Martyrs è un film del 2008 diretto da Pascal Laugier.
Martyrs | |
---|---|
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia, Canada |
Anno | 2008 |
Durata | 95 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | orrore, drammatico |
Regia | Pascal Laugier |
Soggetto | Pascal Laugier |
Sceneggiatura | Pascal Laugier |
Produttore | Richard Grandpierre |
Casa di produzione | Canal Horizons, Canal+, CinéCinéma, Eskwad, TCB Film, Wild Bunch |
Distribuzione in italiano | Videa |
Fotografia | Stéphane Martin, Nathalie Moliavko-Visotzky, Bruno Philip |
Montaggio | Sébastien Prangère |
Effetti speciali | Carmelle Beaudoin, Jacques Godbout |
Musiche | Seppuku Paradigm |
Trucco | Benoît Lestang |
Interpreti e personaggi | |
| |
Doppiatori italiani | |
|
Insieme ad Alta tensione, Frontiers - Ai confini dell'inferno, À l'intérieur e a Calvaire ha contribuito a riportare in auge l'horror francese.[1]
È stato presentato in anteprima al 61º Festival di Cannes, mentre in Italia è stato proiettato al Festival Internazionale del Film di Roma.[1]
Lucie, una bambina scomparsa da un anno, viene ritrovata mentre corre ferita e sconvolta lungo una strada. In ospedale i medici scoprono che è stata rinchiusa e torturata fisicamente e psicologicamente, ma non c'è segno di violenza sessuale. La sparizione rimane un mistero. Un'altra bambina che si trova ospite dell'istituto in cui la protagonista è stata collocata, Anna, che è diventata nel frattempo amica di Lucie, viene interrogata dalla polizia per tentare di far luce sul rapimento di quest'ultima, ma Anna afferma che Lucie non racconta ciò che ha passato e spera che i suoi aguzzini vengano catturati. Intanto Lucie è tormentata dalle visioni di una donna mostruosa, che continua ad aggredirla.
Quindici anni dopo, Lucie ormai adulta irrompe in una casa e uccide a colpi di fucile una famiglia (padre, madre e due figli), dopodiché chiama al telefono Anna e le dice che ha finalmente ritrovato le persone che la torturarono anni prima. Anna si reca sul posto e tenta di occultare i cadaveri, ma scopre che la donna (la madre della famiglia sterminata) è ancora viva e tenta allora di salvarla. Lucie se ne accorge e uccide anche lei a martellate.
A questo punto un flashback mostra il momento in cui Lucie, quindici anni prima, scappò dall'edificio in cui era tenuta prigioniera: allora ebbe la possibilità di salvare un'altra ragazza vittima come lei di torture, ma non lo fece, per non rischiare di essere scoperta e uccisa. La ragazza è morta e la creatura che tormenta Lucie non è altro che la manifestazione del suo senso di colpa per non aver aiutato a fuggire la donna che la implorava. Dopo questo flashback Lucie viene "assalita" nuovamente dalla creatura con le sembianze della donna morta. Lucie inizia a tagliarsi le vene delle braccia con un coltello, quindi colpisce ripetutamente il muro con la testa. Infine, resasi conto che non potrà mai liberarsi dal suo incubo, corre fuori e decide di uccidersi, tagliandosi la gola sotto gli occhi di Anna.
Sconvolta dall'accaduto, dopo aver telefonato a sua madre, Anna scopre un passaggio segreto che conduce ai sotterranei della casa e lì trova una ragazza ferita, nuda e incatenata, con una sorta di maschera di ferro a coprirle gli occhi. Anna tenta di aiutare la ragazza e le toglie la maschera dal volto che era stata assicurata con chiodi conficcati nel cranio. Una volta lasciata sola, la giovane ridotta alla follia dalle sevizie e dalla prigionia si procura tagli sulle braccia con un coltello, ma viene abbattuta a colpi di fucile da una donna, che nel frattempo ha fatto irruzione nella casa insieme a un gruppo di uomini.
Anna viene ammanettata a una sedia e si trova davanti un'anziana signora, che viene chiamata Mademoiselle, che le mostra alcune fotografie raffiguranti uomini e donne torturate, agonizzanti e mutilate, ma ancora vive.
La signora spiega ad Anna che l'obiettivo dell'organizzazione che presiede è torturare persone, in particolare giovani donne, in maniera metodica e fredda per indurle in stato di estasi (come i martiri di cristiana memoria) e quindi scoprire cosa c'è dopo la morte. La signora infatti è convinta che le persone si suddividano in "vittime" e in "martiri". Le prime reagiscono alla sofferenza inflitta loro con la follia e le allucinazioni, proprio come Lucie. Coloro che vengono definiti "martiri", invece, resistono all'estrema sofferenza e alla privazione di tutto abbandonandosi, "accettando" le torture, fino alla trasfigurazione ed al raggiungimento di uno stato intermedio tra la vita e l'aldilà. Costoro "trascendono" ed entrano in uno stato di 'estasi da martirio'. Mademoiselle pensa che in questo stato un martire riesca a dare ai vivi testimonianze certe sull'aldilà.
Anna viene incatenata ad una sedia all'interno di una stanza buia e lentamente torturata per giorni, fisicamente e psicologicamente, fino ad essere completamente scuoiata (eccetto la pelle del viso). Nonostante ciò rimane ancora in vita ed a quel punto Mademoiselle viene convocata per interrogarla ed ottenere risposta a quello che cerca. Tuttavia non si scoprirà mai cosa Anna le abbia realmente detto, poiché la donna, arrivato il momento di condividere il messaggio agli altri membri della setta, si toglie la vita con un colpo di pistola.
Pascal Laugier, il regista del film, ha dichiarato di aver voluto realizzare questo film come reazione a un periodo triste della sua vita e di aver voluto creare un film sulla sofferenza e sul suo pessimismo nei confronti del mondo, non scioccare o disgustare gli spettatori.[2]
La produzione ha avuto inizialmente varie difficoltà nel reperire i fondi, così come nel trovare tecnici e attori disposti a realizzarlo.[2] Il produttore Richard Grandpierre aveva inoltre inizialmente respinto la sceneggiatura, considerandolo un film ai limiti della sopportabilità, per poi decidere invece di produrlo comunque certo dello scandalo che avrebbe suscitato.[3] Il film è stato infine prodotto con un budget ridotto a 2 milioni di euro e girato in Canada.[2]
Inizialmente il film, in Francia, è stato vietato ai minori di 18 anni, cosa che non avveniva da venti anni.[4] In seguito al ricorso dei produttori della pellicola e alle proteste da parte del cast del film, supportati da alcuni registi e attori, contro la censura, il divieto è stato abbassato ai minori di 16 anni.[5]
In Italia il film è stato distribuito da Videa CDE a partire dal 12 giugno 2009, con divieto ai minori di 18 anni.[6]
«Il francese Pascal Laugier girerà il prossimo Hellraiser e questo spiega molte cose. Qui non esita a mostrare corpi incatenati, corpi consumati, corpi piagati, corpi mutilati, corpi morti ammazzati, corpi quasi decomposti, corpi martoriati, corpi abbrustoliti... Se ne compiace, è vero. E, complici le more protagoniste occhiute, rischia più volte di sbandare nel fatiscente horror d'oriente. Ma riesce a mantenere un accattivante tono solenne e un rigoroso occhio da Argento Vivo che sottraggono la trama al rigor mortis, la resuscitano, la spingono alla Visione. Per essere un horror (da noi) estivo, non è poco.» |
(Alessio Guzzano, City, 12 giugno 2009[6]) |
«Tutto si può dire, di Martyrs, tranne che sia superficiale e fine all'effetto shock per "épater les bourgeois". Di certo non è un film per tutti, ma per quelli in grado di apprezzarlo può essere davvero un'esperienza indimenticabile.» |
(Daniela Catelli, Comingsoon.it[2]) |
«Martyrs è solo un horror congegnato per irritare gratuitamente, per nulla rivoluzionario e affatto in linea con la perversione degenerata e di dubbio gusto del thriller contemporaneo. [...] Martyrs è invece una carneficina, compiaciuta della propria perversione in un ormai patologico, per il genere horror, eccesso del mostrare [...]. Perso nei suoi stessi ingranaggi, non racconta e non si fa tramite di un mondo in decadimento attraverso le regole di genere [...], né, d'altra parte, riflette sul suo stesso punto di vista cinematografico, argomento su cui la scuola di horror d'oltralpe riesce bene persino nei casi di macelleria più espliciti.» |
(MYmovies.it[3]) |
«Martyrs è il più sconvolgente horror del decennio. Colpisce durissimo anche gli stomaci più forti, e lo fa in modo particolarmente subdolo perché è sapiente da un punto di vista cinematografico, rifugge la meccanicità artificiale e "disinnescante" di Saw o l’ironia politica di Hostel. È solo "martirio", come recita il titolo: una specie di condizione ontologica, inevitabile e senza catarsi alcuna. Peccato che la problematicità di fondo si percepisca nettamente, ma manchino tutti gli strumenti morali per giustificarla.» |
(FilmTv.it[7]) |
![]() | Lo stesso argomento in dettaglio: Martyrs (film 2015). |
Nel 2015 è stato realizzato un remake di produzione statunitense, diretto da Kevin Goetz e Michael Goetz su una sceneggiatura di Mark L. Smith. Del cast fanno parte Bailey Noble, Troian Bellisario e Kate Burton. Il film si discosta dalla trama originale e ha ricevuto critiche negative.
Altri progetti
![]() |