Malèna è un film di coproduzione italoamericana[1] del 2000, scritto e diretto da Giuseppe Tornatore.
Malèna | |
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Paese di produzione | Italia, Stati Uniti d'America |
Anno | 2000 |
Durata | 109 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | drammatico, sentimentale, erotico, grottesco |
Regia | Giuseppe Tornatore |
Soggetto | Luciano Vincenzoni |
Sceneggiatura | Giuseppe Tornatore |
Casa di produzione | Medusa Film, Miramax Films, Pacific Pictures, TELE+ |
Distribuzione in italiano | Medusa Film |
Fotografia | Lajos Koltai |
Montaggio | Massimo Quaglia |
Effetti speciali | David Bush |
Musiche | Ennio Morricone |
Scenografia | Francesco Frigeri |
Costumi | Maurizio Millenotti |
Interpreti e personaggi | |
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Si tratta della pellicola che ha consacrato la notorietà internazionale come attrice di Monica Bellucci, fino a quel momento conosciuta principalmente come modella.
A Castelcutò, immaginario paese della Sicilia, durante la seconda guerra mondiale, il dodicenne Renato Amoroso, così come tutti i coetanei suoi amici e concittadini, è attratto dalla bellissima ed elegante Maddalena Bonsignore Scordía, chiamata da tutti Malèna, figlia di un professore della scuola frequentata dallo stesso Renato, la quale vive da sola in quanto suo marito Antonino, detto Nino, è partito per il fronte. La bellezza della donna, tuttavia, le causa numerosi problemi, poiché l'ha resa sogno erotico per ogni uomo ed oggetto dell'invidia e dell'odio di ogni donna del posto, al punto che, dovunque si trovi a passare, tutti la fissano e le parlano dietro le spalle. L'attrazione di Renato, che vede Malèna per la prima volta nello stesso giorno in cui Benito Mussolini annuncia l'ingresso in guerra dell'Italia, si trasforma ben presto in un sincero innamoramento e la donna diventa un'ossessione per lui; non potendo pensare di dichiararsi a causa della giovanissima età, incomincia ad immaginarla in tutte le sue fantasie erotiche, a spiarla e a seguirla, arrivando persino a rubarle un capo di biancheria intima, motivo per cui viene duramente punito dai genitori.
Un giorno arriva la terribile notizia della morte sui campi di battaglia in Africa del marito di Malèna: vedova e dopo aver perso anche l'affetto del padre, che visitava quotidianamente (il quale, arrabbiato per i pettegolezzi che la circondano, interrompe i rapporti con lei ed abbandona il lavoro di insegnante), la giovane resta indifesa davanti alle voci diffamanti, che arrivano a sostenere che si sarebbe concessa a numerosi uomini, fra cui il tenente Cadei, giovane e affascinante aviatore scapolo, con il quale aveva in effetti incominciato una timida relazione. Malèna viene trascinata in tribunale dall'anziana moglie di un dentista con l'accusa di adulterio e vince la causa, ma viene poi stuprata dal suo avvocato, da sempre attratto da lei, mentre il tenente Cadei viene trasferito all'estero dopo aver dichiarato che la relazione con la donna non era stata altro che una semplice avventura.
Ormai senza denaro, amici e famiglia (il padre muore in seguito a un bombardamento degli Alleati), Malèna si rende conto di avere un'unica arma per sopravvivere: la sua bellezza. La giovane cambia quindi aspetto, tagliandosi i capelli corvini e tingendoseli di un colore fulvo, e il suo atteggiamento si fa improvvisamente provocante verso gli uomini: ha deciso, pur sapendo di umiliarsi, di prostituirsi, all'unico scopo di procurarsi denaro e cibo. Renato non si dà pace, perché vorrebbe aiutarla ma non può, quindi continua ad osservarla di nascosto ed a cercare di farsi notare da lei, inutilmente. Vedendola concedersi a tutti i personaggi più in vista della zona, Renato rimane sconvolto al punto tale da svenire; la madre lo porta da un sacerdote che lo crede vittima di una possessione diabolica e tenta invano un esorcismo per farlo tornare in sé. Sarà invece il padre a sbloccarlo portandolo in una casa di tolleranza, dove Renato farà l'amore con una prostituta che immagina essere Malèna.
Nel frattempo le sorti della guerra precipitano e i tedeschi invadono Castelcutò; per qualche mese Malèna si ingrazierà le truppe naziste concedendosi ai soldati insieme a Gina, un'altra avvenente donna del paese che in precedenza era stata l'amante del signorotto locale, ma quando nel 1943 i tedeschi si ritirano e arrivano gli americani, le donne del paese accusano la protagonista di collaborazionismo e la linciano pubblicamente, picchiandola e tagliandole i capelli. Ferita nel corpo e nell'anima, Malèna decide di scappare e si trasferisce a Messina.
A sorpresa un giorno a Castelcutò torna Nino Scordía, che in realtà non era morto ma era stato fatto prigioniero di guerra, perdendo un braccio e contraendo una malattia in India che lo aveva ridotto in fin di vita. L'uomo si reca subito alla vecchia casa in cui abitava con la moglie, ma la trova occupata da numerosi sfollati; chiede quindi aiuto al comando americano per cercare Malèna, ma nessuno sa dove si trovi. Nino viene deriso dagli ex fascisti che un tempo avevano desiderato sua moglie e l'avevano insidiata mentre lui era stato dato per morto. Renato, rattristato, gli fa avere una breve lettera in cui gli comunica di essere l'unico a sapere la verità su Malèna, lo rassicura sul fatto che la donna abbia amato sempre e solo lui e che la situazione era precipitata a causa del fatto che lui era stato dato per morto e lo informa di averla vista partire per Messina. Nino decide quindi di raggiungerla.
Un anno dopo i coniugi Scordía tornano a Castelcutò e, a testa alta, insieme, attraversano la grande piazza cittadina che un tempo Malèna era solita percorrere sola sotto lo sguardo dei paesani. Questa volta la gente li accoglie con calore, anche se le donne, le stesse che avevano linciato barbaramente Malèna, la trattano ora con gentilezza solo perché, essendo di nuovo con il marito, non rappresenta più una "minaccia" ai loro occhi; la donna, pur sempre molto bella, appare "ingrassata" e vestita in modo anonimo. Malèna si reca al mercato del paese e, mentre rientra verso casa, le cadono alcuni frutti dalla borsa della spesa, che Renato raccoglie e le consegna, augurandole buona fortuna: è l'unico momento in tutto il film in cui Renato e Malèna hanno una minima interazione.
Il film si conclude con un nostalgico pensiero di un Renato ormai vecchio e rassegnato alla banalità della sua vita, il quale ammette di aver conosciuto molte donne che lo hanno pregato di ricordarsi di loro e di averle, alla fine, dimenticate tutte; l'unica donna che non riesce a dimenticare è proprio lei, Malèna.
Il film è stato girato nel 1999 tra Noto, Siracusa, Catania, Realmonte (Scala dei Turchi), Poggioreale (ruderi) ed El Jadida.[2] Giuseppe Tornatore dedicò questo film a suo padre, la cui dedica appare all'inizio del film.
Con un budget di 20 milioni di dollari, il film ha incassato a livello globale 14,4 milioni di dollari, non riuscendo a coprire le spese di produzione.
Il film è uscito nelle sale italiane il 27 ottobre 2000.
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