Gaetano Bruno: Nicolò, il killer a pagamento giovane
Roberta Fossile: contabile
Ana Valeria Dini: lettrice
Vittorio Di Prima: Nitto Lo Riccio
Rolando Ravello: uomo con il papillon
Logo ufficiale del film
Presentato in concorso al 57º Festival di Cannes[1], il film ha raccolto molti premi ai David di Donatello 2005, ai Nastri d'argento 2005 e ai Globi d'oro; in conseguenza di questo larghissimo successo di critica è stato riproposto nelle sale italiane.
Trama
Titta Di Girolamo è un salernitano di mezz'età, che da otto anni vive oziando in un albergo di Lugano, in Svizzera. Soffre d'insonnia, è separato da dieci anni e telefona sovente ai suoi tre figli che non gli vogliono parlare. I soli contatti umani li ha con il direttore dell'albergo, per pagare regolarmente il conto, e con una coppia di anziani, un tempo benestanti e ridotti a vivere in una stanza dell'albergo che possedevano, con i quali gioca spesso e volentieri ad asso pigliatutto, l'unico gioco di carte che Titta dichiara di conoscere dalla sua infanzia. Assuntore regolare di eroina, si sottopone una volta all'anno a una costosa procedura di lavaggio sanguineo per disintossicarsi.
Nella prima parte del film si ignora l'origine del suo tenore di vita, del suo atteggiamento come di attesa, fino a quando lo si vede incassare del danaro portatogli da dei loschi personaggi. Titta era infatti un facoltoso commercialista e mediatore finanziario, con clientela in ambito mafioso, che avendo un giorno fallito un'importantissima trattativa, è stato costretto dai suoi clienti malavitosi ad insediarsi in Svizzera in una specie d'esilio per fungere, vita natural durante, da loro depositario di valuta sporca. Questa sua vita, scandita da azioni rigidamente preordinate, comincia a venir meno con l'incontro con Sofia, giovane barista dell'albergo. Tra i due sembra nascere un sentimento e un giorno Titta regala alla ragazza una costosa auto sportiva sottraendo centomila dollari da una delle valigie che deve puntualmente depositare in banca.
Il giorno dopo, Sofia ha un incidente con la vettura mentre Titta viene derubato della valigia da due affiliati che tentano di usurpare il proprio capo e che l'uomo elimina. Convocato dal boss egli dimostra la propria innocenza rifiutandosi di restituire i soldi, avendoli consegnati ai due anziani coniugi dell'hotel. Non gli resta che costringerlo a parlare ma davanti alla sua ostinazione viene immerso in un pilastro di cemento. L'ultimo pensiero di Titta va al suo migliore amico, che non vede da più di venti anni, ora operaio dell'Enel come addetto alla riparazione delle linee elettriche in montagna.
Sorrentino ha dichiarato di essersi ispirato alla struttura narrativa del film Jackie Brown di Quentin Tarantino per la sceneggiatura de Le conseguenze dell'amore.[2]
Premi e riconoscimenti
2004 - Festival di Cannes
Nomination Palma d'oro a Paolo Sorrentino
2005 - David di Donatello
Miglior film
Miglior regista a Paolo Sorrentino
Migliore sceneggiatura a Paolo Sorrentino
Miglior attore protagonista a Toni Servillo
Miglior direttore della fotografia a Luca Bigazzi
Nomination Miglior produttore a Domenico Procacci e Nicola Giuliano
Nomination Miglior attore non protagonista a Raffaele Pisu
Nomination Miglior colonna sonora a Pasquale Catalano
Nomination Miglior montaggio a Giogiò Franchini
Nomination Miglior sonoro a Daghi Rondanini e Emanuele Cecere
2005 - Globi d'oro
Miglior sceneggiatura a Paolo Sorrentino
Miglior attrice rivelazione a Olivia Magnani
Nomination Miglior attrice a Olivia Magnani
2005 - Nastri d'argento
Migliore attore protagonista a Toni Servillo
Migliore attore non protagonista a Raffaele Pisu
Miglior soggetto a Paolo Sorrentino
Miglior fotografia a Luca Bigazzi
Nomination Regista miglior film a Paolo Sorrentino
Nomination Miglior produttore a Fandango
Nomination Migliore montaggio a Giogiò Franchini
Nomination Miglior colonna sonora a Pasquale Catalano
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