La donna che inventò l'amore è un film del 1952 diretto da Ferruccio Cerio, tratto dall'omonimo romanzo di Guido da Verona.
La donna che inventò l'amore | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1952 |
Durata | 102 min |
Dati tecnici | bianco e nero |
Genere | drammatico, sentimentale, storico |
Regia | Ferruccio Cerio |
Soggetto | Guido da Verona |
Sceneggiatura | Ferruccio Cerio, Alessandro De Stefani |
Produttore esecutivo | Oscar Brazzi, Ottorino Franco Bertolini |
Casa di produzione | Produzioni B. B. |
Distribuzione in italiano | Variety Film |
Fotografia | Anchise Brizzi |
Montaggio | Mario Bonotti |
Musiche | Salvatore Allegra |
Scenografia | Marcello Avenali |
Costumi | Michele Contessa |
Trucco | Elena Zanoli |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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1910. Un nobile e spiantato ufficiale di cavalleria prende in prestito una somma di denaro da un usuraio. Questi, saputo che l'ufficiale è l'amante di sua figlia, vuole mandarlo in rovina, ma la ragazza brucia la cambiale a garanzia. L'uomo la caccia di casa e denuncia il fatto al colonnello superiore, che costringe il nobile alle dimissioni. Sposata la giovane per interesse, va a vivere con lei a casa dell'usuraio, riprendendo contemporaneamente la relazione con un'altra donna. La moglie accetta la corte di un uomo anziano e ricchissimo per indurlo a spendere parole di favore per il marito da indurlo alla riammissione nell'alta società. Ma un suo amico rivela ogni cosa al marito, il quale, in preda alla disperazione, parte volontario per la guerra libica. Poco prima della partenza, però, la donna riesce a provare che il supposto tradimento è stato soltanto platonico. Lui le crede e parte con fiducia, convinto che al suo ritorno una donna lo aspetterà.
Il film è ascrivibile al filone dei melodrammi sentimentali strappalacrime (allora molto in voga tra il pubblico italiano), in seguito ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice.
Girato negli studi di Cinecittà, venne presentato alla Commissione di Revisione Cinematografica il 31 maggio 1952, ottenne il visto di censura n. 12.126 del 9 giugno 1952 con una lunghezza della pellicola dichiarata di 2.522 metri e accertata di 2.400 metri; non sappiamo in cosa consistono i 122 metri mancanti del film[1].
Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano il 2 agosto del 1952[2].
Il film venne proiettato in Francia, con il titolo La femme qui inventa l'amour il 25 settembre 1953, in Portogallo con il titolo A Mulher Que Inventou o Amor il 26 marzo 1954, ed in Germania Ovest con il titolo Die frau, die liebe erfand.
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