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Luci d'inverno (Nattvardsgästerna) è un film diretto da Ingmar Bergman nel 1963. È il secondo della trilogia dedicata al tema del "silenzio di Dio", comprendente: Come in uno specchio, la saggezza acquisita; Luci d'inverno, la saggezza svelata; Il silenzio - il silenzio di Dio -, impronta negativa.[1]

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Luci d'inverno (disambigua).
Luci d'inverno
Una scena del film.
Titolo originaleNattvardsgästerna
Lingua originalesvedese
Paese di produzioneSvezia
Anno1963
Durata81 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generedrammatico
RegiaIngmar Bergman
SoggettoIngmar Bergman
SceneggiaturaIngmar Bergman
ProduttoreAllan Ekelund
Casa di produzioneSvensk Filmindustri
Distribuzione in italianoI.N.D.I.E.F.
FotografiaSven Nykvist
MontaggioUlla Ryghe
ScenografiaP.A. Lundgren
CostumiMago
Interpreti e personaggi
  • Ingrid Thulin: Märta Lundberg, insegnante
  • Gunnar Björnstrand: pastore Tomas Ericsson
  • Gunnel Lindblom: Karin Persson
  • Max von Sydow: Jonas Persson
  • Allan Edwall: Algot Frövik, sacrestano
  • Kolbjörn Knudsen: Knut Aronsson, guardiano
  • Olof Thunberg: Fredrik Blom, organista
  • Elsa Ebbesen: Magdalena Ledfors, vedova
  • Stefan Larsson: figlio di Persson
Doppiatori italiani
  • Rina Morelli: Märta Lundberg
  • Emilio Cigoli: pastore Tomas Ericsson
  • Rosetta Calavetta: Karin Persson
  • Cesare Barbetti: Jonas Persson
  • Roberto Gicca: Algot Frövik, sacrestano
  • Bruno Persa: Knut Aronsson, guardiano
  • Pino Locchi: Fredrik Blom, organista
  • Giulia Turi: Magdalena Ledfors, vedova

Trama


Mentre fuori è tutto bianco di neve, il pastore protestante Tomas Ericsson sta celebrando il culto, accompagnato dai corali, nella chiesa parrocchiale di Mittsunda e distribuisce, ai cinque fedeli che si avvicinano alla balaustra, la santa cena, recitando le preghiere. Al termine della funzione il collaboratore Algot chiede al pastore di potergli parlare e costui gli fissa un appuntamento più tardi.

Arrivano intanto i coniugi Persson, che hanno tre bambini e un quarto in arrivo, molto turbati. L'uomo, che soffre di mania depressiva, dice di essere ossessionato dai cinesi che possiedono la bomba atomica. I due si congedano con la promessa che l'uomo ritornerà più tardi per parlare da solo al pastore.

Si avvicina a Tomas Marta, una maestra elementare innamorata del pastore, che gli offre qualcosa di caldo, ma il pastore rifiuta. Quando la donna se ne va, egli guarda la fotografia della moglie morta quattro anni prima e che ha tanto amato e poi tira fuori dal portafoglio una lettera. La lettera è di Marta che ha preferito scrivergli perché pensa che le parole confondono e mentre il pastore la legge si vede sullo schermo il volto di Marta stessa e si ascolta la sua voce che pronuncia le parole della missiva. La lunga sequenza viene interrotta da un breve flashback dove Marta ricorda un avvenimento dell'anno prima quando gli aveva chiesto di pregare per guarire da un eczema alle mani. Sostiene che pur non credendo nel soprannaturale una sua preghiera era stata esaudita e che aveva compreso di amarlo [2] "Avevo chiesto una luce e l'avevo avuta. Ho chiesto uno scopo e l'ho avuto. Quello scopo sei tu".

Arriva intanto Jonas Persson e Tomas, nel tentativo di dissuaderlo dall'idea del suicidio gli parla della sua tragica esperienza personale, autocommiserandosi e arrivando a mettere in dubbio la propria fede in Dio. L'uomo, turbato, se ne va. Una donna entra in chiesa e avverte il pastore che Jonas si è ucciso con un colpo di fucile. Arriva Marta e Tomas le dice che non la ama e, insieme a lei, si avvia in auto verso un'altra parrocchia dove deve tenere una funzione.

Lungo il percorso si ferma presso la casa della signora Persson per avvertirla della morte del marito offrendole il suo conforto, che però viene cortesemente rifiutato. Giunto alla chiesa, prima di iniziare il culto, ascolta Algot che gli parla di alcune riflessioni fatte in seguito alla lettura del Vangelo, riguardo alla Passione di Cristo. Secondo Algot gli evangelisti danno troppa importanza alle sofferenze fisiche di Cristo, che furono brevi, trascurando le sue sofferenze interiori, causate dai suoi discepoli che lo abbandonarono, e da Dio, di cui lui sente la lontananza esprimendola con la seguente invocazione: "Dio, perché mi hai abbandonato?", dimostrando di aver sofferto per il silenzio di Dio.

Tomas quindi inizia la funzione, lodando Dio con la frase: "Santo, santo, santo, il Signore Dio degli eserciti".


Produzione


Il film venne realizzato in una piccola città della Svezia centrale, Falun poi designata per la prima mondiale del film il cui incasso si devolse a beneficio del restauro della chiesa.


Distribuzione



Titoli con cui è stato distribuito



Riconoscimenti


Il film vinse il primo premio all'"VIII Settimana Internazionale del film religioso" a Vienna e, ex aequo con Il buio oltre la siepe di Robert Mulligan, vinse nel 1963 il Gran Premio OCIC (Office Catholique International du Cinèma, organizzazione cattolica che si occupa di cinema) con la seguente motivazione: "Illustra in modo straziante il tormento che costituisce per ogni anima profonda il "silenzio" di Dio".[3]


Critica


«Dei tre, è il migliore per compattezza di narrazione, rigore di meditazione. Nel primo infatti il numero e la complessità dei personaggi impedivano che i temi affiorassero con la nettezza di questo film e nel Silenzio il simbolismo apparirà a molti eccessivo e talvolta fumoso. I dubbi che Bergman propone, sulla fede e sull'uomo nei suoi rapporti con Dio e con il suo simile, sono dati in scene di un'intensità ed essenzialità rare, lunghi primi piani in cui il personaggio dice ed esprime la sua angoscia, senza mai giungere a comunicare veramente coi suoi simili, e tuttavia senza rinunciare alla propria ricerca.»

(Georges Sadoul[4])

«Il pastore non cessa mai, in fondo, di credere: il dubbio che lo dilania riguarda se stesso, non la religione.»

(Alberto Moravia[5])

Note


  1. Ingmar Bergman, sta in Georges Sadoul, Il cinema Vol. 2° - I film A - M", Sansoni Enciclopedie Pratiche, Firenze 1968
  2. Ingmar Bergman, Luci d'inverno, 1963
  3. Sergio Trasatti, Ingmar Bergman, Il Castoro Cinema n.156, Il Castoro, 2011, p. 68, ISBN 978-88-8033-592-4.
  4. Il cinema" Vol. 2° - I film A - M", Sansoni Enciclopedie Pratiche, Firenze 1968, 1981. Titolo originale: Dictionnaire des Films (c) 1965, 1978 by Éditions du Seuil, Paris
  5. Ingmar Bergman di Sergio Trasatti, L'Unità / Il Castoro, Milano, 1995

Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Licht im Winter

Licht im Winter (Original: Nattvardsgästerna) ist ein in Schwarzweiß gedrehtes schwedisches Filmdrama von Ingmar Bergman aus dem Jahr 1962.

[en] Winter Light

Winter Light (Swedish: Nattvardsgästerna, lit. 'The Communicants') is a 1963 Swedish drama film written and directed by Ingmar Bergman and starring his regulars, Gunnar Björnstrand, Ingrid Thulin and Max von Sydow. It follows Tomas Ericsson (Björnstrand), pastor of a small rural Swedish church, as he deals with an existential crisis and his Christianity.

[es] Los comulgantes

Los comulgantes (titulada en Argentina Luz de invierno, The Communicants o Winter Light en su versión internacional o Nattvardsgästerna en su idioma original)[1] es una película sueca de 1963[2] de género dramático escrita y dirigida por Ingmar Bergman.[3]
- [it] Luci d'inverno

[ru] Причастие (фильм)

«Причастие» (швед. Nattvardsgästerna) — художественный фильм режиссёра Ингмара Бергмана. Второй из так называемой «трилогии веры» Бергмана, включающей ещё ленты «Сквозь тусклое стекло» и «Молчание».



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