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La ragazza di latta è un film del 1970 diretto da Marcello Aliprandi.

La ragazza di latta
Sydne Rome come attrice protagonista bacia il gisant di Guidarello Guidarelli.
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1970
Durata98 min
Generefantascienza, satirico
RegiaMarcello Aliprandi
SoggettoFrançoise Leherissay
SceneggiaturaMarcello Aliprandi, Fernando Imbert
Produttore esecutivoMarcello Aliprandi
Casa di produzioneMinistero del Turismo e dello Spettacolo, Societa Cinematografica e Teatrale Romagnola
Distribuzione in italianoItal-Noleggio Cinematografico
FotografiaGastone De Giovanni
MontaggioRoberto Perpignani
MusicheNicola Piovani
ScenografiaFernando Imbert
CostumiFernando Imbert
TruccoSandro Melaranci
Interpreti e personaggi
  • Roberto Antonelli: Osvaldo Rossi
  • Sydne Rome: La ragazza di latta
  • Elena Persiani: Teodora, moglie di Osvaldo
  • Umberto D'Orsi: il "mago"
  • Adriano Amidei Migliano: il direttore
  • Massimo Antonelli: il signor Smack
  • Elisa Babini: una negoziante
  • Natale Bianchedi: un amico di Osvaldo
  • Maria Luisa Firentini: altra amica di Osvaldo
  • Olga Gherardi: un'amica di Teodora
  • Stefania Giari: altra amica di Teodora
  • Mario Felice Lunedei: altro amico di Osvaldo
  • Simone Mattioli: un uomo in verde
  • Filippo Severi: altro amico di Osvaldo
  • Giuliano Todeschini: altro amico di Osvaldo

È una pellicola di satira sociale[1] con elementi fantascientifici e costituisce il film d'esordio del regista. È stata anche doppiata in spagnolo col titolo La Mujer Robot. Ha vinto il Premio Italia nel 1972 (prima edizione).


Trama


In una Ravenna apparentemente fantastica, Osvaldo Rossi è il giovane funzionario di una potente ditta, la "Smack O-Mat Corporation", i cui membri si sono adeguati a ferree regole conformistiche, usando tutti l'identico abbigliamento, portando tutti basettoni "ottocenteschi", e viaggiando tutti con lo stesso lussuoso tipo di automobile, prodotta dalla ditta. Osvaldo, al contrario, tenta a tutti i costi di dimostrarsi anticonformista: si muove su pattini a rotelle, non si lascia crescere la barba e passa il tempo libero a giocare con altri pochi amici non conformisti come lui.

I rapporti con la moglie Teodora non sono dissimili: anch'ella conformista, non manca di criticarlo apertamente per il suo mancato adeguarsi ai canoni della società in cui vive. Ad un certo punto, Osvaldo conosce una giovane ed attraente donna, in cui crede di scoprire una vera personalità e che gli appare veramente diversa da tutte le altre. Continuando nella sua lotta anticonformista, Osvaldo rifiuta addirittura l'offerta di cogestione della società, avanzatagli dal capo per vincere le sue resistenze.

In realtà, la ragazza è un robot ginoide, anch'esso creato dall'onnipresente "Smack O-Mat Corporation" col deliberato obiettivo di scardinare le difese del giovane. Quando se ne accorge, Osvaldo, colto da disperato furore, tenta di distruggerla. Quindi, ormai irrimediabilmente sconfitto, accetta l'offerta di cogestire la società, sposa la ragazza e si integra nel sistema.


Produzione



Ambientazione


L'ambientazione a Ravenna dà a volte al film caratteristiche peculiari, ed alcuni aspetti della città pervadono la sceneggiatura. Ad esempio, in una scena, la ragazza di latta Sydne Rome bacia la statua del famoso condottiero Guidarello.[2]


Accoglienza



Critica


Il giudizio dei critici è stato completamente diviso, e va da giudizi estremamente positivi: un'opera prima che si distingue per originalità e nitore (Tullio Kezich), originalissimo e anticonformista (Roberto Poppi) a tremende stroncature: un prodotto terribilmente datato ed ideologicamente alquanto goffo (Enrico Lancia, Fabio Melelli), una commediola di costume (Gianni Canova).

«C’è chi è ancora disposto a dar credito alle favole? Si direbbe di no, a giudicare dall’accoglienza un po’ fredda riservata a La ragazza di latta: eppure siamo di fronte a un’opera prima che si distingue per originalità e nitore...»

«...ha collaborato al copione l’art director Fernando Imbert, al quale si deve l’elegante impaginazione figurativa del film. Siamo in una Ravenna di fantasia, una città dell’avvenire dove l’antico si mescola al moderno..»

«Pieno di furia, vestito di un’armatura, Rossi assale la ragazza di latta a colpi di spada; è l’ultima sua ribellione: dopo accetterà di diventare capitano d’industria e di sposare la sua donna-robot rabberciata alla meglio. La metafora, lieve, ha con un fondo cupo che la collega alla favolistica tedesca del genere Hoffmann: un’ascendenza preziosa che conferma la qualità del film.»

(Tullio Kezich, Il Mille film. Dieci anni al cinema 1967-1977, Edizioni Il Formichiere)

«Nel 1970 [Aliprandi] si assicura i favori della critica con La ragazza di latta, suo primo lungometraggio per il grande schermo. Il film, originalissimo e anticonformista, è un grottesco sotto forma di favola che ironizza amaramente sul consumismo»

(Roberto Poppi, I registi: dal 1930 ai giorni nostri)

«Un film... sospeso tra l'apologo e la denuncia dei mali dello stato borghese... Insomma, un prodotto terribilmente datato ed ideologicamente alquanto goffo»

(Enrico Lancia, Fabio Melelli, Le straniere del nostro cinema, Gremese editore, p. 106)

«La ragazza di latta, commediola di costume sulla piccola borghesia di provincia»

(Gianni Canova, Enciclopedia del cinema, p. 14)

«Film a metà strada fra la favola e la dissacrazione, rispecchiava il senso di alienazione che si respirava all'epoca... Film di un certo impegno, però non compiutamente risolto»

(Gianfranco Casadio, Il cinema a Ravenna: luoghi, personaggi e film dalle origini agli anni Ottanta, p. 38)

«La ragazza di latta, fantasiosa ma irrisolta favola ironica sulla società del benessere e del consumismo»

(Alfonso Canziani, Cinema di tutto il mondo, p. 5)

Riconoscimenti



Note


  1. « La satira contro il neocapitalismo diventa favola surreale in La ragazza di latta, opera prima di Marcello Aliprandi. » Cinema nuovo, Numeri 227-232, Dedalo, 1974, p. 178.
  2. Dopo 40 anni Sydne Rome rivede Guidarello [collegamento interrotto], su ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com. URL consultato il 13 marzo 2010.

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


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