La lingua del santo è un film del 2000 diretto da Carlo Mazzacurati, ambientato tra Padova, i Colli Euganei e la laguna veneta.
![]() |
Questa voce sull'argomento film commedia è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
|
La lingua del santo | |
---|---|
![]() | |
Titolo originale | La lingua del santo |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2000 |
Durata | 110 min |
Genere | commedia |
Regia | Carlo Mazzacurati |
Sceneggiatura | Franco Bernini, Umberto Contarello, Carlo Mazzacurati, Marco Pettenello |
Produttore | Marco Poccioni, Marco Valsania |
Casa di produzione | Medusa Film, Rodeo Drive |
Distribuzione in italiano | Medusa Distribuzione |
Fotografia | Alessandro Pesci |
Montaggio | Paolo Cottignola |
Musiche | Ivano Fossati |
Scenografia | Leonardo Scarpa |
Interpreti e personaggi | |
|
Il film si ispira a un fatto di cronaca avvenuto il 10 ottobre 1991, quando la reliquia del mento di Sant'Antonio di Padova (e non la lingua, che è conservata in un diverso reliquiario) fu trafugata dalla basilica del Santo e ritrovata due mesi dopo in circostanze misteriose vicino a Roma. Venti anni più tardi Felice Maniero, in un'intervista rilasciata al Messaggero di Sant'Antonio, affermò di essere stato il mandante del furto, che nelle sue intenzioni era mirato proprio alla lingua del Santo[1].
Veneto, primi anni del Duemila. Willy e Antonio, due amici disoccupati per vivere s'arrangiano con piccoli furti: il primo è un agente di commercio, il secondo un vecchio giocatore semiprofessionista di rugby a 15. Una notte, mentre stanno scassinando la cassa con le offerte dei credenti, all'interno della basilica del Santo a Padova, si accorgono della presenza della reliquia molto venerata di Sant'Antonio e decidono di appropriarsene per chiedere il riscatto. Un ricco commerciante della zona, assai devoto al santo, si offre come mediatore, tirando anche fuori di tasca sua il miliardo di lire richiesto dai due rapitori. Il fatto solleva un gran polverone e Willy e Antonio devono organizzare uno scambio molto pericoloso. Il primo tentativo di scambiare la reliquia con il miliardo non si concretizza per la presenza delle forze dell'ordine, mentre al secondo tentativo riescono a prendere la borsa con i soldi, ma sono subito braccati dai Carabinieri. A quel punto, fuggiti attraverso la laguna veneziana con una piccola ma veloce barca da pescatori, i due giungono a un doloroso accordo che cambierà per sempre le loro vite.
Lo sceneggiatore Marco Pettenello ha rivelato che per la realizzazione del film lui e Carlo Mazzacurati si sono ispirati a Il grande Lebowski dei fratelli Coen, apprezzando particolarmente il genere di comicità presente nelle loro opere[2].
![]() |