Frutto dell'intreccio culturale e umano nato intorno all'esperienza dei Teatri Uniti di Napoli, la pellicola offre una rappresentazione di una Napoli crepuscolare (grazie anche al direttore della fotografia Luca Bigazzi), ripercorrendo la vicenda biografica del matematico napoletano Renato Caccioppoli.
Trama
Il professore napoletano Renato Caccioppoli, docente universitario di matematica pura, è un uomo disilluso e tormentato, ormai schiavo dell'alcool. Nipote di Bakunin per parte di madre e reduce dall'ospedale psichiatrico, abbandonato dalla moglie, e divenuto estraneo ai suoi stessi compagni di partito del PCI e ai suoi collaboratori all'ateneo, vive la sua vita con disincantato distacco fino al suo ultimo atto, il suicidio.
Curiosità
Nel ruolo di Maria Bakunin, figlia di Michail Bakunin e zia di Renato Caccioppoli, il regista volle Vera Lombardi, allora ottantanovenne, quale omaggio al suo lungo impegno politico al fianco dei movimenti proletari.
In una delle scene funebri si sente una voce fuori campo (probabilmente di Gerardo Marotta) che recita un passo del libro biografico Renato Cacioppoli dello storico Giovanni Pugliese Carratelli, scritto in occasione della commemorazione dei trent'anni dalla scomparsa del matematico.[1]
Riconoscimenti
1993 - David di Donatello
Miglior regista esordiente a Mario Martone
David speciale a Carlo Cecchi
Nomination Migliore attore protagonista a Carlo Cecchi
Nomination Migliore fotografia a Luca Bigazzi
Nomination Migliore scenografia a Giancarlo Muselli
Nomination Migliore montaggio a Jacopo Quadri
1993 - Nastro d'argento
Miglior regista esordiente a Mario Martone
Nomination Migliore attore protagonista a Carlo Cecchi
Nomination Migliore sceneggiatura a Mario Martone e Fabrizia Ramondino
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