nome della promessa sposa di Riccardo, quindi ultima amante del re.
Sembra che sia stato lo stesso O'Toole a volare di persona fino a Los Angeles e a convincere la Hepburn (per la quale dopo la morte di Spencer Tracy si supponeva un ritiro dalle scene) ad accettare il ruolo di coprotagonista, facendole vedere anche il film Intolleranza: il treno fantasma del 1967, ultima regia di Anthony Harvey.
Remake
Nel 2003 fu realizzata una versione televisiva per la regia di Andrei Konchalowskj, con Glenn Close nel ruolo di Eleonora d’Aquitania, la quale per questa interpretazione si aggiudicò il suo primo Golden Globe (categoria “Miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione”).
Riconoscimenti
1969 - Premio Oscar
Miglior attrice protagonista a Katharine Hepburn
Migliore sceneggiatura non originale a James Goldman
Miglior colonna sonora a John Barry
NominationMiglior film a Martin Poll
NominationMigliore regia a Anthony Harvey
NominationMiglior attore protagonista a Peter O'Toole
NominationMigliori costumi a Margaret Furse
1969 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Miglior attore in un film drammatico a Peter O'Toole
NominationMiglior attrice in un film drammatico a Katharine Hepburn
NominationMigliore regia a Anthony Harvey
NominationMigliore sceneggiatura a James Goldman
NominationMiglior attrice non protagonista a Jane Merrow
NominationMiglior colonna sonora a John Barry
1969- British Academy Film Awards
Miglior attrice protagonista a Katharine Hepburn
Miglior colonna sonora a John Barry
NominationMiglior attore non protagonista a Anthony Hopkins
NominationMigliore sceneggiatura a James Goldman
NominationMigliore fotografia a Douglas Slocombe
NominationMigliori costumi a Margaret Furse
NominationMiglior sountrack a Chris Greenham
1969 - National Board of Review Award
Migliori dieci film
1970 - David di Donatello
Miglior produzione straniera a Martin Poll
1968 - New York Film Critics Circle Award
Miglior film
NominationMiglior attore protagonista a Peter O'Toole
NominationMigliore sceneggiatura a James Goldman
1968 - British Society of Cinematographers
Migliore fotografia a Douglas Slocombe
1969 - Directors Guild of America
DGA Award a Anthony Harvey e Kip Gowans (Assistente Regista)
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