Immacolata e Concetta, l'altra gelosia è un film italiano del 1980 diretto da Salvatore Piscicelli, presentato nella Settimana internazionale della critica del 33º Festival di Cannes[1], a cui ha gareggiato per il Leone d'Oro, vincendo invece l'Orso d'Oro al Festival di Berlino di quell'anno. In più, per la sua interpretazione, Ida Di Benedetto, protagonista del film accanto a Marcella Michelangeli, è stata premiata col Nastro d'argento alla miglior attrice alla 35ª edizione dei Nastri d'Argento, sempre nel 1980.[2]
Immacolata e Concetta, l'altra gelosia | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1980 |
Durata | 90 min |
Rapporto | 1,66:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Salvatore Piscicelli |
Soggetto | Carla Apuzzo, Salvatore Piscicelli |
Sceneggiatura | Carla Apuzzo, Salvatore Piscicelli |
Produttore | Enzo Porcelli |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Emilio Bestetti |
Montaggio | Roberto Schiavone |
Musiche | Rudy Beytelman |
Scenografia | Giovanni Dionisi Vici |
Costumi | Franz Prestieri |
Trucco | Sergio Angeloni |
Interpreti e personaggi | |
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Denunciata per corruzione di minorenne, Immacolata, trentacinquenne, conosce in carcere la lesbica Concetta, sua coetanea, e ne diviene l'amante. Concetta, dal canto suo, è finita in prigione per avere sparato all'uomo con cui la sua ex fidanzata era sposata.
Tornate a Pomigliano d'Arco, le donne continuano la loro relazione, sfidando l'ostilità maschile, le convenienze familiari e i tabù sociali, dato che, oltre al fatto che Immacolata è sposata con un muratore di nome Pasquale e ha una figlia piccola Lucia, una relazione tra due donne è vista, in un paesino piccolo come Pomigliano d'Arco, come "scandalosa".
Perciò la loro storia diviene presto di dominio comune e Pasquale tenta inutilmente di fermare la moglie che però, essendo proprietaria della casa in cui vivono e della macelleria che lei stessa gestisce, lo caccia; sentendosi più forte che mai, incurante dell'insidiosa opinione pubblica, Immacolata fa venire nella propria casa Concetta, facile preda di crisi psicologiche.
Quando tutto sembra andare per il meglio e superate le discriminazioni da parte dei conoscenti, però, Immacolata rimane incinta di un creditore che la ricattava, e Concetta si sente tradita: così, in preda alla follia, picchia e uccide Immacolata con un pugnale.
Le riprese del film si svolsero, nell'inverno del 1979, realmente a Pomigliano d'Arco, anche ambientazione della vicenda e città natale del regista Piscitelli.[3]
Il film uscì nelle sale cinematografiche italiane il 1º marzo 1980, mentre negli Stati Uniti dal 2 maggio dell'anno successivo.[4]
In Italia così come in tante altre parti del mondo il film, per via delle scene di sesso (soprattutto perché lesbico) e violenza che presenta, venne vietato ai minori di 18 anni.[5][6]
«Immacolata e Concetta costituisce uno degli esordi più riusciti e autorevoli di questi anni in Italia. Tra i giovani registi, tra gli esordienti, Piscicelli occupa un posto particolare, non si riallaccia alla commedia italiana, non sta semplicemente nelle regole del genere drammatico, non è un analista del costume borghese o un erede populista del neorealismo. Ha fatto il critico, ha visto molti film (come tutti i giovani), ha imparato molte lezioni, ha studiato la realtà meridionale (lui è di Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli), ha frequentato anche i luoghi comuni della cultura meridionalistica ei risvegli colti delle tradizioni popolari, per esempio in teatro.[7]» |
(Stefano Reggiani, per La Stampa, recensione del 17 giugno 1980) |
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