Luigi Vannucchi: presidente Gianni Renzi Morassutti
Caterina Boratto: Delia
Jacques Herlin: padre Sartorelli
Eleonora Brown: Luisella Vincenzini
Nino Segurini: Oscar, marito di Luisella
Giovambattista Salerno: Luca Vincenzini
Giovanni Scratuglia
Egidio Casolari: Elpidio
Consalvo Dell'Arti: padre di Carolina
Doppiatori italiani
Ludovica Modugno: Carolina
Benita Martini: Esperia Vincenzini
Oreste Lionello: padre Sartorelli
Il film vinse due David di Donatello nel 1967.
Trama
Un quarantacinquenne dirigente di una importante industria, uomo di successo, perde la testa per una bellissima ragazza ventenne compagna di scuola di suo figlio, mettendo a repentaglio la famiglia e la carriera professionale.
Alla fine, dopo un tentativo di lasciare la moglie per recarsi a Parigi con la ragazza, decide di tornare a casa, coi familiari che fingono di non sapere niente dei suoi propositi.
Produzione
L'interpretazione del personaggio di Carolina venne inizialmente proposta a Catherine Spaak, la quale rifiutò per la paura di cristallizzarsi in un personaggio continuamente richiestole; in seguito si pensò anche a Mia Farrow.[1] La parte venne assegnata ad Ann-Margret, che con questo film iniziò una permanenza in Italia fino al 1969.
La commissione di revisione cinematografica impose il taglio di diverse sequenze:[5]
La sequenza in cui Francesco si allaccia la cravatta mentre la madre di Carolina giace sul letto;
La scena delle prostitute;
La battuta di Luca "quella lì è una tipa che va a letto con tutti e senza pensarci due volte";
Due inquadrature di Carolina che fa la doccia di spalle vista dalla prospettiva di Francesco e la sequenza, poco dopo, dove i due si abbracciano sotto il getto dell'acqua;
La scena del sogno in cui Francesco, Carolina ed Esperia danzano in giardino all'annuncio del fidanzamento dei primi due.
La sequenza finale della stazione, della scena in cui si vede Carolina che, scesa dal treno, si allontana con le valigie verso l'uscita;
Inserita una nuova versione dell'intera scena finale a tavola.
Ad esclusione della prima sequenza e dei fotogrammi dell'abbraccio nella doccia, tutti i tagli sono stati in seguito reinseriti nelle edizioni home video. Nella battuta di Luca è rimasta ammutolita la parola "letto".[senzafonte]
Distribuzione
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Critica
«[...] Aneddotico più che unitario, ma nel complesso piacevole per l'apporto determinante del protagonista, Il tigre è un film che bene s'affianca ad altri, diretti dallo stesso Risi e signoreggiati dal medesimo Gassman. Le sue ambizioni di satira d'un certo tipo d'uomo e d'una determinata società appaiono circoscritte; l'illustrazione dei rapporti di quest'uomo con la famiglia, i figli, le donne resta confinava in una neutrale genericità e non assume dimensioni critiche; né la vicenda, tutto sommato, s'appoggia nei suoi risvolti ameni su episodi che appaiano innovatori d'un genere; così come, nel mostrare il comportamento d'un marito infedele, la sua episodica si mantiene sul piano di luna controllata misura. [...]»
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