Notti selvagge (Les nuits fauves) è un film del 1992 scritto, diretto e interpretato da Cyril Collard.
Notti selvagge | |
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Titolo originale | Les nuits fauves |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 1992 |
Durata | 126 min |
Genere | drammatico |
Regia | Cyril Collard |
Soggetto | Cyril Collard (romanzo) |
Sceneggiatura | Cyril Collard e Jacques Fieschi |
Produttore | Nella Banfi |
Produttore esecutivo | Jean-Frédéric Samie |
Casa di produzione | Banfilm Ter, La Sept Cinema, Société Nouvelle de Cinematographie, Orango Film |
Distribuzione in italiano | Chance Film |
Fotografia | Manuel Teran |
Montaggio | Lise Beaulieu |
Musiche | Cyril Collard |
Scenografia | Jacky Macchi |
Costumi | Régine Arniaud |
Trucco | Hertz Nativ |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Jean, trentenne cineoperatore parigino, scopre d'essere sieropositivo; inizia una relazione con Laura, giovane attrice, alla quale non lo rivela subito, pur avendo con lei rapporti sessuali non protetti. Quando decide di metterla al corrente, Laura dapprima lo rifiuta, ma poi decide di continuare il rapporto. Nel frattempo Jean intreccia una relazione anche con Samy, giovane rugbista d'origine spagnola. La situazione degenera quando Laura, divenuta sempre più possessiva, viene fatta ricoverare in una clinica dalla madre: Jean la rivede diverso tempo dopo, scoprendo che non ha contratto il virus e che ha una nuova relazione. Felice per lei, farà pace con se stesso e la malattia.
«Cyril Collard, francese, 35 anni, ex rocker, ex assistente di Maurice Pialat, autore di reportages televisivi e di video musicali, è morto di Aids il 5 marzo scorso: e la sua fine dà un pathos speciale a questo primo e unico film di cui è regista e protagonista debuttante, creatore delle canzoni, autore della sceneggiatura tratta da un suo romanzo autobiografico pubblicato nel 1988, edito in Italia da Anabasi. [...] È un film notevole, pieno di vitalità e privo di giudizi morali, triviale e di grande energia, capace di scegliere e far muovere bene due nuovi attori, Romane Bohringer e Carlos Lopez.» |
(Lietta Tornabuoni, La Stampa) |
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