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Il ponte (Die Brücke) è un film del 1959 diretto da Bernhard Wicki. Fu nominato all'Oscar al miglior film straniero.

Il ponte
Titolo originaleDie Brücke
Paese di produzioneGermania
Anno1959
Durata98 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, guerra
RegiaBernhard Wicki
SoggettoManfred Gregor
FotografiaGerd von Bonin
MontaggioCarl Otto Bartning
MusicheHans-Martin Majewski
Interpreti e personaggi
  • Folker Bohnet: Hans Scholten
  • Fritz Wepper: Albert Mutz
  • Michael Hinz: Walter Forst
  • Frank Glaubrecht: Jürgen Borchert
  • Karl Michael Balzer: Karl Horber
  • Volker Lechtenbrink: Klaus Hager
  • Wolfgang Stumpf: Stern, l'insegnante
  • Gunter Pftizmann: sergente Heilmann
  • Heinz Spitzner: capitano Frohlich
  • Sigfried Schurenberg: colonnello Butov
  • Hans Elwenpoek: padre di Walter
  • Günther Hoffmann: Sigi Bernhard
  • Edith Schultze-Westrum: Mamma Bernhard
  • Eva Vaitl: madre di Jurgen
  • Klaus Hellmold: padre di Karl
Doppiatori italiani
  • Massimo Turci: Hans Scholten
  • Gualtiero De Angelis: Stern, l'insegnante
  • Gianfranco Bellini: sergente Heilmann
  • Emilio Cigoli: capitano Frohlich
  • Luigi Pavese: colonnello Butov
  • Manlio Busoni: padre di Walter
  • Lydia Simoneschi: madre di Jurgen
  • Cesare Fantoni: padre di Karl

Trama


Verso la fine dell'aprile 1945 le divisioni corazzate del generale Patton dilagano senza trovare resistenza nella fertile pianura germanica. Il governo nazista ordina all'esercito tedesco in rotta su tutti i fronti di apprestarsi a un'improbabile difesa. Vengono arruolati perfino giovani e anziani, normalmente esclusi dal servizio militare, nella speranza di arrestare l'avanzata delle soverchianti forze alleate. Inquadrati nelle improvvisate formazioni della Volkssturm, molti giovani addestrati e armati alla bell'e meglio, vengono mandati al massacro in una battaglia del tutto persa.

La vicenda si svolge in un villaggio bavarese, ormai popolato solo da donne, vecchi e bambini. I protagonisti sono sette studenti sedicenni del liceo cittadino. Essi sono chiamati alle armi negli ultimi giorni di guerra. Educati da sempre alla luce della retorica nazista, con i suoi ideali di patriottismo e sacrificio fino all'estremo, partono entusiasti per vestire la divisa della Wehrmacht e difendere la Patria fino all'ultimo respiro.

Tra loro vi è un ragazzo figlio di possidenti terrieri, che abbandona la madre, felice di poter proseguire la tradizione militare della famiglia e le orme del padre ufficiale morto al fronte. C'è anche il figlio del locale capo del partito nazista. Quest'ultimo si è legato al regime solo per i privilegi che gli ha concesso. Inoltre ha convinto sua moglie a fuggire dal villaggio davanti all'arrivo degli alleati solo per scappare senza problemi con una cameriera, sua amante. Il ragazzo è disgustato dal padre che insulta come vigliacco (anche poiché la cameriera era stata una sua fiamma). Vi è anche un altro ragazzo che vive come un trauma il fatto che il padre vedovo abbia una relazione con una ragazza che ha da tempo in casa. Un altro ancora ha una giovane fidanzata, che lascia quando va al fronte, entusiasta per poter vedere da vicino la guerra per cui prova una grande fascinazione.

Però un loro insegnante, già rassegnato e che non ha illusioni sulle sorti della guerra, chiede all'ufficiale cui i ragazzi sono stati affidati, di tenerli lontano da incarichi pericolosi. Il sottufficiale li mette allora a guardia di un ponte, ai margini della città, senza alcuna importanza strategica, sotto la guida di un bravo sergente. Nei piani del comando, il ponte dovrà essere minato e fatto crollare dopo il passaggio delle truppe tedesche in ritirata, ma i ragazzi lo ignorano. Il loro sergente torna nel paese per trovare ai ragazzi del cibo ma è scambiato dalla polizia militare per un disertore ed è giustiziato.

I ragazzi sono abbandonati a loro stessi e un vecchio cerca di dissuaderli dal presidiare quell'inutile ponte, ma loro decidono di difenderlo ad ogni costo. Essi vedono le truppe tedesche in ritirata, composte da soldati feriti e demoralizzati caricati su camion, che cercano solo di salvare la pelle. Poi, quando improvvisamente si avvicinano dei carri americani, i giovanissimi soldati ingaggiano una furiosa battaglia, nel corso della quale molte case del paese vengono distrutte e muore anche l'anziano che aveva cercato di dissuaderli. Nello scontro cinque ragazzi rimangono uccisi, ma un carro armato è abbattuto a colpi di Panzerfaust e gli americani infine si devono ritirare. I ragazzi superstiti, spinti dalla voglia di vendicare i loro compagni morti, uccidono a sangue freddo anche un soldato americano che li incita a tornare a casa. Poco dopo giungono i genieri tedeschi per minare il ponte, ma i due sopravvissuti, sconvolti davanti alla distruzione e allo spargimento di sangue, ingaggiano una sparatoria con i propri connazionali. Nello scontro muore un altro ragazzo. L'unico superstite, con la morte nel cuore, si aggira smarrito nella cittadina, circondata da morti e resti della battaglia.


Riconoscimenti



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[de] Die Brücke (1959)

Die Brücke ist ein deutscher Antikriegsfilm von Bernhard Wicki aus dem Jahre 1959. Er basiert auf dem im Jahr zuvor erschienenen gleichnamigen autobiografischen Roman von Gregor Dorfmeister (veröffentlicht unter dem Pseudonym Manfred Gregor), der nach eigener Aussage mit diesem Roman seine persönlichen Kriegserlebnisse verarbeitete und veröffentlichte. Die Uraufführung erfolgte am 22. Oktober 1959 in den Alster-Lichtspielen in Mannheim.[1]

[en] Die Brücke (film)

Die Brücke (English: The Bridge) is a 1959 West German film directed by Austrian filmmaker Bernhard Wicki. It is based on the 1958 novel of the same name by journalist and writer Gregor Dorfmeister (published under the pseudonym Manfred Gregor). The story was based on an actual event, upon the personal report of a surviving veteran who in his own youth experienced a similar situation in World War II.
- [it] Il ponte (film 1959)

[ru] Мост (фильм, 1959)

«Мост» (нем. Die Brücke) — кинофильм режиссёра Бернхарда Викки, снятый в 1959 году по одноименному роману Грегора Дофмейстера (выпустил под псевдонимом Манфред Грегор).



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