Tomas Milian: Sergio Maraschi, detto "Er Monnezza"
Elio Zamuto: Belli
Franco Citti: Antonio Lanza
Katia Christine: Carla
Imma Piro: Agnese Rinaldi
Nicoletta Piersanti: Maria Ciacci
Corrado Solari: Cicà ("er Cicala")
Aldo Barberito: Pieri, giornalista
Paolo Bonetti: Osvaldo Rinaldi, detto "Ranocchia"
Mario Brega: questore Alberti
Massimo Vanni: l'agente Marchetti
Nello Pazzafini: scagnozzo di Lanza
Alessandra Cardini: ostaggio
Leonora Vivaldi: Laura
Sergio Mioni: Gianni
Domenico Di Costanzo: Romolo Tocci
Mimmo Poli: il barista
Salvatore Billa: Minone
Domenico Cianfriglia: giocatore di flipper
Fortunato Arena: il tassista
Francesco D'Adda: gioielliere ucciso
Doppiatori originali
Michele Gammino: commissario Ghini
Ferruccio Amendola: Sergio Maraschi, detto "Er Monnezza"
Glauco Onorato: questore Alberti
È il secondo film della serie sul personaggio di Er Monnezza interpretato da Tomas Milian[1][2].
Trama
Subentrato al commissario Taddei, ucciso da un bandito, nella carica di capo della sezione antirapine, il commissario Ghini pesca e consegna alla giustizia l'assassino del collega. Intanto, un altro pericoloso delinquente, il siciliano Belli, che si propone di rapinare due rappresentanti di gioielli, si fa prestare dal romano Er Monnezza, un bandito all'antica, esperto di borseggi e contrario alla violenza, l'autista indispensabile al colpo, il giovane Ranocchia.
Fallita la prima volta, la rapina ideata dal Belli, riesce alla seconda, ma a prezzo di una strage. Compiuto il colpo, Belli uccide Ranocchia, attirandosi contro, stavolta, non solo Ghini, ma anche il Monnezza e la sua banda. Insieme, pur agendo separatamente, i due riescono ad avere ragione del Belli: il commissario lo uccide; Monnezza si tiene il ricavato dei gioielli, che destina parte alla moglie di Ranocchia, parte alla propria donna e parte agli amici che lo hanno aiutato a sbarazzarsi del Belli[3].
Curiosità
Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
In questo film il personaggio Er Monnezza viene chiamato Sergio Maraschi invece di Sergio Marazzi come negli altri film della saga.
Non essendo stato girato da Umberto Lenzi, questo film fu la causa di polemica tra Lenzi e Milian, accusato dal regista di averlo "tradito" girando con Massi[2]. Milian dovette comunque partecipare a causa di un vecchio contratto da onorare e non fu accreditato nella sceneggiatura, ma scrisse comunque tutti i suoi dialoghi (così come fece anche negli altri due film dove interpretò lo stesso personaggio) e girò le sue scene in soli cinque giorni mentre le intere riprese del film durarono circa tre settimane[2].
Distribuzione
La banda del trucido venne distribuito nel circuito cinematografico italiano il 18 marzo del 1977.
Note
Roberto Curti, Italia odia: il cinema poliziesco italiano, Lindau, 2006.
Manlio Momarasca, Giorgio Navarro e Davide Pulici, Monnezza e i suoi fratelli, Nocturno Dossier n.39, Cinemabis Comm..
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