Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento è un film di genere commedia sexy all'italiana del 1983 diretto da Nando Cicero con Alvaro Vitali e Carmen Russo[1].
Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento
Paulo Roberto do Corcovado, detto Cotechiño, è un calciatore italo-brasiliano del Napoli, militante come centravanti di sfondamento, che non brilla in campionato a causa della saudade; la società partenopea decide di fare arrivare la bella fidanzata dal Brasile e di affiancargli un sosia uguale a lui, uno strambo idraulico/detective, per tutelarlo dall'ira dei tifosi ed evitare che altri uomini insidino la sua bella. Si avvicina la partita Inter-Napoli e una spietata contessa sulla sedia a rotelle scommette una grossa cifra sulla vittoria dei neroazzurri.
Per aumentare le probabilità di vittoria, cerca prima di insidiare la fidanzata del calciatore tramite Mandingo, il suo maggiordomo, poi di uccidere il calciatore, ma i rischi li corre il sosia che subirà anche le "Brigate Pecorine" di sequestro sarde arrivate a Roma, agricoltori-strozzini ribelli alla loro vita. L'anonima sequestri sarda rapirà il calciatore, e l'idraulico, rapito prima anche lui, giocherà invece la partita segnando e pareggiando in modo casuale, anche grazie a uno iettatore-cavaliere tifoso napoletano e onorevole; entrambi ne usciranno indenni, poiché le Brigate Pecorine faranno tredici al Totocalcio.
L'idraulico, scacciato dal calciatore che pensava stesse mettendo veramente gli occhi sulla fidanzata, infine tornerà a Roma con lo zio detective, che rischia anche lui di essere ucciso dalla contessa nella scommessa, la quale ora pensa di averlo ucciso; i due sfruttano un passaggio sul pullman di una squadra di calcio femminile, e l'idraulico ritornerà come sosia per sostituire la donna centravanti titolare di calcio uguale a lui, grazie alla parrucca che utilizzava per imitare Cotechiño.
Cotechiño o Cotequinho?
Dato che il fuoriclasse al centro delle vicende è brasiliano, il titolo del film contiene un errore: in portoghese, la lingua del Brasile, i suoni "chi" e gno" andrebbero trascritti "qui" e "nho" e non "Cotechiño".
Il suono della sillaba italiana "chi" in portoghese (come pure in spagnolo) va reso con la sequenza qui, come detto. Alla grafia "chi", corrispondono invece il suono italiano ci in spagnolo e il suono italiano "sci" in portoghese.
Il suono italiano gn si ottiene con la n con la tilde soltanto in spagnolo, mentre in portoghese si ottiene con nh. Non a caso, nella scena dei pastori che consegnano ad Alvaro il giornale credendo di aver rapito l'uomo giusto, viene mostrato il titolo della notizia del rapimento del calciatore, e il cognome è trascritto correttamente in Cotequinho, così come sulla maglietta del pupazzo usato per il rito voodoo di Lucelia. Un'ulteriore prova dell'errore nel titolo riguardante il nome del protagonista la si può trovare nella giacca di pelle usata ripetutamente nel corso del film. Nel retro di quest'ultima si legge chiaramente la scritta "Cotequinho".
Curiosità
Dato l'aspetto e la squadra di militanza, il personaggio di Cotechiño sembra una caricatura di Diego Armando Maradona, che però arrivò a Napoli soltanto l'anno successivo all'uscita del film e ovviamente era argentino e non brasiliano. A quanto pare, il personaggio originariamente doveva essere una caricatura del celebre centrocampista della RomaPaulo Roberto Falcão (da come appunto s'evincerebbe pure dal nome storpiatovi) il quale, tra l'altro, doveva comparire in due scene nel film assieme a Vitali, sennonché, quando ne ebbe letta integralmente la sceneggiatura, se ne volle tirar fuori del tutto, portando dunque la produzione a "sostituirlo" nell'immagine con una parodia del campione argentino.[2]
La partita Inter-Napoli finisce 2-2 con doppiette di Alessandro Altobelli e Cotechiño, con quest'ultimo che viene prima ammonito e poi espulso dall'arbitro. Nella realtà, nella stagione 1982-1983, anno dello scudetto della Roma, la partita finì con lo stesso risultato, ma con reti di Altobelli e Gabriele Oriali per l'Inter e Antonio Criscimanni e Raimondo Marino per il Napoli.
Alvaro Vitali raccontò che, durante le riprese, sul set, trovò una rosa inviata da "un tuo ammiratore". L’ultimo giorno di riprese addirittura un intero mazzo di rose con la dedica "al mio principale". A regalare le rose a Vitali era Mario Carotenuto, poiché tra i due si era instaurato un ottimo rapporto di amicizia e stima reciproca.
Dopo questo film, Vitali non ricomparirà sul grande schermo fino al 1989, quando parteciperà a Mortacci di Sergio Citti, per poi, dopo un ulteriore iato nell'arco degli anni novanta, figurare saltuariamente in piccole produzioni indipendenti. Di fatto questa pellicola, a conti fatti, può considerarsi l'ultimo ingaggio del suo periodo di massima visibilità.
Note
Enrico Lancia, Gli Attori Vol. 2 M-z -, Gremese, 2003, p. 65, ISBN978-88-8440-269-1.
Marco Giusti, Dizionario dei film italiani Stracult, 1999, Sperling & Kupfer Editori, pag. 547, ISBN 88-200-2919-7.
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