Parla con lei (Hable con ella) è un film del 2002 scritto e diretto da Pedro Almodóvar. Il film si è aggiudicato l'Oscar alla migliore sceneggiatura originale, il Golden Globe per il miglior film straniero e il BAFTA al miglior film.[1]
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Marisa Paredes: invitata alla festa (non accreditata)
Cecilia Roth: invitata alla festa (non accreditata)
Paola Dominguin: invitata alla festa (non accreditata)
Martirio: invitata alla festa (non accreditata)
Doppiatori italiani
Luigi Ferraro: Benigno Martín
Roberto Pedicini: Marco Zuluaga
Selvaggia Quattrini: Alicia
Laura Boccanera: Lydia González
Trama
Durante uno spettacolo teatrale di Pina Bausch, in platea, seduti vicini per caso, si trovano Marco, uno scrittore argentino che si commuove durante l'esibizione e Benigno, un giovane infermiere fortemente colpito dalla sensibilità del suo vicino di posto. Nelle settimane successive Marco conosce Lydia, una famosa torera e se ne innamora.
Mesi dopo i due uomini si incontrano di nuovo a El Bosque, la clinica dove Benigno lavora, perché Lydia è caduta in coma per un grave incidente durante la corrida. Benigno, invece, si occupa di Alicia, una giovane studentessa di danza anch'essa in coma da anni. Fra i due uomini nasce un'intensa amicizia.
Nel periodo del ricovero, Marco scopre che Lydia voleva lasciarlo la sera dell'incidente per tornare con il suo ex, il torero Niño de Valencia, e amareggiato decide di ricominciare a girare il mondo scrivendo guide turistiche; Lydia muore; Benigno viene licenziato per aver violentato Alicia, che in seguito alla gravidanza torna alla vita. Benigno, in carcere, rimane all'oscuro della rinascita della sua amata e assume un cocktail di farmaci per entrare in coma come Alicia. Invece l'intruglio gli risulta fatale. Marco, ritornato in Spagna và a vivere nell'appartamento di Benigno. Incontra Alicia convalescente a uno spettacolo teatrale.
I camei
Il cameo più evidente del film è l'interpretazione di Caetano Veloso, cantante di Cucurrucucú paloma. La scena è stata girata nella villa di Pedro Almodóvar, con le comparse formate dagli amici del regista. Altro spazio alla musica, fuori dalla colonna sonora di Alberto Iglesias, lo dà a Antônio Carlos Jobim con Por Toda Minha Vida e al maestro Henry Purcell con l'aria O Let Me Weep, For Ever Weep dall'opera The Fairy Queen.
Altri due camei che si rifanno al regista anticlericale e libertario sono quelli delle battute sui missionari che violentano le suore, forse inserito per ridurre la colpa di Benigno, e il breve monologo in cui Benigno spiega alla collega di aver detto al padre di Alicia, che svolge la professione di psichiatra, di avere tendenze omosessuali, mentendo, e rivendicando per ognuno il diritto alle scelte sui propri orientamenti sessuali e di mantenerli per sé o di manifestarli a propria scelta.
Interessante il minifilm muto in bianco e nero che descrive ad Alicia. L'uomo che assume un farmaco sperimentale della sua donna e che lo fa diventare sempre più piccolo, assume più chiavi di lettura nel finale in cui sceglie di entrare nella vagina della sua donna per non uscirne mai più. Una storia simile è presente nel libro di Charles Bukowski intitolato Storie di ordinaria follia.
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