La rivincita di Natale è un film del 2004 scritto e diretto da Pupi Avati.
La rivincita di Natale | |
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Una scena del film | |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2004 |
Durata | 99 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Pupi Avati |
Soggetto | Pupi Avati |
Sceneggiatura | Pupi Avati |
Produttore | Antonio Avati |
Casa di produzione | Medusa Film, Duea Film |
Distribuzione in italiano | Medusa Distribuzione |
Fotografia | Pasquale Rachini |
Montaggio | Amedeo Salfa |
Effetti speciali | Corridori G. & A. Cinematografica |
Musiche | Riz Ortolani |
Scenografia | Simona Migliotti |
Costumi | Stefania Consaga, Maria Fassari |
Trucco | Luigi Ciminelli |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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«...Quella partita non è ancora finita...» |
(Franco Mattioli) |
Uscito al cinema il 30 gennaio 2004, è il sequel di Regalo di Natale[1], girato nel 1986 dallo stesso Avati.
Franco Mattioli, ripresosi dalla truffa di 17 anni prima, è ora un ricco imprenditore proprietario di una catena di cinema in Lombardia. Ad una festa conosce il dottor Renato Delai, oncologo, che si rivela un appassionato del gioco d'azzardo e in particolare della loro storica partita, di cui conosce quasi tutti i dettagli. Delai rivela di esserne stato messo al corrente da Lele Bagnoli, ora suo paziente malato di cancro. Franco si reca subito a Bologna per incontrare Lele, Stefano ed Ugo, cercando di persuadere quest'ultimo a ricontattare l'avvocato Santelia, così da poter organizzare la rivincita della partita di 17 anni prima; inoltre, svela a Stefano gli accadimenti successivi alla famosa partita: la bruciante sconfitta lo portò alla separazione dalla moglie, e l'ex suocero, pur di non vederlo più, gli sottoscrisse una fideiussione da 500 milioni di lire, che egli sfruttò per avviare una nuova sala cinematografica, riuscendo così a riprendersi.
Franco rintraccia Ugo e riesce a convincere il vecchio amico a partire per la Calabria in cerca dell'avvocato: Ugo riesce a rintracciarlo e, seppur a fatica, a convincerlo a prendere parte alla rivincita. Franco intanto cerca di istruire Lele, sempre più confuso ed insicuro, a fare la parte del “baro”. Nel frattempo Elisa, la giovane moglie di Delai, invaghita di Franco, lo raggiunge a Bologna dicendosi preoccupata per l'eventualità che il marito scopra il tradimento. Franco decide di affittarle una camera d'albergo, con la promessa che tornerà a riprenderla la mattina seguente.
Finalmente sono tutti e cinque al tavolo da gioco. Franco è già sotto di diverse migliaia di euro quando, dopo una telefonata del vero professor Delai, rintracciato dall'amico Pietro, ha la conferma di quanto già sospettava: il falso Delai non è altro che un finanziatore di bische clandestine e Lele ha finto la malattia per incastrarlo. Franco rivela ad Ugo quanto scoperto; questi lo invita ad andarsene e a rinunciare alla rivincita. Al contrario, Franco si ripresenta al tavolo, smaschera Lele, togliendogli il suo appoggio finanziario ed invitandolo ad andarsene. Lele chiede però ben 100 poste per giocare (un milione di euro), e costringe a quel punto lo stesso Ugo a rivelarsi estraendo dalla giacca un mazzo di assegni circolari: anche lui è d'accordo con Lele e il finanziatore. Può iniziare così la vera partita con Ugo e Lele che stavolta possono giocare pesante. Lele, anche con l'aiuto di Ugo, riesce a vincere più volte e Franco appare ormai sfiduciato e poco lucido.
Alla vigilia dell'ultima mano, quando mancano ormai solo 8 minuti alla fine delle 4 ore di gioco prefissate, Franco chiede ben 150 poste, lasciando sgomento Stefano - si tratta di un milione e mezzo - che cerca inutilmente di dissuaderlo. L'avvocato fa le carte e serve un full di jack a Ugo ed un poker di donne a Lele; lui stesso e Stefano abbandonano la mano mentre Franco cambia ben 4 carte e rilancia per un milione di euro, Stefano, per evitare che perda tutto, cerca invano di far annullare la mano per le condizioni di Franco, visibilmente alterato dalla stanchezza e dai medicinali. Ugo, Lele e Franco si giocano tutto e, rivelati i punti, Lele è ormai convinto di aver vinto senza neanche aver visto le carte di Franco, che lo lascia di stucco con 4 assi.
Si scoprirà poi che Franco era d'accordo con l'avvocato (che gli ha servito i 4 assi da un mazzetto parallelo precedentemente preparato) e con Stefano (che aveva sottolineato l'apparente stato d'alterazione di Franco solo per indurre i due ad approfittarne). Ugo e Lele se ne vanno sconfitti dopo aver perso tutto, mentre Franco, dopo aver diviso la vincita con Stefano e l'avvocato - che nel corso delle diverse mani aveva notato anche degli scambi di carte tra Ugo e Lele - spiega che in realtà fin dall'inizio aveva avuto dei sospetti, per due motivi: il falso professor Delai differiva molto da quello che si diceva in giro sul suo conto e come la ragazza, scelta per imbonirlo, fosse troppo bella e non si sarebbe mai innamorata di lui, nemmeno a vent'anni. Nonostante tutto, Franco si presenterà nell'hotel in cui la finta moglie del Delai, l'avrebbe dovuto attendere al termine della partita, sperando, forse, di ritrovarla. Ma trova la camera vuota.
Composta, arrangiata e diretta da Riz Ortolani con Stefano Bollani al pianoforte.
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