La decima sinfonia (La Dixième Symphonie) è un film muto del 1918 diretto da Abel Gance.
La decima sinfonia | |
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Titolo originale | La Dixième Symphonie |
Lingua originale | intertitoli in francese |
Paese di produzione | Francia |
Anno | 1918 |
Durata | 94 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 4:3 film muto |
Genere | drammatico |
Regia | Abel Gance |
Soggetto | Abel Gance |
Sceneggiatura | Abel Gance |
Produttore | Louis Nalpas |
Casa di produzione | Le Film d'Art |
Fotografia | Léonce-Henri Burel |
Montaggio | Marguerite Beaugé |
Musiche | Michel-Maurice Levy |
Interpreti e personaggi | |
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La ricca orfana Eve Dinant viene sedotta dal malvagio Fred Rice, ma ben presto capisce con chi ha a che fare e decide di lasciarlo. Un paio d'anni più tardi incontra il compositore Enric Damor col quale si sposa. La figlia di Enric, Claire, conosce per caso Fred e se ne innamora. Quest'ultimo è deciso a sposare la ragazza ma Eve è determinata a non far celebrare il matrimonio e ne parla a Enric. Una vecchia lettera farà insospettire il compositore sul rapporto tra Fred e Eve, che piuttosto che rivelare il suo passato confessa, mentendo, di amarlo ancora. Enric è devastato e cerca di sublimare la sua sofferenza per creare il suo capolavoro, la Decima Sinfonia. Fred vuole che Eve torni con lui e scrive una lettera a Claire in cui annulla il fidanzamento. Intenzionata a vendicarsi, Claire si reca da Fred e lo minaccia con una pistola ma Eve cerca di dissuaderla. Fred tira fuori la sua pistola e dopo averla puntata verso le due donne la rivolge verso se stesso e si uccide. Eve può finalmente tornare dal suo amato Enric.
Seppur prodotto nel 1917, il film venne distribuito nelle sale cinematografiche francesi dalla Pathé Frères solo nel novembre 1918 a causa della prima guerra mondiale. In seguito è stato proiettato nell'ambito di una retrospettiva su Abel Gance al New York Film Festival del 1967 e in occasione del Festival del cinema muto di Varsavia del 2008.[1][2]
All'uscita del film, il regista e critico francese Louis Delluc definì La decima sinfonia «un'opera degna di questo nome. Ha un carattere, un'idea, una vita propria. Si sente che è il film di qualcuno. Ogni cosa si trova nel suo giusto posto, tutto è equilibrato. Gli uccelli, i fiori, le musiche, le stoffe, che dettagli e quanta grazia. Si ha la sensazione di vivere l'intimità di ogni personaggio».[3] Lo storico del cinema Kevin Brownlow affermò che «le immagini sono utilizzate per creare personaggi, descrivere pensieri, fornire metafore e non semplicemente per rappresentare gli avvenimenti».[3]
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