Lui (Él), forse più noto in Italia col titolo originale Él, è uno dei film del periodo messicano di Luis Buñuel e, come altre sue opere, è incentrato sulla storia di un'ossessione in cui sesso e religione appaiono strettamente connessi. La sceneggiatura è tratta dall'omonimo romanzo (1926) di Mercedes Pinto.
Lui | |
---|---|
![]() | |
Titolo originale | Él |
Lingua originale | spagnolo |
Paese di produzione | Messico |
Anno | 1953 |
Durata | 100 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Luis Buñuel |
Soggetto | Mercedes Pinto (omonimo romanzo) |
Sceneggiatura | Luis Buñuel, Luis Alcoriza |
Produttore | Óscar Dancigers |
Casa di produzione | Producciones Tepeyac |
Fotografia | Gabriel Figueroa |
Montaggio | Carlos Savage |
Musiche | Luis Hernandez Breton |
Scenografia | Edward Fitzgerald |
Trucco | Armando Meyer |
Interpreti e personaggi | |
| |
Doppiatori italiani | |
|
Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1953.[1]
Durante la cerimonia della lavanda dei piedi in occasione del giovedì santo, Francisco Galvan de Montemayor, un ricco possidente quarantenne molto devoto, resta affascinato dalla visione dei piedi di una sconosciuta. Una volta rintracciata la giovane donna, scopre che è fidanzata con un suo amico, Raoul. Oggetto di una corte appassionata, in breve tempo Gloria tronca la sua relazione con Raoul per sposare Francisco che, durante la prima notte di nozze, le confessa di essersi finora mantenuto casto. Sin dai primi tempi del matrimonio, Francisco, angustiato anche dall'andamento poco favorevole di una causa legale che lo vede implicato nella rivendicazione di una grossa eredità, dimostra una gelosia morbosa nei confronti della moglie, con chiari sintomi paranoici, tanto da spingere Gloria a confidare a Raoul le sue preoccupazioni, sperando di essere creduta. Nell'ambiente alto-borghese frequentato dalla coppia, infatti nessuno vuol crederle, neppure il suo confessore o la madre, dato il comportamento ineccepibile mantenuto da Francisco in pubblico. Sempre più preda della propria gelosia morbosa, Francisco tenta più volte di uccidere la moglie poi, entrato in chiesa durante una messa, in un accesso di follia crede che tutti lo prendano in giro, compreso il prete, e si avventa contro quest'ultimo per strangolarlo.
Passano alcuni anni. Gloria, Raoul e un bambino decenne, che presentano come loro figlio, si recano a chiedere notizie di Francisco nel monastero in cui ormai vive confinato. Viene loro assicurato che adesso l'uomo è sereno ed in pace con se stesso, però l'ultima scena ce lo mostra mentre si allontana camminando a zig-zag, come avveniva nel pieno delle crisi ossessive. È davvero guarito?
Él presenta punti di contatto con precedenti film di Buñuel, con particolare riferimento a L'âge d'or: due elementi comuni su tutti, il ricevimento mondano alto-borghese e il tentativo di conclusione di un corteggiamento.
Francisco è un uomo affetto da gravi patologie come feticismo, manie di persecuzione e gelosia sfrenata, tuttavia è considerato un'ottima persona dal suo microcosmo. In realtà gli atteggiamenti "estremizzati" del protagonista, che includono anche un certo maschilismo e frequenti sbalzi d'umore, evidenziano le ipocrisie insite nei valori della società borghese occidentale, di cui Francisco è considerato un membro esemplare. Tale considerazione viene rafforzata dalla mancanza di personaggi antagonisti nei valori in cui crede Francisco.
Él è un ottimo esempio per dimostrare la cura del regista nella costruzione di un impianto drammaturgico curato e rigoroso, attraverso la manipolazione ingegnosa del tempo. Il film sembra apparentemente ubbidire alle convenzioni del cinema classico (sono presenti inquadrature di breve durata, ellissi e dissolvenze), tuttavia alcune soluzioni cinematografiche originali (il lunghissimo flashback, scarti temporali e narrativi evidenti) rompono l'apparente coerenza narrativa di Él.
Il film appartiene al genere drammatico, tuttavia significative sono le aperture al "genere" documentario, specialmente per il rigore impiegato da Buñuel nel costruire il quadro clinico di Francisco.
Él dimostra come il regista, pur obbedendo apparentemente alle convenzioni e ai gusti del cinema messicano, continua con coerenza a perseguire il suo obiettivo, che ha influenzato tutta la sua carriera cinematografica: mettere in discussione le coordinate mentali tradizionali dello spettatore.
Controllo di autorità | LCCN (EN) no98133306 |
---|
![]() |