Il prigioniero coreano (Geumul) è un film del 2016 diretto da Kim Ki-duk. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2016.[1]
Il prigioniero coreano | |
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Titolo originale | 그물 Geumul |
Lingua originale | coreano |
Paese di produzione | Corea del Sud |
Anno | 2016 |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Kim Ki-duk |
Soggetto | Kim Ki-duk |
Sceneggiatura | Kim Ki-duk |
Produttore | Kim Soon-mo |
Produttore esecutivo | Kim Ki-duk |
Casa di produzione | Finecut International |
Distribuzione in italiano | CG Entertainment, Tucker Film, Far East Film Festival |
Fotografia | Kim Ki-duk |
Montaggio | Park Min-sun |
Effetti speciali | Lim Jung-hoon |
Musiche | Park Young-min |
Scenografia | Han Ji-hye |
Costumi | Lee Jin-sook |
Trucco | Lee Sun-min |
Storyboard | Jung Young-sam |
Art director | Jeon Yong-ki |
Character design | Go Ah-young |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Nam Chul-woo è un pescatore nordcoreano che vive felicemente con la moglie e la figlia in un villaggio al confine con la Corea del Sud. Un giorno la sua rete da pesca si impiglia nel motore della barca, rendendola ingovernabile, e la corrente trascina Nam verso la Corea del Sud. Una volta sconfinato in Corea del Sud, Nam viene catturato dalle autorità sudcoreane poiché sospettato di essere una spia. In Corea del Sud Nam subisce una serie incessante di interrogatori e di torture, ma la fedeltà al regime nordcoreano e il forte desiderio di riabbracciare la famiglia aiutano Nam a resistere. Nam riesce infine a tornare in Corea del Nord, dove non l'attende tuttavia un destino migliore.
Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2016[1] ed è stato distribuito nelle sale italiane il 12 aprile 2018.[2]
In Corea del Sud, il lungometraggio è stato distribuito in 381 sale, incassando 198 655 dollari nel primo fine settimana di proizione per un totale di 370 314 $. La distribuzione nelle sale italiane – avvenuta due anni dopo l'uscita del film – ha fruttato 144 991 $, facendo salire gli incassi complessivi del lungometraggio a 599 913 $.[3]
Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, il film ha ottenuto un tasso di approvazione pari all'83% basato su sei recensioni professionali.[4]
Francesco Alò ha elogiato il lavoro di Kim Ki-duk, ritenendolo un film «borghese» dalle tinte «kafkiane». Per il critico di BadTaste, Il prigioniero coreano è un'opera più «mainstream» e maggiormente «commerciale» rispetto agli altri lavori del regista sudcoreano, in particolare rispetto ai suoi film dei primi anni duemila.[5]
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