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Mosca non crede alle lacrime (Москва слезам не верит) è un film del 1979, diretto da Vladimir Men'šov. È un film sovietico di genere drammatico che ha vinto l'Oscar al miglior film straniero nel 1981.

Mosca non crede alle lacrime
Vera Alentova
Titolo originaleМосква слезам не верит
Moskva slezam ne verit
Paese di produzioneUnione Sovietica
Anno1979
Durata140 min
Generedrammatico
RegiaVladimir Men'šov
SoggettoValentin Černych
SceneggiaturaValentin Černych
FotografiaIgor Slabnevič
MontaggioElena Michajlova
MusicheSergej Nikitin
ScenografiaSaid Menjal'ščikov
CostumiŻanna Melkonjan
Interpreti e personaggi
  • Vera Alentova: Katja
  • Irina Murav'ëva: Ljudmila
  • Raisa Rjazanova: Tonja
  • Aleksej Batalov: Goša
  • Aleksandr Fatjušin: Sergej Gurin
  • Boris Smorčkov: Kolja
  • Jurij Vasil'ev: Rodion Račkov, padre di Aleksandra
  • Natal'ja Vavilova: Aleksandra
  • Viktor Ural'skij: padre di Kolja
  • Valentina Ušakova: madre di Kolja
  • Oleg Tabakov: Volodja
Doppiatori italiani
  • Vittoria Febbi: Katja
  • Serena Verdirosi: Ljudmila
  • Flaminia Jandolo: Tonia
  • Pino Locchi: Goša
  • Paolo Poiret: Sergej Gurin
  • Manlio De Angelis: Kolja
  • Romano Ghini: Rodion Račkov
  • Silvia Tognoloni: Aleksandra

Trama


A Mosca, nel 1958, un obščežitie (uno studentato) ospita tre amiche molto diverse fra loro: Katja, intelligente, seria, con tanta fiducia nel futuro; Ljudmila, ambiziosa e frivola, perennemente alla ricerca di un marito; Tonja, ragazzona di campagna, fidanzata da sempre con un onesto lavoratore.

Mosca negli anni sessanta è come Parigi: città delle opportunità, con vita movimentata, star del cinema e vestiti alla moda. Katja è coinvolta nei piani di Ljudmila per accaparrarsi un buon partito e insieme approfittano dell'appartamento degli zii di Katja (sito proprio sopra la Biblioteca centrale), che lo affidano in custodia alla nipote durante le loro vacanze. Le ragazze, fingendo di avere un'ottima posizione sociale, organizzano una cena alla quale invitano i loro pretendenti.

Mentre Ljudmila si fidanza con un famoso giocatore di hockey, Gurin, Katja conosce Rodion, un giovane operatore televisivo che crede fermamente nelle potenzialità della televisione. I due si piacciono e Katja rimane incinta, ma Rodion la abbandona dopo aver scoperto che lei è una semplice operaia. Katja decide di tenere il bambino e di ricostruirsi una vita. Di giorno lavora e di notte studia, aiutata dalle amiche nell'allevare la bimba, che nel frattempo è nata e cui è stato dato il nome di Aleksandra.

Passano gli anni. Tonia ha un matrimonio felice. Ljudmila sposa Gurin, da cui finisce col separarsi per i problemi di alcolismo dell'uomo. Katja riesce a laurearsi in ingegneria, diventa direttrice di una fabbrica, ha allevato una bellissima figlia, dispone di un bell'appartamento e di un'automobile, ma è sola. Non ha ancora trovato l'uomo della sua vita, troppo impegnata nel realizzarsi professionalmente, lasciando poco spazio al sentimento. Ha un amante, Volodja, che è sposato e con cui s'incontra saltuariamente. Ma il rapporto l'amareggia e comincia a credere di essersi sempre scelta uomini meschini. La sua famiglia sono le sue amiche e il luogo di ritrovo è la dacia di Tonia, una volta costruita ed abitata dai genitori del suo marito.

Al ritorno da una di queste gite in campagna, Katja incontra casualmente sul treno Goša, simpatico e galante, che s'impone con brillantezza e decisione nella vita di Katja fino a diventarne il compagno, anche con l'approvazione degli amici di sempre. Improvvisamente nella vita di Katja ricompare Rodion, che vuole conoscere la figlia Aleksandra e che informa Goša del successo professionale di Katja. La scoperta del vero ruolo sociale di Katia, che fino ad allora l'aveva taciuto al compagno, induce Goša a lasciare la donna. Grazie all'aiuto degli amici, però, Katja e Goša tornano presto insieme.


Critica


Il Morandini commenta: « Garbata commedia con risvolti drammatici. Qua e là convenzionale, ma sagace nella descrizione degli ambienti, con una colorita galleria di personaggi e qualche spiraglio sulla realtà socio-politica »[1].


Riconoscimenti



Note


  1. Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini: dizionario dei film 2001, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 841. ISBN 88-08-03105-5.

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Controllo di autoritàVIAF (EN) 178218563 · LCCN (EN) n82109829 · BNE (ES) XX4075000 (data)
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[de] Moskau glaubt den Tränen nicht

Moskau glaubt den Tränen nicht (russ.: Москва слезам не верит / Moskwa slesam ne werit) ist ein sowjetischer Spielfilm des Regisseurs Wladimir Walentinowitsch Menschow aus dem Jahr 1980. Er erhielt 1981 den Oscar als bester ausländischer Film.

[en] Moscow Does Not Believe in Tears

Moscow Does Not Believe in Tears (Russian: Москва слезам не верит, romanized: Moskva slezam ne verit) is a 1980 Soviet romantic drama film made by Mosfilm.[1] It was written by Valentin Chernykh and directed by Vladimir Menshov. The leading roles were played by Vera Alentova and Aleksey Batalov. The film won the Academy Award for Best Foreign Language Film in 1981.[2]

[es] Moscú no cree en las lágrimas

Moscú no cree en las lágrimas (en ruso Москва слезам не верит, transliterado Moskvá slezam ne vérit) es una película soviética de 1979 hecha por Mosfilm. Fue escrita por Valentín Chernyj y dirigida por Vladímir Menshov. Los papeles principales fueron representados por la esposa de Menshov, Vera Aléntova y por Alekséi Batálov. La película ganó el Oscar a la mejor película extranjera en 1980. Su título en Hispanoamérica fue Moscú no cree en lágrimas.
- [it] Mosca non crede alle lacrime

[ru] Москва слезам не верит

«Москва́ слеза́м не ве́рит» — советский мелодраматический фильм режиссёра Владимира Меньшова. Лидер проката 1980 года в СССР (около 90 млн зрителей)[1]. Премьера состоялась в конце 1979 года в московском кинотеатре «Звёздный».



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