La croce di fuoco (The Fugitive) è un film del 1947 diretto da John Ford.
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La croce di fuoco | |
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Titolo originale | The Fugitive |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America, Messico |
Anno | 1947 |
Durata | 104 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | drammatico |
Regia | John Ford |
Soggetto | Graham Greene |
Sceneggiatura | Dudley Nichols |
Produttore | Merian C. Cooper e John Ford
Emilio Fernández (produttore associato) |
Casa di produzione | Argosy Pictures |
Fotografia | Gabriel Figueroa |
Montaggio | Jack Murray |
Musiche | Richard Hageman |
Scenografia | Alfred Ybarra |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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È ispirato al romanzo Il potere e la gloria scritto nel 1940 da Graham Greene, di cui tradisce alcuni aspetti: infatti, mentre nel romanzo il prete è un alcolizzato che ha un figlio da una prostituta, nel film egli è quasi sempre irreprensibile.
La pellicola fu presentata in concorso alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia.
Un prete, missionario in un paese anticlericale dell'America Latina, è braccato dalla polizia che è sulle sue tracce per ucciderlo. Aiutato da una donna e da un bandito cerca la fuga, ma all'ultimo deciderà di incontrare il proprio destino.
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«Con ragione è stato detto che in questo film il regista di Ombre rosse non spiega tutto il suo valore, e che sotto l'apparente compattezza della partitura, l'ispirazione è saltuaria, sconnessa. Ma non per questo La croce di fuoco resta di essere un film pregevolissimo, sia per la nobiltà dell'assunto, inteso a condannare l'intolleranza religiosa, sia per la commossa bellezza e il plastico vigore di molte e molte pagine. Henry Fonda compone in linee sobrie e misticamente sfumate il personaggio del martire; accanto a lui si rivede la patetica Dolores del Rio che con Pedro Armendariz e il prestigioso operatore Gabriel Figueroa, risuscita all'ombra di Ford il terzetto messicano di María Candelaria.» |
(La Stampa[1]) |
«Più che un'opera compiutamente bella, è un'antologia di pagine eccellenti; tra lungherie e squisitudini figurative fioriscono episodi raccontati in modo impeccabile, con la cadenza solenne e melanconica del Ford più ispirato. Tali la scena della chiesetta ridesta, quella dell'irruzione degli sgherri sul mercato del villaggio, alcune «stazioni» della lunga fuga, e tutto il finale, dove con mezzi semplici e con giudiziose rinunce a effetti immediati, per così dire di rimbalzo, è raggiunta una sincera commozione. [...]» |
(Leo Pestelli[2]) |
Controllo di autorità | LCCN (EN) no2009117806 |
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