Carl 'Major' Roup: creatura sottomarina (non accreditato)
Pauline Starke: (non accreditata)
Harry Tenbrook: Workman (non accreditato)
La storia del conte Dakkar e delle sue avventure sottomarine è un prequel di Ventimila leghe sotto i mari tranne che per il fatto che il protagonista muore alla fine del film.
Trama
Il conte Dakkar ha costruito una società utopica su di un'isola di cui non si conosceva l'esistenza. Ma il suo nemico, il Barone Falon, li scopre e invade l'isola. Il conte Dakkar prende la fuga a bordo di un sottomarino da lui costruito insieme ad alcuni suoi compagni. In fondo all'oceano, gli avventurieri non solo troveranno creature e piante di ogni specie, sconosciute e fantastiche, ma dovranno anche difendersi da loro.
Produzione
Il film fu prodotto dalla MGM con un budget di 1.300.000 dollari in versione muta, poi sonorizzata con il Western Electric System. Era stato pensato come il primo lungometraggio della Metro a colori, girato con il sistema Technicolor 2 strip.
La produzione della pellicola, iniziata nel 1926, si interruppe diverse volte prima che si potesse completare il film. Sorsero numerosi problemi, tra cui l'avvento del sonoro che prima rallentò la lavorazione per poi arrivare addirittura a bloccarla. Il film, infatti, venne distribuito appena tre anni dopo il primo ciak. Le scene girata da Maurice Tourneur e da Benjamin Christensen nel 1927 furono incorporate nella versione finale del 1929.
La protagonista femminile era l'attrice Jacqueline Gadsden che in questo film venne accreditata come Jane Daly.
Distribuzione
Il film fa parte del catalogo della Turner Library in una versione di 93 minuti.
Date di uscita
USA: 5 ottobre 1929
Finlandia: 25 dicembre 1930
Titoli
The Mysterious Island - USA (titolo originale)
I mystiriodis nisos- Grecia
L'île mystérieus - Francia
L'isola misteriosa - Italia
La isla misteriosa - Venezuela
Critica
«(...) Tutti i suoi problemi[1] raggiunsero il culmine nel 1926 mentre girava The Mysterious Island per la MGM. Tourneur impiegò mesi di preparazione per questa produzione spettacolare che doveva essere il primo lungometraggio interamente a colori della Metro. Ma allora la casa stava istituzionalizzando il ruolo del produttore, e Tourneur non era disposto ad assoggettarsi a supervisioni giornaliere. Dopo aver cacciato dal set più volte il suo "produttore", si licenziò solo dopo due settimane di riprese vere e proprie e ritornò in Europa.»
(Richard Koszarski, Maurice Tourneur, the first of the visual stylist in "Film Comment" vol.9, n.2, marzo-aprile 1973)
Note
Di Maurice Tourneur, il regista del film
Bibliografia
Catalogo Le giornate del cinema muto 33, ottobre 2014
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