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La Marchesa von... (La Marquise d'O) è un film del 1976 diretto da Éric Rohmer, tratto dal racconto La marchesa di O..., di Heinrich von Kleist.

La Marchesa von...
Edith Clever e Bruno Ganz in una scena del film
Titolo originaleLa Marquise d'O...
Lingua originaletedesco
Paese di produzioneFrancia, Germania Ovest
Anno1976
Durata102 min
Generedrammatico, commedia
RegiaÉric Rohmer
SoggettoHeinrich von Kleist
SceneggiaturaÉric Rohmer
ProduttoreKlaus Hellwig, Barbet Schroeder
Casa di produzioneJanus Film, Les Films du Losange
FotografiaNéstor Almendros
ScenografiaRoger von Möllendorff, Rolf Kaden, Helo Gutschwager, Bernhard Frey, Hervé Grandsart
CostumiMoidele Bickel
Interpreti e personaggi
  • Edith Clever: la Marchesa
  • Bruno Ganz: il Conte
  • Edda Seippel: la madre della Marchesa
  • Peter Lühr: il padre della Marchesa
  • Otto Sander: il fratello della Marchesa
Doppiatori italiani
  • Vittoria Febbi: la Marchesa
  • Ferruccio Amendola: il Conte
  • Giorgio Piazza: il padre della Marchesa

Trama


«Non mi saresti sembrato un diavolo se, alla tua prima apparizione, non ti avessi preso per un angelo.»

(La Marchesa al Conte nel finale del film.)

M, città non precisata dell'Italia settentrionale, 1799.[1] Gli avventori di un albergo commentano un'inserzione pubblicata su un quotidiano: la Marchesa von O. invita lo sconosciuto che, a sua insaputa, l'ha resa madre del bambino che sta per partorire a presentarsi nella casa del padre e gli promette di sposarlo, chiunque sia.

Flashback: assedio delle truppe russe alla cittadella fortificata comandata dal padre della Marchesa von O, Giulietta. Rimasta vedova tre anni prima, è tornata, con le sue due figlie, a vivere con i genitori. Mentre la casa è colpita dalle cannonate e incendiata, cerca di fuggire con la madre, le cameriere e le bambine, ma un gruppo di soldati russi cerca di violentare le donne. La marchesa viene salvata dal Conte di F., un tenente colonnello russo. La governante per calmare la donna sconvolta le fa bere una pozione di papavero. Il governatore a capo della cittadella si arrende onorevolmente e gli vengono restituite le armi, mentre il generale russo fa fucilare i colpevoli della tentata violenza.

Qualche tempo dopo il Conte, che si credeva morto a causa di una grave ferita al petto che lo aveva ridotto in fin di vita, si presenta nella nuova casa di città della marchesa dove la famiglia del comandante si è trasferita dopo l'abbandono della piazzaforte, e sorprendentemente chiede la mano della donna in modo insistente, al limite dell'etichetta, per ottenere il consenso, ma riceve per convenienza e prudenza un momentaneo rifiuto.

La donna scopre intanto di essere rimasta misteriosamente incinta. Il fatto sconvolge i famigliari che non credono alle sue proteste di innocenza e la cacciano di casa. Lei va a vivere nella villa del marito dove viveva precedentemente e decide quindi di pubblicare l'annuncio sul giornale. Con grande sorpresa colui che risponde è il Conte, e il matrimonio sarà celebrato, in forma strettamente privata, il giorno successivo. Il perdono gli sarà concesso solo dopo la nascita e il battesimo del bambino.


Produzione


Rohmer torna alla regia dopo una pausa di quattro anni e il film segna una cesura nella sua opera: torna ad un adattamento letterario e dirige il primo film in costume.


Soggetto


Il soggetto è basato sul racconto di Heinrich von Kleist, Die Marquise von O, del 1808.


Riprese


Il film è in lingua tedesca e le riprese sono state girate in un castello prussiano settecentesco della Franconia, nei pressi di Norimberga.


Messa in scena


Rohmer dà una grande attenzione alla composizione della inquadratura, ai gesti, ai corpi, ai loro movimenti nella scena che riprende riducendo al minimo i movimenti di macchina.


Fotografia e scenografia


La fotografia, molto lodata, è di un fotografo di talento come Néstor Almendros, che lavorò con François Truffaut e Terrence Malick.

È ispirata a quadri e artisti famosi dell'epoca:


Illuminazione


Rohmer girava quasi soltanto con la luce naturale nelle scene diurne e con la luce delle candele nelle scene notturne, come in parallelo stava facendo, proprio in quegli anni, Stanley Kubrick con Barry Lyndon.


Cast


Rohmer, contrariamente al solito scelse attori appartenenti ad un'unica compagnia teatrale, la Schaubühne am Halleschen Ufer di Berlino, diretta da Peter Stein.

Il regista firma il film con la sua presenza: appare nelle prime inquadrature nelle vesti di un soldato russo.


Accoglienza


Il film, dopo la vittoria al festival di Cannes, ebbe una buona accoglienza. Fu il film che fece conoscere il nome di Rohmer al grande pubblico, e le opere precedenti usciranno nelle sale italiane solo successivamente[2].


Critica


Giovanni Grazzini:

«Favola arguta che prendeva per il bavero il culto illuminista della ragione ricamando sugli scherzi della natura e i capricci del cuore, la novella di Kleist ha trovato in Rohmer un reinventore di gran classe. Che restando fedele al testo e senza modificare i dialoghi ne ha espresso le grazie sorridenti con una messinscena di squisita unità stilistica, dove gli echi del suo Marivaux sono in raffinato equilibrio con gli umori romantici, sì che ne esce una commedia di lietissimo sapore.»

(Giovanni Grazzini, Corriere della Sera, 15 maggio 1977.)

Michele Mancini:

«...si può leggere La Marchesa come un elaborato sistema teso ad occultare la violenza, l'azione in quanto tale: proprio ponendo al centro un fatto di violenza si finisce in realtà per esorcizzarlo nella messa in scena. È una "apparecchiatura" tutta finalizzata a spiegare - riportandolo ad una dimensione di razionale causalità, di controllo e finalmente di responsabilizzazione "morale" - l'effetto più misterioso di un atto: una imbarazzante gravidanza. Solo a queste condizioni Rohmer, d'altronde, avrebbe potuto affrontare un tema centrato sullo stupro.»

(Michele Mancini, Eric Rohmer, p. 90.)

Temi



Riconoscimenti



Note


  1. Si tratta probabilmente di Mantova; tutti i riferimenti del racconto avallano tale supposizione: la guerra non può che essere quella della seconda coalizione, unica in cui truppe russe scesero in Italia (al comando del generale Suvorov), e l'unica città-fortezza, già occupata dai francesi, di una certa consistenza ed importanza strategica, che si trovava proprio sulla via per le truppe austro-russe di Suvarov, era Mantova
  2. Intervista a Fabio Ferzetti contenuta nel DVD distribuito da BIM e Qmedia, 2009.
  3. (EN) Awards 1976, su festival-cannes.fr. URL consultato il 18 giugno 2011.

Bibliografia



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Die Marquise von O. (1976)

Die Marquise von O. ist eine deutsch-französische Literaturverfilmung von Éric Rohmer aus dem Jahr 1976 nach der gleichnamigen Novelle von Heinrich von Kleist.

[en] The Marquise of O (film)

The Marquise of O (German: Die Marquise von O...; French: La Marquise d'O...) is a 1976 historical drama film written and directed by Éric Rohmer, based on the 1808 novella of the same name by Heinrich von Kleist. Set in 1799, the film tells the story of the Marquise von O, a virtuous widow, who finds herself pregnant and protests her innocence while possibly deserving to be exiled. The film won the Grand Prix Spécial Prize at the 1976 Cannes Film Festival.[1]

[es] La marquesa de O

La marquesa de O (título original Die Marquise von O en alemán) es una película franco-alemana dirigida por Éric Rohmer estrenada en 1976. Su guion se basa en la novela La marquesa de O de Heinrich von Kleist, publicada en 1805. La cinta ganó el Gran Premio del Jurado del Festival de Cannes de 1976.
- [it] La Marchesa von...

[ru] Маркиза фон О

Маркиза О (нем. Die Marquise von O...) — осуществлённая Эриком Ромером в 1976 году экранизация одноимённой новеллы Генриха фон Клейста. В главных ролях заняты выдающиеся немецкие актёры Эдит Клевер и Бруно Ганц. На Каннском фестивале 1976 года фильм разделил гран-при с испанской лентой «Выкорми ворона».



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