Napoletani a Milano è un film del 1953 diretto da Eduardo De Filippo.
Napoletani a Milano | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1953 |
Durata | 98 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | commedia |
Regia | Eduardo De Filippo |
Soggetto | Eduardo De Filippo, Age & Scarpelli |
Sceneggiatura | Eduardo De Filippo, Age & Scarpelli |
Casa di produzione | Virtus Film, Produzioni Volontieri |
Distribuzione in italiano | Virtus |
Fotografia | Leonida Barboni |
Musiche | Renzo Rossellini |
Scenografia | Piero Filippone |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[1].
Una società milanese (I.L.A.R. industrie Lombarde Acciaierie Riunite) acquista un terreno nella periferia di Napoli per la costruzione di un nuovo stabilimento industriale. Sul terreno vivono in condizioni di miseria alcune famiglie sopravvissute alla seconda guerra mondiale che si vedono, causa forza maggiore, costrette a lasciare le loro abitazioni. Purtroppo, cinque anziani si ostinano a rimanere asserragliati nel loro rudere e così a seguito dei lavori di sterro la vecchia casa crolla improvvisamente, seppellendo sotto le sue rovine gli abitanti.
L'evento provoca la rivolta degli sloggiati dando colpa dell'accaduto all'ingegnere milanese direttore di lavori. Quest'ultimo, preso di mira riesce a trovare riparo a casa di Nannina, una ragazza del rione.
Calmati gli animi, Salvatore, ritenuto il più popolare e più saggio della borgata, pensa di approfittare dell'accaduto associando ai nomi dei defunti un certo numero di falsi parenti; questi, sotto la sua guida, si recano a Milano per richiedere un risarcimento.
Gli industriali, invece di denaro, offrono ai falsi parenti un lavoro.
I napoletani, per non sfigurare, accettano e ben presto si dimostrano ottimi lavoratori. Non solo, ma quando la fabbrica deve sospendere l'attività per mancanza di ordini, i napoletani, rivolgendosi ai compatrioti emigrati in tutto il mondo, otterranno i necessari aiuti risollevando così l'azienda.
La voce narrante del film è quella di Thea Prandi, al tempo compagna (poi sposata nel 1956) dello stesso De Filippo. Tutte le scene interne della acciaieria e dei tumulti esterni alla fabbrica, sono state girate nella acciaieria Tenaris a Dalmine (Bg) ancora oggi esistente e all'epoca denominata appunto Dalmine.
Fu presentato alla 14ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
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