Il film è liberamente ispirato al romanzo Vi perdono di Angela Del Fabbro (pseudonimo di Mauro Covacich), successivamente ripubblicato con il titolo A nome tuo.[1] È stato poi presentato al Festival di Cannes 2013 nella sezione Un Certain Regard.[2]
«Nessuno vuole morire veramente. Nessuno di quelli che ho visto in questi tre anni si voleva ammazzare.»
(Irene/Miele)
Trama
Il film racconta la storia di Irene, che viene chiamata Miele in codice, una trentenne che aiuta segretamente i malati terminali con l'eutanasia offrendo loro sempre la scelta di poter interrompere il processo.
Irene, dietro una personalità di facciata in cui è studentessa di medicina a Padova, in realtà viaggia molto per questa sua attività segreta e non ha nessuna relazione stabile e duratura a parte quella con il suo amico Rocco, che è anche quello che le fornisce i contatti, ma che difatti è solo una relazione che lei vuole tenere limitata al rapporto fisico perché non trova in tutte queste relazioni niente di veramente profondo in cui poter essere quella che veramente è.
Tra le varie persone che la contattano, Irene arriva all'incontro con l'ingegner Grimaldi che, malato di depressione, decide di morire, ma Irene si rifiuta perché non si considera un sicario[3]. Tra i due nasce un'amicizia strana in cui Irene inizia a indagare le reali motivazioni della scelta dell'ingegnere ma trova in lui anche l'unica persona a cui raccontare la vera Irene e non il suo alias Miele.
La svolta si ha quando Irene corre a casa dell'ingegnere temendo che si sia suicidato senza il suo aiuto e qui il Grimaldi inizia a sua volta a raccontarsi ad Irene.
Irene così inizia a scendere più a fondo nei temi etici e a non rimanere fredda e distaccata su quello che fa superando la superficialità della sua gioventù.
Accoglienza
Critica italiana
In generale è stato elogiato il modo in cui Valeria Golino ha affrontato il tema dell'eutanasia. «Un film attuale, quasi di cronaca, che evita con intelligenza ogni presa di posizione di parte, religiosa o di convenienza politica» scrive Natalia Aspesi su la Repubblica, ritenendo positive le prestazioni degli attori.[4] Il tema è trattato in modo «molto più semplice e insieme molto più complicato, disturbante»; scrive Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera, ponendo «allo spettatore una domanda […] semplice e diretta nella sua crudezza: come si guarda in faccia la morte?»[5]
«Convince davvero, senza se e senza ma» la performance di Jasmine Trinca afferma su La Stampa Alessandra Levantesi Kezich, apprezzando il coraggio di Valeria Golino di costringere «lo spettatore ad aprire gli occhi» sul tabù della morte.[6]
Valerio Caprara su Il Mattino critica invece dei difetti del film, come quello di «sovradimensionare l'interesse del ritratto femminile, sacrificando di conseguenza la vividezza e la dialettica drammaturgiche in nome e per conto di annotazioni psicologistiche alquanto sbrigative e autoreferenziali».[7] Mariarosa Mancuso su Il Foglio critica la sceneggiatura che non dà motivazioni al comportamento di Irene e la recitazione di Carlo Cecchi che «in ogni gesto si porta dietro il peso di tutto il Samuel Beckett che ha recitato». Apprezza tuttavia il film di debutto di Valeria Golino «girato in maniera professionale».[8]
Critica estera
Il film è stato accolto positivamente dalla stampa estera. Debora Young scrive su The Hollywood Reporter che «non si può negare il fascino morboso di guardar[e] in azione» Miele ed apprezza anche il lavoro di Carlo Cecchi che «non affonda nel prevedibile ma sorprende sempre» nel rapporto che il suo personaggio instaura con la protagonista.[9]
Sul The New York Times, Stephen Holden definisce il film il «debutto impressionante» alla regia di Valeria Golino.[10] Sheri Linden su Los Angeles Times definisce Miele «una figura affascinante e complessa» che Jasmine Trinca interpreta in maniera «completamente convincente».[11]
Il film è piaciuto anche all'attore Sean Penn che ha poi voluto Jasmine Trinca nel film The Gunman.
Incassi
Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 1º maggio 2013, a cura di BiM Distribuzione. Nel primo weekend di programmazione ha guadagnato 145000€. L'incasso totale è di 642000€.[12]
Giudizi
L'Internet Movie Database ha assegnato al film un punteggio di 6,7/10 ().[13]
Il sito americano Metacritic ha assegnato alla pellicola un punteggio di 7,5 su 10 ().[14]
Sul sito Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un voto di 7,7 su 10 ().[15]
Riconoscimenti
2014 - David di Donatello
Nomination Miglior regista esordiente a Valeria Golino
Nomination Migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca
Nomination Migliore attore protagonista a Carlo Cecchi
Nomination Migliore sceneggiatura a Francesca Marciano, Valia Santella e Valeria Golino
Nomination Miglior produttore a Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri
Nomination Migliore fotografia a Gergely Poharnok
Nomination Migliore montaggio a Giogiò Franchini
2013 - Nastro d'argento
Miglior regista esordiente a Valeria Golino
Migliore attrice protagonista a Jasmine Trinca
Migliore sonoro in presa diretta a Emanuele Cecere
Nomination Migliore produttore a Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri
Nomination Migliore attore non protagonista a Carlo Cecchi
Nomination Migliore montaggio a Giogiò Franchini
2013 - European Film Awards
Nomination Miglior rivelazione a Valeria Golino
2013 - Globo d'oro
Miglior opera prima a Valeria Golino
Migliore attrice a Jasmine Trinca
2013 - Festival di Cannes
Menzione speciale della Giuria Ecumenica a Valeria Golino
Nomination Premio Un Certain Regard a Valeria Golino
Nomination Macchina fotografica d'oro a Valeria Golino
2013 - Chicago International Film Festival
Nomination Concorso dei registi esordienti a Valeria Golino
Alessandra Levantesi Kezich - Miele, su trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
Miele, su valeriocaprara.com, 30 aprile 2013. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2015).
MIELE, su ilfoglio.it, 3 maggio 2013. URL consultato il 19 settembre 2014.
(EN) Miele: Film Review, su hollywoodreporter.com, 2 maggio 2014. URL consultato il 19 settembre 2014.
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