L'uomo della guerra possibile è un film italiano del 1986 diretto da Romeo Costantini e tratto dal romanzo Il diario di un provocatore pubblicato nel 1977 dal giornalista Dario Paccino.
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L'uomo della guerra possibile | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1986 |
Durata | 124 minuti |
Genere | drammatico, thriller |
Regia | Romeo Costantini |
Soggetto | Romeo Costantini e Dario Paccino |
Sceneggiatura | Romeo Costantini |
Produttore | Carlo Chamblant |
Produttore esecutivo | Marcello Papaleo |
Fotografia | Alessandro Carlotto e Gaetano Valle |
Montaggio | Enzo Meniconi |
Musiche | Gianfranco Plenizio |
Scenografia | Vincenzo Medusa |
Costumi | Loretta Viberti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il fisico nucleare Giorgio Ferrari sta lavorando a un antidoto contro le conseguenze delle radiazioni nucleari. A seguito di un attentato è costretto al trasferimento per poter continuare i suoi studi presso un laboratorio di proprietà della Western Company. Scopre di essere coinvolto, a sua insaputa, nel progetto segreto "Lucky Dragon" che consiste in un esperimento sugli effetti delle esposizioni ai raggi nucleari che coinvolge l'ignara cittadina di un paese abruzzese nei pressi del Gran Sasso.
Il film, con il titolo Una notte di pioggia prodotto dalla Cooperativa Coala e distribuito dalla Gaumont Italia, fu girato tra il 1982 e il 1984 per problemi intervenuti dopo poche settimane di lavorazione a causa della chiusura improvvisa della filiale italiana da parte della casa madre Gaumont, con il conseguente blocco di tutti i film in produzione.
Con un intervento dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, sollecitato dalla casa produttrice del film, la produzione trovò altre risorse economiche presso gli appositi fondi per il cinema erogati dalla Direzione Generale Cinema del Ministero per i beni e le attività culturali. Ma tra pratiche burocratiche e altri problemi, ci fu una pausa di oltre un anno tra la prima parte e la seconda parte delle riprese.
Il film, una volta terminato nel 1984, fu selezionato per la Mostra del cinema di Venezia dove ebbe una calorosa accoglienza, ma distribuito con il nuovo titolo di L'uomo della guerra possibile solo nel 1986.[1]
Nonostante la povertà di mezzi, il film analizza e incarna fino in fondo le paure del nucleare che agitavano l'Europa nel periodo in cui fu girato alla fine degli anni settanta, e in cui fu distribuito alla vigilia dei referendum abrogativi del 1987 per le centrali nucleari seguito al disastro di Chernobyl. Nei titoli di coda sono presenti i filmati originali delle manifestazioni contro l'installazione dei missili nucleari nella base Nato di Comiso.
Pur facendosi notare alla Mostra del Cinema di Venezia del 1984, godette solo di una limitata distribuzione cinematografica presso gli indipendenti regionali e di un'altrettanto limitata edizione in VHS a cura della Videa nel 1989.
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