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La carrozza d'oro (Le Carrosse d'or) è un film del 1952 diretto da Jean Renoir. È il primo film europeo girato in technicolor.

La carrozza d’oro
Una scena del film
Titolo originaleLe Carrosse d'or
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno1952
Durata103 min.
Generecommedia, sentimentale
RegiaJean Renoir
Soggettodall'opera teatrale Le Carrosse du Saint-Sacrement di Prosper Mérimée
SceneggiaturaJean Renoir, Jack Kirkland, Renzo Avanzo, Giulio Macchi
ProduttorePanaria Film, Delphinus, Hoche Productions
Produttore esecutivoFrancesco Alliata Produttore associato: Renzo Avanzo
FotografiaClaude Renoir, Ronald Hill (non accreditato)
MontaggioDavid Hawkins
MusicheAntonio Vivaldi
ScenografiaMario Chiari Arredamento di: Gino Brosio
CostumiMaria De Matteis
Interpreti e personaggi
  • Anna Magnani: Camilla
  • Odoardo Spadaro: Don Antonio
  • Duncan Lamont: Ferdinando il viceré
  • Paul Campbell: Felipe
  • Riccardo Rioli: Ramon, il torero
  • Ralph Truman: il duca De Castro
  • Georges Higgins: Martinez
  • Raf de La Torre: procuratore
  • Gisella Mathews: marchesa Irene Altamirano
  • Elena Altieri: duchessa De Castro
  • Nada Fiorelli: Isabella
  • Jean Debucourt: vescovo di Carmol
  • Fedo Keeling: il visconte
  • Cecil Mathews: il barone
  • Giulio Tedeschi: Baldassarre il barbiere
  • William Tubbs: oste
  • Alfredo Kolner: Florindo
  • John Pasetti: capitano delle guardie
  • Renato Chiantoni: capitano Spavento
  • Lina Marengo: la maga
  • Alfredo Medini: Pulcinella
  • Dante: Arlecchino
  • Rino: dottor Balordo
Doppiatori italiani
  • Giorgio Capecchi: Ferdinando il viceré
  • Emilio Cigoli: Felipe
  • Gualtiero De Angelis: Ramon, il torero
  • Luigi Pavese: il duca De Castro
  • Roberto Gicca: Martinez
  • Mario Besesti: procuratore
  • Lydia Simoneschi: marchesa Irene Altamirano
  • Lauro Gazzolo: vescovo di Carmol
  • Mario Corte: il visconte
  • Amilcare Pettinelli: il barone
  • Vinicio Sofia: Baldassarre il barbiere
  • Olinto Cristina: oste
  • Renato Turi: Florindo
  • Bruno Persa: capitano delle guardie

Dopo i titoli di testa, una scritta avverte lo spettatore:

"La vicenda di questa commedia è una fantasia all'italiana. Essa si svolge nel secolo decimottavo, in una colonia spagnola dell'America Latina".


Trama


I tre spasimanti di Camilla: il torero Ramon, il viceré Ferdinando e Felipe
I tre spasimanti di Camilla: il torero Ramon, il viceré Ferdinando e Felipe

Perù, XVIII secolo. Una compagnia di attori italiani della commedia dell'arte sbarca in una colonia spagnola in Sudamerica.

L'interprete di Colombina, Camilla, fa perdere la testa a un italiano, al torero Ramon e al viceré della colonia che, preso dalla passione, regala all'attrice una carrozza d'oro che dovrebbe, secondo tutti i maggiorenti locali, essere il simbolo ufficiale della regalità spagnola.

Lo scandalo investe il viceré che non vuole ritornare sui suoi passi e si trova davanti a una gravissima crisi politica, mentre Camilla deve vedersela con la gelosia dei suoi spasimanti.

Alla fine, l'attrice regalerà la carrozza alla Chiesa, e chiuderà le sue storie d'amore, dichiarando che il suo vero amore è sempre il teatro.


Produzione


Renoir riceve dai produttori italiani, Francesco Alliata e Renzo Avanzo, la proposta di girare un film tratto dalla pièce di Mérimée; il film sarà una produzione italo-francese.


Soggetto


La pellicola è liberamente tratta dal noto testo teatrale Le Carrosse du Saint-Sacrement di Prosper Mérimée, a sua volta ispirato dalle vicende dell'attrice La Perricholi e del viceré del Perù. In un primo momento, la regia doveva essere affidata a Luchino Visconti.

Renoir dichiara di non voler fare un adattamento vero e proprio ma di volersene discostare: "Malgrado la mia grande ammirazione per il testo teatrale di Mérimée, ho la certezza che non se ne può fare un film così com'è. Il fatto che il film fosse girato in Italia mi ha offerto la chiave d'approccio al nuovo soggetto. [...] I miei collaboratori ed io abbiamo inventato una storia che potrebbe intitolarsi La Commediante, il Teatro e La vita."[1]


Cast


Anna Magnani interpreta Camilla, l'attrice che rappresenta in scena Colombina.

Renoir racconta: "Mi ero fissato un compito molto preciso: fare un film con Anna Magnani. Ammiravo senza riserve i risultati della sua collaborazione con Rossellini e Visconti. La Magnani è la quintessenza dell'Italia. Ella è anche una personificazione assoluta del teatro, quello vero, con gli scenari di cartapesta, le lampade fumanti, gli orpelli degli ori scoloriti."[2]

Nel cast figurano altri professionisti italiani come Odoardo Spadaro nel ruolo di Don Antonio, il capocomico e Nada Fiorelli nel ruolo della bella Isabella.


Riprese


Le riprese si sono svolte interamente in Italia, a Cinecittà, nei mesi di febbraio e marzo del 1952.


Jean Renoir e l'Italia


«Sono in Italia, il mio film si svolgerà dunque in Italia e ne sarà interprete una grande artista italiana... È impossibile girare in Italia senza subire l'influenza italiana. Il fatto si manifesta in un film anche attraverso modestissimi aspetti materiali: la forma del bicchiere che il trovarobe avrà appoggiato sul tavolo... La mia ambizione sarebbe, con La carrozza, quella di creare un mondo tutto mio e influenzato dal fatto che in questo momento vivo a Roma. Questa influenza, al di là dell'esempio del trovarobe, si esercita in tutti gli istanti della vita. Come non riconoscere nel portiere che vi apre la porta un fratello di qualche personaggio della Commedia dell'Arte[3]


Musica


Renoir ancora racconta:

«Il mio collaboratore principale per quel film fu il defunto Antonio Vivaldi. Ho scritto la sceneggiatura al suono dei dischi di quel maestro. Il suo senso drammatico, il suo spirito mi hanno orientato verso soluzioni che mi offrivano il meglio dell'arte teatrale italiana»,[4]


Distribuzione


Ha avuto distribuzione in Italia dal 3 dicembre 1952 mentre in Francia, paese co-produttore, la première ha avuto luogo il 27 febbraio successivo.


Accoglienza


Il film ebbe scarso successo sia di pubblico che di critica. (De Vincenti)


Critica


François Truffaut: un film chiave

«La carrozza d'oro è uno dei film chiave di Jean Renoir perché riprende i temi di molti altri, principalmente quello della sincerità in amore e quello della vocazione artistica; è un film costruito secondo il gioco delle scatole cinesi che si incastrano le une nelle altre, un film sul teatro nel teatro. C'è molta ingiustizia nell'accoglienza riservata dal pubblico e dalla critica a La carrozza d'oro, che è forse il capolavoro di Renoir. Si tratta, comunque, del film più nobile e raffinato che sia mai stato girato. Vi si trova tutta la spontaneità e l'inventiva del Renoir d'anteguerra unite al rigore del Renoir americano. Qui tutto è distinzione e gentilezza, grazia e freschezza»[5]


Cinema e teatro


Renoir è riuscito a compenetrare indissolubilmente le due forme espressive.

Daniele Dottorini:

«Ne La carrozza d'oro [...] la forma pittorica dello sguardo trova un suo ulteriore sviluppo e si trasforma in una macchina teatrale, in un palcoscenico dotato di diversi livelli, capace di moltiplicare i propri elementi scenici, grazie alla potenza del dispositivo cinematografico che appunto amplifica la macchina teatrale»[6]


Arte e vita


«Dove comincia il teatro? Dove finisce la vita?»

(Camilla)

Carlo Felice Venegoni:

«Il teatro, il fatto che la vita non è altro che una recita in cui ciascuno gioca la parte assegnatagli dal destino, era stata una vecchia premessa dell'opera di Renoir. Era apparsa nel prologo de La cagna recitata da due burattini. [...] Il soggetto de La carrozza d'oro è un complicato pastiche risultante dalla sovrapposizione di diverse storie, parte delle quali collocate nella realtà, e parte nella finzione scenica recitata dagli attori che sono i protagonisti del film, con continui scambi fra i due piani e la continua allusione maligna che, per quanto riguarda lo spettatore, anche ciò che si suppone essere la realtà è a sua volta una finzione scenica. Altra complicazione da questo punto di vista l'ambientazione del film in un Perú settecentesco di maniera, che imbroglia molto le carte di una possibile interpretazione realistica della realtà rappresentata».[7]

Giorgio De Vincenti:

«La carrozza d'oro scandaglia la ragione dell'attività simbolica in una società sofisticata e il ruolo dell'arte come mezzo per recuperare il senso profondo del reale e della vita.[...] Arte e vita non sono più separabili e i loro necessari rinvii reciproci vengono a costituire il tessuto dell'esistenza del regista stesso, oltre che dei suoi personaggi, Camilla e Don Antonio. [...] La carrozza d'oro rappresenta probabilmente il momento di massima esplicitazione di questo fondamentale motivo della poetica di Renoir. Soltanto nel Petit Théâtre si raggiunge un simile livello di chiarezza...»[8]


La carrozza


«Simbolo della vanità mondana», come lo defisce lo stesso Renoir, nel testo teatrale e nel suo film,[9] la carrozza d'oro è l'"oggetto-feticcio".

Il giornalista Sebastiano Gesù, in un articolo dell'inserto regionale di La Repubblica dedicato a Palermo, del 4 agosto 2012, p. 14, ne racconta la storia:

«Venne scovata dal produttore Francesco Alliata e da Pietro Moncada, suo socio, nonché discendente dei Butera, in un immenso magazzino di Palazzo Butera a Palermo, ridotta ad uno scheletro, tarlata, sgangherata, incrostata di polvere e ragnatele, tra una massa di altri rottami di carrozze del '700 e dell' '800. [...]»

Fu restaurata da pazienti e abili artigiani e a lavoro ultimato appariva:

«...interamente coperta con "fogliette" d'oro sottili, con i contorni delle portiere e tutte le angolature in legno scolpito e ogni spazio piano dipinto ad olio con numerose figure femminili, angeli e puttini. E decorata con una sontuosa Pigna scolpita sul tetto e numerose ghirlande attorno. All'interno era ricoperta di velluto rosso con ricchi ricami in filo d'argento»[10].

Oggi la carrozza, acquistata a un'asta dalla Regione Siciliana, si può ammirare a Palermo, ai piedi del sontuoso scalone del Palazzo dei Normanni, sede della Regione.


Riconoscimenti



Note


  1. Jean Renoir, Écrits (1926-1971), p. 370.
  2. Jean Renoir,Lettera a Jean Vilar, 21 dicembre 1958, in Écrits (1926-1971), pp.373-374.
  3. Jean Renoir, Radio-Cinéma-Télévision, n. 165, 15 marzo 1953.
  4. Jean Renoir, La mia vita, i miei film, p.224.
  5. François Truffaut, I film della mia vita, citato in Jean Renoir, La mia vita. I miei film, pp. 244-245,
  6. Daniele Dottorini, Jean Renoir. L'inquietudine del reale, pp. 107-109.
  7. Carlo Felice Venegoni, Renoir
    • Giorgio De Vincenti, Jean Renoir, pp. 260-261.
  8. Jean Renoir, Écrits (1926-1971), pag. 370.
  9. Sicilia in quella "Carrozza d'oro" che portò Palermo in Europa, La Repubblica, 4 agosto 2012

Bibliografia



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Die goldene Karosse

Die goldene Karosse ist ein italienisch-französischer Historienfilm aus dem Jahre 1952 von Jean Renoir mit Anna Magnani in der Hauptrolle.

[en] The Golden Coach

The Golden Coach (French: Le Carrosse d'or; Italian: La carrozza d'oro) is a 1952 film directed by Jean Renoir that tells the story of a commedia dell'arte troupe in 18th-century Peru. The screenplay was written by Renoir, Jack Kirkland, Renzo Avanzo and Giulio Macchi, and is based on the 1829 play Le Carrosse du Saint-Sacrement (The Coach of the Blessed Sacrament), by Prosper Mérimée. It stars Anna Magnani, Odoardo Spadaro and Duncan Lamont.

[es] La carroza de oro

La carroza de oro (Le Carrosse d'or en francés) es una película francesa de 1953 dirigida por Jean Renoir que cuenta la historia de un grupo de cómicos italianos que llegan al nuevo mundo (Sudamérica) del siglo XVIII. El guion fue escrito por el propio Renoir además de Jack Kirkland, Renzo Avanzo y Giulio Macchi que está basado en la novela Le Carrosse du Saint-Sacrement de Prosper Mérimée. El film está protagonizada por Anna Magnani, Odoardo Spadaro y Duncan Lamont.
- [it] La carrozza d'oro

[ru] Золотая карета (фильм)

«Золотая карета» (фр. Le Carrosse d'or, итал. La carrozza d'oro, англ. The Golden Coach) — франко-итальянский фильм 1952 года французского режиссёра Жана Ренуара. Первый европейский фильм режиссёра начиная с 1939 года. Экранизация комедии Проспера Мериме «Карета Святых даров[fr]», из второго издания сборника его пьес «Театр Клары Газуль» (1830). Первоначально картина снята на английском языке; существует в трёх версиях: французской, итальянской и английской[1].



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