La decima vittima è un film del 1965 diretto da Elio Petri, tratto dal breve racconto di fantascienza La settima vittima (Seventh Victim) di Robert Sheckley[1], interpretato da Marcello Mastroianni, Ursula Andress ed Elsa Martinelli. Il film si avvalse di sceneggiatori come Ennio Flaiano e Tonino Guerra.
La decima vittima | |
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Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1965 |
Durata | 90 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | fantascienza |
Regia | Elio Petri |
Soggetto | Robert Sheckley (dal racconto The Seventh Victim) |
Sceneggiatura | Tonino Guerra, Giorgio Salvioni, Ennio Flaiano, Elio Petri |
Produttore | Carlo Ponti |
Casa di produzione | Compagnia Cinematografica Champion, Les Films Concordia |
Distribuzione in italiano | Interfilm |
Fotografia | Gianni Di Venanzo |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Musiche | Piero Piccioni |
Scenografia | Piero Poletto |
Costumi | Giulio Coltellacci |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Tra la commedia e il dramma, il giallo e la satira, la pellicola rientra nel cinema italiano di fantascienza[2]. Rifacendosi alla tradizione della commedia all'italiana, fu ritenuta "traditrice" dello spirito del soggetto originale[3]. Il film è rimasto un'opera unica nella sua epoca, per la particolare colonna sonora e le suggestioni visive, tra il surrealismo, la pop art e l'arte concettuale[4].
In un futuro prossimo, al fine di contenere l'aggressività e la violenza, onde scongiurare qualsiasi germe di un eventuale conflitto bellico, è stata istituita una competizione a livello mondiale chiamata la Grande caccia, che conferisce ai propri iscritti la licenza di uccidere.
Un computer designa delle coppie di partecipanti, nel ruolo di Cacciatore e di Vittima. Il superstite dopo dieci competizioni, svolte alternativamente nell'uno e nell'altro ruolo, entra nel Dechaton[5], riscuotendo un cospicuo premio in denaro, con fama, onore e privilegi.
La giovane statunitense Caroline Meredith, aspirante all'ambito titolo, deve eliminare la sua ultima vittima, un bonario Marcello Poletti. Quest'ultimo, reduce a sua volta da sei competizioni, senza dimostrare particolari capacità o impegno, è preso piuttosto dai problemi familiari, come liberarsi dell'avida moglie Lidia e dell'oppressiva amante Olga.
Caroline è seguita da una troupe televisiva con tanto di sponsor, in una sorta di reality show. La donna raggiunge Marcello, ma non intende ucciderlo immediatamente: la giovane ne ha infatti progettato l'uccisione nella cornice del Foro Romano, in accordo con la troupe e il ricco sponsor di un'immaginaria marca di the.
Caroline così si spaccia per una giornalista, inscenando un'intervista in un bar panoramico dell'EUR. L'uomo tuttavia si dimostra subito sospettoso e l'abbandona. Caroline ne è comunque affascinata e lo pedina, indagando sulla sua vita privata e le sue strane abitudini.
Marcello si convince che ella sia la sua cacciatrice, ma il timore di uno spiacevole errore di persona - che gli costerebbe una lunga condanna per omicidio non autorizzato[6] - e una crescente attrazione per lei, lo inducono a desistere da ogni tentativo di eliminazione.
La vicenda ha termine nel luogo designato ma solo dopo una serie di errori grotteschi e di colpi di scena, tra i quali l'irruzione della moglie Lidia e dell'amante Olga, quando tra i due sfuma ogni intento omicida. Non resta loro che abbandonare la Caccia e fuggire su un aereo.
«La decima vittima sarà una satira del mondo attuale, una trasposizione allegorica di aspirazioni ed inquietudini dell'oggi dove verranno fustigati certi costumi, la ferocia dei rapporti individuali e collettivi, l'arrivismo sociale dei tempi moderni.» |
(Elio Petri, 1964[7]) |
Il film fu una coproduzione italo-francese tra Compagnia Cinematografica Champion di Roma e Les Films Concordia di Parigi.[2]
Il lieto fine fu imposto dalla produzione. In una intervista del 1967[8], il regista dichiarò: "Sapesse come sudai per convincere il produttore e quanto penai per dovermi adattare a quell'orribile finale, pagliaccesco, ma non ce la facevo più a lottare contro tutti."
La canzone Spiral Waltz di Sergio Bardotti e Piero Piccioni è cantata sui titoli di coda da Mina.
«Una vicenda di fantasia che serve al regista Elio Petri per imbastire una denuncia contro il sistema capitalistico e contro l'invadenza dei mass media: gli uomini sono assimilati a merci di consumo, facilmente sostituibili, ed il loro ruolo sociale è circoscritto all'occasione di uno spettacolo di massa. Il film rientra nel genere della fantascienza italiana, ma si distingue per un impegno produttivo superiore alla media e per un intelligente utilizzo dei temi propri della commedia di quegli anni [...]» |
(Fantafilm[2]) |
Il film è disponibile in DVD distribuito da CG Entertainment, che ne ha realizzata anche un'edizione speciale numerata e limitata a 500 copie in blu ray, con un libro di approfondimento sul film.[9].
Controllo di autorità | VIAF (EN) 206873510 · GND (DE) 4912209-5 |
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