Isabelle Huppert: madre superiora di Saint-Eutrope
Louise Bourgoin: suor Christine
Martina Gedeck: madre di Suzanne
Françoise Lebrun: madame de Moni
Agathe Bonitzer: suor Thérèse
Alice de Lencquesaing: suor Ursule
Gilles Cohen: padre di Suzanne
Marc Barbé: padre Castella
François Négret: sig. Manouri
Lou Castel: barone de Lasson
Pierre Nisse: marchese de Croismare
Fabrizio Rongione: padre Morante
Doppiatori italiani
Valentina Favazza: Suzanne Simonin
Franca D'Amato: madre superiora di Saint-Eutrope
Elisabetta Spinelli: suor Christine
Cristina Boraschi: madre di Suzanne
Vittoria Febbi: madame de Moni
Benedetta Ponticelli: suor Thérèse
Gea Riva: Suor Ursule
Stefano Mondini: padre di Suzanne
Pasquale Anselmo: padre Castella
Francesco Meoni: sig. Manouri
Stefano De Sando: barone de Lasson
Flavio Aquilone: marchese de Croismare
Simone D'Andrea: padre Morante
Secondo adattamento dell'omonimo romanzo di Denis Diderot dopo Suzanne Simonin, la religiosa, diretto da Jacques Rivette nel 1966, è stato presentato in concorso alla 63ª edizione del Festival di Berlino e al Chicago International Film Festival. Protagonista della pellicola è Pauline Étienne.
Trama
Francia, XVIII secolo. La sedicenne Suzanne è spinta dalla famiglia a prendere i voti contro la sua volontà. All'inizio resiste alle regole del convento e cerca di sfuggire al percorso religioso che le è stato imposto, ma presto scopre di essere figlia illegittima e di dover scontare la colpa materna. L'unico conforto è una madre superiora anziana e comprensiva che però muore improvvisamente e viene sostituita da suor Christine, una donna intransigente e crudele. Suzanne viene trasferita in un altro convento dove continua a combattere per riconquistare la sua libertà.
Produzione
Riprese
Le riprese del film sono state effettuate tra Germania e Francia. Tra le location il Monastero di Bronnbach e il Monastero di Maulbronn nel Baden-Württemberg, il Castello di Passage nel dipartimento dell'Isère, la Certosa di Pierre-Châtel a Virignin e il Castello di Fléchères a Fareins nel dipartimento dell'Ain.[1]
Distribuzione
Dopo l'anteprima del 10 febbraio 2013 al Festival di Berlino e la proiezione al Rendez-vous with French Cinema di New York del 1 marzo, il film è uscito nelle sale francesi e belghe il 20 marzo 2013.[2]
Sempre nel 2013 è stato presentato al Montreal World Film Festival (26 agosto), al Festival du Film Français d'Helvétie di Bienne (19 settembre), al Chicago International Film Festival (15 ottobre), al Festival del cinema di Stoccolma (8 novembre) e al French Cinepanorama Film Festival di Hong Kong (20 novembre).[2]
Date di uscita
Belgio (La religieuse) - 20 marzo 2013
Francia (La religieuse) - 20 marzo 2013
Italia (La religiosa) - 5 settembre 2013
Brasile (A Religiosa) - 6 settembre 2013
Germania (Die Nonne) - 31 ottobre 2013
Regno Unito (The Nun) - 1 novembre 2013
Slovacchia (Mníska) - 24 novembre 2013
Hong Kong (The Nun) - 28 novembre 2013
Repubblica Ceca (Jeptiska) - 12 dicembre 2013
Perù (La religiosa) - 19 dicembre 2013
Singapore (The Nun) - 9 gennaio 2014
Ungheria (Az apáca) - 13 marzo 2014
USA (The Nun) - gennaio 2015
Argentina (La religiosa) - 30 luglio 2015
Spagna (La religiosa) - 4 dicembre 2015
Uruguay (La religiosa) - 28 aprile 2016
Critica
Il sito Metacritic assegna al film un punteggio di 51 su 100 basato su 4 recensioni, mentre il sito Rotten Tomatoes riporta il 75% di recensioni professionali con un giudizio positivo, con un voto medio di 5,9 su 10.[3][4]
Dave Calhoun del magazine Time Out ha giudicato il film "misurato e sensibile", notando però che «manca dell'assoluto orrore claustrofobico di film come Magdalene»,[5] mentre Catherine Shoard di The Observer lo ha definito «un ritratto emozionante e onesto della solitudine della fede così come della mancanza di fede».[6]
Jordan Mintzer, che su The Hollywood Reporter ha definito il film «complessivamente affascinante, anche se non così originale», ha evidenziato la prova dell'attrice belga Pauline Étienne, «la cui rappresentazione studiata di un giovane badessa ribelle dovrebbe lanciarla verso altri ruoli da protagonista in futuro». Nel complesso Mintzer parla di un prodotto "ben confezionato" e di "contributi tecnici superbi", tra cui la fotografia di Yves Cape e i costumi di Anais Romand».[7]
Giudizi negativi sono stati espressi da Anna Maria Pasetti, che sul Fatto Quotidiano ha scritto: «Nonostante la presenza di eminenti attrici, il film soffre di didascalismo, piattezza e banalità registiche»,[8] e dal critico Boyd van Hoeij che sulla rivista Variety ha giudicato il regista «incapace di infondere al materiale alcuna tensione... usa tutti i trucchi di mise-en-scene del libro in modo molto accademico». Tra gli aspetti positivi sono stati evidenziati i costumi, le scenografie e la colonna sonora di Max Richter.[9]
La pellicola è stata giudicata positivamente dalla commissione di valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana, secondo cui «il copione restituisce i fremiti e le paure di un periodo storico lontano, senza scacciare i pur flebili punti di contatto con alcune realtà a noi contemporanee. Un approccio asciutto e ben controllato per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti».[10]
Riconoscimenti
2013 - Festival internazionale del cinema di Berlino
Nomination Orso d'oro per il miglior film
2013 - Chicago International Film Festival
Nomination Audience Choice Award a Guillaume Nicloux
2014 - Premio César
Nomination migliore promessa femminile a Pauline Étienne
2014 - Premio Lumière
Nomination migliore promessa femminile a Pauline Étienne
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