La jetée è un cortometraggio di Chris Marker del 1962.
La jetée | |
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Titolo originale | La jetée |
Paese di produzione | Francia |
Anno | 1962 |
Durata | 28 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | fantascienza |
Regia | Chris Marker |
Soggetto | Chris Marker |
Sceneggiatura | Chris Marker |
Produttore | Anatole Dauman |
Casa di produzione | Argos Film |
Fotografia | Chris Marker, Jean Chiabaut |
Montaggio | Jean Ravel |
Musiche | Trevor Duncan |
Interpreti e personaggi | |
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Un bambino si trova a Parigi, al molo d'imbarco dell'aeroporto di Orly (la parola jetée, in francese, indica il molo d'imbarco). Si trova lì con i suoi genitori e assiste a un incidente. Un uomo viene assassinato e ovviamente la folla si riversa verso di lui, ma il bambino è anche colpito da una donna e la fissa. L'immagine del molo, dell'assassinio e della donna si fissano indelebilmente nella sua mente.
Passa qualche tempo e scoppia la Terza guerra mondiale. Dopo una catastrofe nucleare, la superficie di Parigi è inabitabile per la radioattività (e così è, si presume, anche per il resto della superficie terrestre): l'umanità, divisa in vincitori (i tedeschi) e prigionieri (i francesi), si è rifugiata nei sotterranei della città ed è impossibilitata a procurarsi il cibo. I tedeschi, comprendendo che l'umanità può risorgere soltanto chiedendo aiuto nel passato e nel futuro, decidono di realizzare il viaggio nel tempo, ma le attrezzature sono rudimentali e diverse cavie francesi utilizzate allo scopo impazziscono o muoiono.
Il bambino di cui si parla all'inizio del film è ora un adulto, a sua volta prigioniero dei tedeschi: è lui ad essere scelto per proseguire la sperimentazione, proprio per la forza del ricordo che ha del molo e della donna. Gli scienziati riescono a indurre nell'uomo il ricordo dell'epoca prebellica: inizialmente egli viaggia tra immagini vaghe, ma, dopo diversi giorni di sperimentazione, egli incontra la donna del molo. Via via che la sperimentazione prosegue, gli scienziati sono sempre più in grado di far interagire l'uomo con la realtà passata, soprattutto con la donna del molo. Egli tornerà più e più volte a trovarla nel passato e il presente di pace della donna si scontrerà con il futuro apocalittico dell'uomo.
Il cortometraggio, che è una storia di fantascienza ambientata in una futura era postatomica, presenta un'insolita tecnica narrativa: l'intera pellicola non è un vero e proprio filmato in movimento, bensì una sequenza di fotografie, con una voce narrante fuori campo che racconta l'intera storia. Per questo motivo nei titoli di testa l'opera viene definita "un photo-roman", un fotoromanzo. Tuttavia è presente una breve sequenza filmata di pochi secondi, atta a sottolineare un momento di forte intensità emotiva.
«Questo film strano e poetico, un misto di fantascienza, favola psicologica e fotomontaggio, crea nei suoi modi peculiari una serie di immagini bizzarre dei paesaggi interiori del tempo» |
(La Jetée, recensione di J. G. Ballard su New Worlds, luglio 1966 - Traduzione su J.G. Ballard, Shake edizioni, 1994) |
La Jetée è al 50º posto della classifica The Top 50 Greatest Films of All Time redatta dal British Film Institute.[1]
La jetée ha ispirato il film L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, del 1995. I seguenti elementi del corto di Marker si possono infatti ritrovare nel film di Gilliam:
La scena dell'albero, tratta da La donna che visse due volte (Vertigo) e che si vede ne L'esercito delle 12 scimmie, era già stata omaggiata ne La jetée.
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