Lazzaro felice è un film del 2018 scritto e diretto da Alice Rohrwacher.
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Lazzaro felice | |
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Adriano Tardiolo in una scena del film | |
Paese di produzione | Italia, Svizzera, Francia, Germania |
Anno | 2018 |
Durata | 130 min |
Rapporto | 1,66:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Alice Rohrwacher |
Sceneggiatura | Alice Rohrwacher |
Produttore | Carlo Cresto-Dina |
Casa di produzione | Tempesta, Rai Cinema, AMKA Films Productions, Ad Vitam Production, KNM, Pola Pandora Filmproduktions, RSI, Arte France Cinéma, ZDF |
Distribuzione in italiano | 01 Distribution |
Fotografia | Hélène Louvart |
Montaggio | Nelly Quettier |
Scenografia | Emita Frigato |
Costumi | Loredana Buscemi |
Interpreti e personaggi | |
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La pellicola è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2018, dove ha conquistato, ex aequo, il Prix du scénario, premio destinato alla miglior sceneggiatura.[1]
Il personaggio protagonista, Lazzaro, da cui il film prende il nome, è interpretato dall'esordiente Adriano Tardiolo. Il cast comprende, inoltre, Alba Rohrwacher, Nicoletta Braschi e Tommaso Ragno. Il titolo dalla pellicola è mutuato dal brano "Lazzari felici" di Pino Daniele.
Negli altopiani del parco naturale dell'Inviolata, una fittizia regione nell'alto Lazio, vive una famiglia allargata di contadini agli ordini della marchesa Alfonsina De Luna, una magnate delle sigarette che essendo proprietaria del terreno possiede anche il controllo dei contadini che vi abitano, i quali non vengono pagati e sono costantemente in debito con la loro padrona. Tra questi spicca Lazzaro, un ragazzo semplice di grande cuore e dotato di un'ingenua innocenza, che lavora duro senza battere ciglio ed è sempre pronto a servire gli altri (spesso infatti viene sfruttato senza nemmeno rendersene conto dagli altri contadini).
La marchesa decide di trascorrere qualche tempo nella tenuta, e si trasferisce momentaneamente con il figlio Tancredi, il contabile Nicola e la figlia di quest'ultimo, Teresa. Tancredi, infastidito dal carattere tirannico della madre e annoiato non potendo usare la rete (in tutta la tenuta non c'è campo), inizia a stringere un rapporto sempre più stretto con Lazzaro (definendolo addirittura un "mezzo fratello" e regalandogli una fionda costruita da lui stesso), arrivando a coinvolgere quest'ultimo in un finto rapimento di Tancredi, per liberare tutti i contadini dall'oppressione della madre e dandogli quello che gli spetta (un miliardo in contanti per il "riscatto"). Una finta lettera viene recapitata al villaggio ma la marchesa, abituata ai comportamenti ribelli e infantili del figlio, si accorge dell'inganno e intima sia a Nicola che alla figlia di non contattare le autorità. Dopo qualche giorno, Lazzaro si ammala probabilmente di febbre ed è costretto in casa, mentre Tancredi lo aspetta impazientemente nel proprio rifugio: l'indomani, Lazzaro corre subito a cercare il marchesino, ma inavvertitamente distratto da un rumore di pale e ancora con i postumi, scivola e cade in un dirupo perdendo la vita. Nel frattempo Teresa, sempre più preoccupata di Tancredi essendone innamorata, riesce a trovare campo e denuncia il rapimento ai Carabinieri, che arrivano in elicottero, essendo il ponte per la tenuta non più agibile dal 1977. Gli agenti sul posto sono increduli nello scoprire che la marchesa ha volutamente sfruttato i contadini per anni, facendogli credere ancora nella legalità della mezzadria e confinandoli nella tenuta per tenerli all'oscuro del progresso che avveniva in tutto il resto del mondo. Scoperta la frode, la polizia locale fa evacuare tutti i contadini dalla tenuta e li porta in caserma per il riconoscimento.
Molti anni dopo il cadavere di Lazzaro viene trovato in fondo al burrone da un lupo, che comincia ad annusarlo e che in qualche modo lo riporta in vita. Ripresosi dall'incidente, Lazzaro raggiunge la villa della marchesa, dove trova due ladri intenti a derubare le ultime ricchezze della casa: i due si fingono traslocatori e addirittura riescono ad usufruire dell'aiuto di Lazzaro, che li aiuta a caricare la roba sul camion. Su indicazione dei due, Lazzaro comincia a camminare e a intravedere i primi segni del progresso, arrivando persino a incontrare un invecchiato Nicola, impegnato a sfruttare degli immigrati con lavori estremamente sottopagati, che lo caccia in malo modo non appena lo vede. Fermatosi ad una stazione di servizio, Lazzaro incontra nuovamente i due ladri, questa volta intenti a rapinare il negozio, che stavolta decidono di portare il giovane con loro alla periferia della città. Una volta arrivati, Lazzaro ritrova Antonia (una ragazza della tenuta, ormai trentenne) e altri membri dell'Inviolata, tutti senzatetto in una cisterna e visibilmente invecchiati: non avendo trovato fortuna dopo l'abbandono della tenuta, in quanto analfabeti e inadatti al mondo moderno, si sono ridotti a fare la fame vivendo di piccole truffe. Lazzaro cerca di contribuire come può, e mentre aiuta Antonia raccogliendo alcune erbe si imbatte in Tancredi, al quale mostra la fionda che ha conservato per tutto questo tempo: Tancredi lo abbraccia caldamente e lo invita a presentargli gli altri membri dell'ex tenuta, per poi invitarli tutti a pranzo nella sua casa. Quello che Lazzaro e Antonia non sanno è che anche Tancredi è ridotto in miseria, dopo che la banca gli ha confiscato tutti i beni, in seguito allo scandalo della madre, e che vive in un fatiscente appartamento con Teresa: dopo aver preso dei dolci per non presentarsi al pranzo a mani vuote, nonostante le loro difficoltà economiche decidono di lasciarle comunque a Teresa, pur avendo quest'ultima scacciato i suoi ospiti all'ultimo momento.
Lazzaro, triste per la sorte dell'amico e ingenuamente convinto del buon cuore delle persone, entra in una banca chiedendo agli impiegati se possono ridare al marchesino tutto quello che gli hanno preso. I clienti della banca scambiano però la fionda nella tasca di Lazzaro con una pistola e si spaventano immaginando un tentativo di rapina da parte del giovane: una volta resisi conto che Lazzaro non possiede nulla di pericoloso, lo attaccano per averli presi in giro e iniziano a picchiarlo. La polizia interviene per calmare gli animi e scopre con sorpresa che Lazzaro è morto. Nello stesso momento, un lupo esce a piccoli passi dalla banca e si avvia per la strada, scomparendo tra i palazzi, come a dimostrare che gli umani riescono ad essere più cattivi di un lupo.
La prima parte del film è stata girata nelle campagne della frazione Vetriolo di Civita (Bagnoregio) e sull’altopiano dell’Alfina, nel territorio di Castel Giorgio. Le scene in città sono state girate a Milano, Torino e Civitavecchia.[2]
Il film è stato presentato a Cannes il 13 maggio 2018 ed è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 31 maggio 2018.[3]
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