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Lasciateci in pace è un film italiano del 1953 diretto da Marino Girolami.

Lasciateci in pace
Una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1953
Durata83 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generecommedia
RegiaMarino Girolami
SoggettoFranco Monicelli
SceneggiaturaVittorio Nino Novarese, Golfiero Colonna
ProduttoreSilvio Raffaele D'Amico
Casa di produzioneEPIC-Junior
FotografiaGábor Pogány
MontaggioFranco Fraticelli
MusicheMario Nascimbene, dirette da Franco Ferrara
CostumiAdriana Berselli
TruccoFranco Freda
Interpreti e personaggi
  • Umberto Spadaro: Achille Buongiorno
  • Franca Marzi: Wanda
  • Enrico Viarisio: comandante
  • Nando Bruno: Tommassini
  • Mario Carotenuto: sindaco Italo Balboni
  • Gianni Luda: Mario Guidi
  • Alda Mangini: Teresa, moglie di Achille
  • Virgilio Riento: cavalier Barbacane
  • Vira Silenti: Giulia Buongiorno
  • Luisa Rossi: Maria Carocci
  • Dante Maggio: Matteo Cavallari
  • Enzo Maggio: Ottavio
  • Arturo Bragaglia: rabdomante

Trama


Achille Buongiorno, commesso in un negozio di alimentari, vive in famiglia un conflitto "politico": la moglie e il cognato sono di destra, la figlia è fidanzata a un medico simpatizzante di un partito di sinistra. Achille si reca a Roma per ritirare un pacco di petardi da utilizzare durante la festa patronale, e nel passare davanti ad un albergo di lusso da cui esce una importante personaggio che arriva dagli Stati Uniti, i petardi prendono fuoco. La stampa interpreta l'incidente come un gesto di contestazione contro l'imperialismo americano e Achille, ormai sotto i riflettori, comincia a ricevere proposte di candidatura alle elezioni amministrative. A seguito della promessa da parte del partito comunista di costruire un acquedotto nel paese in cui vive, Achille è convinto a mettersi in lista e viene eletto sindaco, ma nei pressi del cantiere dove sono iniziati i lavori scopre una bomba a orologeria, nascosta proprio dai suoi compagni di partito con lo scopo di attribuire l'attentato alla destra. Il sindaco riesce miracolosamente a sventare l'attentato portando la bomba fuori dall'abitato, appena prima dello scoppio che produce un cratere da cui fuoriesce un'abbondante vena d'acqua. L'evento fortuito finisce per consolidare definitivamente la sua popolarità[1].


Produzione



Controversie


Il commediografo Edoardo Anton chiese al tribunale civile di Roma la distruzione della pellicola, non ancora proiettata, e un ingente risarcimento di danni, accusando regista, soggettista e casa di produzione di plagio; Anton l'anno precedente aveva ricevuto un soggetto da Ettore Maria Margadonna e Piero Regnoli dal titolo Miracolo a Roccaforte, e depositato lo stesso alla SIAE; la casa di produzione, preso atto della somiglianza del soggetto, bloccò il progetto.[2]


Distribuzione


In televisione il film fu trasmesso da diverse emittenti private negli anni '80[3] e ritrasmesso soltanto il 23 marzo 2022 sul canale Cine34 con l'erronea dicitura "1ª assoluta".[4][5]


Critica


«Un modesto film di satira politica, in cui si cerca di prendere in giro un po' tutti i partiti, la cui principale missione sembra essere quella di scocciare il prossimo. L'argomento [...] meritava maggiore arguzia e più acuto spirito di osservazione.»

(Umberto Tani su Intermezzo del 15 luglio 1954[6])

Note


  1. Segnalazioni cinematografiche, XXXIII, Roma, Centro Cattolico Cinematografico, 1953, p. 147.
  2. Due film troppo uguali, Stampa Sera, 25 luglio 1953
  3. TIVU' - Tutti i programmi, Stampa Sera, 18 maggio 1982
  4. Lasciateci in pace - primatv, oggiintv.kaleidosstudio.com
  5. Lasciateci in pace, tv.zam.it
  6. Dizionario del cinema italiano: Dal 1945 al 1959, di Roberto Chiti, Roberto Poppi, Enrico Lancia e Mario Pecorari

Collegamenti esterni


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