Il terrorista è un film del 1963 diretto da Gianfranco de Bosio ed interpretato, fra gli altri, da Gian Maria Volonté, Philippe Leroy e Raffaella Carrà. Il regista si rifà alla sua esperienza nella Resistenza veneta, alla quale ha partecipato a Padova nella squadra di Otello Pighin, nome di battaglia "Renato", medaglia d'oro al valor militare.
Il terrorista | |
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Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1963 |
Durata | 105 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | drammatico, guerra |
Regia | Gianfranco de Bosio |
Soggetto | Diego Perilli, Gabriele de laurentis |
Sceneggiatura | Gianfranco de Bosio, Luigi Squarzina |
Produttore | Tullio Kezich e Alberto Soffientini |
Casa di produzione | 22 dicembre, Societé cinematographique Lyre |
Distribuzione in italiano | Titanus - Warner Bros. |
Fotografia | Alfio Contini, Lamberto Caimi |
Montaggio | Carla Colombo |
Musiche | Piero Piccioni |
Scenografia | Mischa Scandella |
Costumi | Mischa Scandella |
Trucco | Franco Titi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Nel 1943, a Venezia, l'ingegnere Renato Braschi costituisce un GAP; ad aiutarlo c'è anche un prete. Il CLN lo invita alla prudenza, ma egli insiste costringendo anche i componenti del CLN a fuggire. La squadra viene disarticolata con l'arresto di uno dei componenti ed il ritiro degli altri.
Il film metteva in luce, per la prima volta nella cinematografia sulla Resistenza italiana, i contrasti tra la linea terroristica dei GAP e quella "attendista" dei partiti moderati del CLN e incontrò per questo delle difficoltà politiche nella distribuzione[2].
«Nel quadro della cinematografia sulla Resistenza, questo film di De Bosio si pone su un piano di grande impegno, perché lungi da essere un'opera celebrativa e agiografica, affonda le sue analisi all'interno dei problemi storici e politici che furono alla base della lotta partigiana. Questo impianto ideologico si manifesta nella composizione dei quadri, nella recitazione degli attori, sulla struttura del racconto, che possono talvolta apparire forzati e calcolati, smorzando il respiro poetico, l'impegno drammatico. Ma la nobiltà dell'assunto e la serietà della realizzazione riscattano ampiamente le lacune e i difetti.» |
(Gianni Rondolino nel Catalogo Bolaffi del cinema italiano 1956/1965.) |
Incasso accertato a tutto il 30 giugno 1965 Lit. 41.549.208
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