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La caduta degli dei è un film del 1969 diretto da Luchino Visconti. Primo capitolo della "trilogia tedesca", che continua con Morte a Venezia (1971) e Ludwig (1973), è un film ispirato alla tragedia di Shakespeare Macbeth e alla famiglia Krupp.

La caduta degli dei
Primo piano di Helmut Berger in una scena del film
Titolo originaleLa caduta degli dei
Paese di produzioneItalia, Germania Ovest
Anno1969
Durata155 min
Generedrammatico, guerra
RegiaLuchino Visconti
SoggettoNicola Badalucco,
Enrico Medioli,
Luchino Visconti
SceneggiaturaNicola Badalucco,
Enrico Medioli,
Luchino Visconti
ProduttoreEver Haggiag,
Alfred Levy
FotografiaPasqualino De Santis,
Armando Nannuzzi
MontaggioRuggero Mastroianni
MusicheMaurice Jarre,
Walter Kollo,
Willy Kollo
ScenografiaVincenzo Del Prato
Interpreti e personaggi
  • Dirk Bogarde: Friedrich Bruckmann
  • Ingrid Thulin: Sophie von Essenbeck
  • Helmut Griem: Aschenbach
  • Helmut Berger: Martin von Essenbeck
  • Renaud Verley: Günther von Essenbeck
  • Umberto Orsini: Herbert Thallman
  • Reinhard Kolldehoff: Konstantin von Essenbeck
  • Albrecht Schönhals: Joachim von Essenbeck
  • Florinda Bolkan: Olga
  • Nora Ricci: governante
  • Charlotte Rampling: Elisabeth Thallman
  • Irina Wanka: Lisa
  • Karin Mittendorf: Thilde Thallman
  • Valentina Ricci: Erika Thallman
  • Wolfgang Hillinger: Janek
  • Ester Carloni: Madeline
  • Mark Salvage: ispettore di polizia
  • Karl-Otto Alberty: ufficiale della Wehrmacht
  • Piero Morgia: giovane in maniche di camicia
Doppiatori originali
  • Luigi Vannucchi: Friedrich Bruckmann
  • Anna Miserocchi: Sophie von Essenbeck
  • Sergio Graziani: Aschenbach
  • Giancarlo Giannini: Martin von Essenbeck
  • Roberto Chevalier: Gunther von Essenbeck
  • Melina Martello: Elisabeth Thallman
  • Mario Feliciani: Joachim von Essenbeck
  • Paila Pavese: Olga
  • Gianni Marzocchi: Janek
  • Arturo Dominici: ispettore di polizia
  • Sergio Tedesco: ufficiale della Wehrmach

Trama


Germania, 1933, la sera del 27 febbraio, nei pressi di Oberhausen si riunisce la famiglia von Essenbeck per festeggiare il compleanno del Barone Joachim, un industriale dell'acciaio che è riuscito negli anni a mantenere il controllo delle sue aziende attraverso un "equilibrio" politico e sociale, mantenendo buoni rapporti con le istituzioni durante tutte le vicende che si sono succedute nella Germania pre e post bellica. Alla cena è presente anche Aschenbach, un lontano cugino degli Essenbeck, arrivato in compagnia di Friedrich Bruckmann, dirigente delle acciaierie e amante di Sophie, vedova dell'unico figlio del Barone, morto durante la prima guerra mondiale, e madre di Martin. Durante lo spettacolo che precede la cena, in cui il nipote Martin si esibisce travestito da donna dissacrando la solennità dell'evento e suscitando l'imbarazzo dei presenti, arriva improvvisamente la notizia dell'incendio del Reichstag.

Questo evento accelera l'intenzione del Barone di rimuovere dalla vicepresidenza delle acciaierie il marito della nipote Elisabeth, Herbert Thallman, conferendo l'incarico all'altro nipote, Konstantin, un influente membro delle SA, molto legato ad Ernst Röhm e quindi vicino a Hitler, ritenendo che questo cambiamento possa positivamente influire sull'attività delle aziende. Herbert, aperto oppositore del nazismo, abbandona furente la sala con l'intenzione di lasciare la Germania prima che gli eventi precipitino sia per lui che per il Paese, non prima però di avere criticato aspramente la decisione del Barone di consegnarsi morbidamente nelle mani del regime. Aschenbach, che è un ufficiale delle SS e un importante personaggio in seno alla Gestapo, intuendo la natura ambiziosa di Friedrich, unita al suo legame sentimentale con Sophie, lo induce a uccidere il Barone con l'intento di far ricadere la colpa su Herbert.

L'omicidio del presidente delle acciaierie serve in realtà a fare sì che Martin, il maggiore azionista della società in quanto unico discendente diretto del Barone, ma totalmente succube della madre, investa Friedrich della presidenza, ruolo che, in virtù della fresca nomina, spetterebbe invece a Konstantin. Quest'ultimo intuisce il complotto e ne ha la conferma alla prima riunione presieduta da Friedrich, in cui gli ufficiali dello Stato Maggiore generale tedesco fanno chiaramente intendere di non volere dividere i loro compiti istituzionali con le SA e che le armi pesanti che usciranno dalle fabbriche in nessun modo dovranno arrivare alle camicie brune di Röhm; questo per non aumentarne la potenzialità e la forza, cosa che anche Hitler ha nel frattempo cominciato a temere, deviando decisamente in direzione dell'esercito i suoi favori.

Reinhard Kolldehoff e Helmut Griem in una scena del film
Reinhard Kolldehoff e Helmut Griem in una scena del film

Mentre gli avvenimenti sembrano prendere una piega decisamente favorevole a Friedrich e al nazismo, accade un fatto imprevisto: Martin, in possesso di una personalità deviata e incline alla pedofilia, si reca spesso a casa di Olga, una prostituta che è solito frequentare. Un giorno, mentre l'attende aggirandosi per il palazzo, incontra una bambina. Sempre più affascinato dalla piccola, le porta alcuni regali e cerca di catturare la sua attenzione. Una volta riuscito a farlo, la violenta, provocandone successivamente il suicidio, ma lasciando però il suo portasigarette nell'appartamento, che viene rinvenuto da un commissario della polizia, il quale informa del ritrovamento Konstantin.

Konstantin, grazie alle sue amicizie, riesce a mettere a tacere l'accaduto, ma al contempo entra in possesso di un'arma da usare contro Martin, che costringe a convocare una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione dell'azienda, in cui si annuncia il passaggio di poteri da Friedrich a lui. Sophie scopre l'accaduto e convince Friedrich a eseguire il "suggerimento" di Aschenbach, ossia eliminare, dopo il Barone, anche Konstantin; egli inizialmente rifiuta, cominciando a intuire la sudditanza che in questo modo assumerà nei confronti del dirigente nazista, ma infine accetta, confidando ingenuamente che in ogni caso la sua posizione di industriale, di fondamentale importanza per il futuro sforzo bellico, e il suo matrimonio con Sophie lo metteranno al riparo da possibili complicazioni.

Da questo momento gli eventi precipitano: Elisabeth e le sue due piccole figlie vengono deportate a Dachau con l'intento di fare tornare in Germania il marito Herbert, fuggito all'estero dopo l'assassinio del Barone e ricercato dalla Gestapo, mentre Friedrich uccide Konstantin nella notte dei lunghi coltelli presso l'hotel Hanslbauer di Bad Wiessee. Infine Aschenbach persuade Martin, sfruttando il suo odio per la madre e garantendogli l'impunità per il suo delitto, a mettersi contro di lei. Nella cena in cui Friedrich annuncia i suoi pieni poteri (e in cui riappare Herbert, tornato dopo la morte di Elisabeth per far sì che, in cambio della sua prigionia, le figlie ancora detenute a Dachau venissero liberate), Martin rivela a Günther, figlio di Konstantin, che Friedrich è l'assassino del padre. Sophie cerca disperatamente di convincere Martin a non mettersi nelle mani di Aschenbach, ma egli non la ascolta, e addirittura la stupra in segno di potere e di estremo sfregio per quanto, a suo pensare, la madre gli ha fatto subire da sempre.

Dopo l'accaduto Sophie cade in una lenta catatonia, mentre Friedrich prende finalmente coscienza del fatto che non riuscirà ad avere quel potere che tanto aveva agognato, rimettendo a Martin, divenuto ormai un funzionario delle SS, il decreto che lo nominava membro ufficiale della famiglia von Essenbeck. I due ambiziosi amanti termineranno tragicamente la loro esistenza, indotti al suicidio da Martin dopo un grottesco quanto inutile matrimonio; Martin adesso è solo, nessuno è più in grado di opporsi a lui e, in divisa da SS, saluta i due cadaveri alla maniera nazista, consegnando di fatto le acciaierie (e la forza dell'industria pesante tedesca) a Hitler.


Produzione



Cast



Riprese


Le riprese del film, vietato ai minori di 18 anni, si svolsero dal 1º luglio al 1º settembre 1968 in Austria (Attersee am Attersee e Unterach am Attersee), nella Germania dell'Ovest (Düsseldorf, Essen e Renania Settentrionale-Vestfalia) e in Italia (Cinecittà e Terni)[1].


Apprezzamenti


Nel suo spettacolo al cospetto della famiglia, Martin propone la performance di Marlene Dietrich ne L'angelo azzurro di Josef von Sternberg. L'attrice tedesca si complimentò con Helmut Berger, mandandogli un biglietto dove era scritto "sei stato persino più bravo di me!"[2].


Distribuzione


La prima del film si svolse a Roma il 14 ottobre 1969, e la pellicola venne in seguito distribuita nelle sale del territorio nazionale il 16 ottobre dello stesso anno[3].


Riconoscimenti



Note


  1. La caduta degli dei, su movieplayer.it. URL consultato il 24 aprile 2016.
  2. L'angelo azzurro, su movieplayer.it. URL consultato il 24 aprile 2016.
  3. (EN) La caduta degli dei - Release Info, su imdb.com. URL consultato il 24 aprile 2016.

Voci correlate



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Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 299311759 · LCCN (EN) no2006040120 · GND (DE) 4590879-5 · BNF (FR) cb150216992 (data)
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  1. 1969 La Caduta Degli Dei [Luchino Visconti]. URL consultato il 6 gennaio 2022.

На других языках


[en] The Damned (1969 film)

The Damned[lower-alpha 1] is a 1969 historical drama film directed by Luchino Visconti, co-written by Visconti with Nicola Badalucco and Enrico Medioli, and starring Helmut Berger, Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Griem, Umberto Orsini, Charlotte Rampling, Florinda Bolkan, and Albrecht Schönhals in his final film. Set in 1930s Germany, the film centers on the Essenbecks, a wealthy industrialist family who have begun doing business with the Nazi Party, and whose amoral and unstable heir, Martin, is embroiled in his family's machinations. It is loosely based on the Krupp family of steel industrialists from Essen, Germany.
- [it] La caduta degli dei

[ru] Гибель богов (фильм)

«Гибель богов» (итал. La caduta degli dei) — кинофреска Лукино Висконти (1969) о распаде семейства промышленной аристократии (наподобие Круппов из Эссена) и о событиях, связанных с ночью длинных ножей в нацистской Германии. Главные роли исполнили Хельмут Бергер, Дирк Богард и Ингрид Тулин. Фильм имел успех в европейском прокате[1]. Он открывает собой «германскую трилогию» Висконти и вереницу артхаусных лент о нацизме и его истоках[1].



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